2. Tempesta emotiva

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Finalmente lunedì. Magari oggi, dopo tutto questo tempo, potrò finalmente discutere della terapia! Con tutti gli psichiatri che ci sono, la mia è l'unica ad aver vinto il diploma al Luna Park. Di solito i pazienti si ascoltano, almeno secondo me, ma lei parla, parla e parla. Quasi sembra che sia io a psicoanalizzarla, ma oggi sarà diverso. Oggi dovrà ascoltarmi.

-"Xila? Sei in camera? Posso?" Mi chiamò Alissa.

-"Ciao! Certo, entra! Ma sei ancora di turno?" Domandai.

-"Buongiorno! Sì, non dovrei essere qui, ma Luca mi ha chiesto di coprirlo." Spiegò Alissa.

-"Ah, capito! Da una parte mi spiace che tu stia facendo così tante ore ultimamente, ma dall'altra sono felice di non vedere Luca. Sarà già una giornata impegnativa!" Commentai.

-"Non ti preoccupare, sono felice di passare la giornata in tua compagnia! A proposito, mi puoi spiegare tutta questa antipatia nei confronti di Luca?" Chiese Alissa.

-"Pensavo che la consegna servisse per aggiornarvi dei fatti!" Ribattei.

-"Sì, infatti, è così, ma lo sai che preferisco che sia tu a raccontarmi. In fondo, l'abbiamo sempre fatto, e poi non è un buon modo per te di affrontare una questione?" Insistette lei.

-"Non prenderla sul personale, ma ultimamente le cose da affrontare sono altre. E comunque, se proprio vuoi saperlo, martedì sera volevo solo uscire con Bryan a bere qualcosa ma..." Iniziai a spiegare.

-"Ma Luca vi ha scoperti!" Affermò Alissa.

-"Credevo non mi giudicassi!"

-"Infatti è così, scusami, continua."

-"Si, Luca ci ha scoperti, non so come ma ha capito che al cambio turno delle ventidue, saremmo scappati."

-"Al cambio turno?" Chiese Alissa con tono confuso.

-"Si, avevamo studiato un piano, saremmo scesi a giocare a calcetto davanti all'entrata verso le ventuno e quarantacinque e alle ventidue, quando le porte si sarebbero aperte per il cambio turno noi..."

-"Voi sareste scappati."

-"Esatto! Non abbiamo giocato a calcetto tutto il giorno e quando siamo scesi Luca deve aver capito la nostra intenzione, così ci ha bloccato le porte prima che si potessero aprire, furbo il ragazzo!"

-"Non pensi che l'abbia fatto per il vostro bene?" Provò a convincermi Alissa.

-"Anche tu sei dalla sua parte??"

-"No, non intendevo quello ma..." Rispose Alissa mettendomi una mano sulla spalla.

-"Ma niente! Sono stanca di stare chiusa qua dentro, in una clinica psichiatrica, l'unica cosa che mi concedete di fare è d' intossicarmi di sigarette dalla mattina alla sera, non posso neanche passeggiare per il parco da sola, volete seguirmi pure al cesso?!" Esclamai con un tono disperato.

-"Xila, calmati! Stai passando da un extremis all'altro!" Provò a tranquillizzarmi l'infermiera.

-"No, non è così, è che sono stufa! Mi sono stancata di questo posto!"

Feci un gesto ad' Alissa invitandola a uscire e le chiusi la porta in faccia.

Lasciai passare qualche minuto, uscii dalla camera e mi diressi verso la psichiatra, non avrei mai immaginato che quella seduta avrebbe cambiato ogni cosa.

Lasciai passare qualche minuto, uscii dalla camera e mi diressi verso la psichiatra, non avrei mai immaginato che quella seduta avrebbe cambiato ogni cosa

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Room 43Where stories live. Discover now