26. L'inevitabile collisione

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-"Xila! Svegliati!"

Sentii delle grida in lontananza come se provenissero da un altro pianeta, improvvisamente aprii gli occhi, mi trovavo seduta per terra in saletta fumatori, non riuscivo a capire come c'ero arrivata.

Ricordo che non chiusi occhio da tre giorni, più precisamente dall'incontro con Josè, avevo troppa paura di addormentarmi e fare nuovamente male a qualcuno.

-"Xila! Lascialo andare!" Disse quella che sembrava Alissa.

Non riuscivo a capire nulla, mettevo a fuoco il suo volto difficilmente. Cosa stava cercando di dirmi? Mi domandai.

Alissa e altri quattro medici entrati velocemente in saletta, mi presero per le braccia, ma non riuscivo a muovermi, sentivo il mio corpo pesantissimo.

Mi girava la testa ma la vista pian piano, stava riiniziando a funzionare normalmente.

-"Cosa ci faccio qua?" Urlai a tutte le persone presenti.

Di colpo, ricordai la mia crisi, e tutti gli infermieri che si scagliarono contro di me per addormentarmi la sera precedente con il farmaco intramuscolo.

Alissa sollevò un braccio davanti ai miei occhi, ma non era il mio. Con orrore, abbassai lo sguardo e mi resi conto di essere coperta di sangue, dalla testa ai piedi. Sotto quel mare scarlatto, intravvidi il volto del mio migliore amico.

-"Bryan?" Esclamai improvvisamente. -"Bryan? Cosa stai facendo? Alzati!" Urlai ancora con tutte le mie forze.

Non sembrava muoversi né dare segno di vita, il suo corpo pesantissimo stava soffocando il mio.

-"Bryan! Ti prego! Svegliati!

I miei pugni si scagliavano selvaggiamente contro di lui, come se potessero risvegliarlo dall'eterno sonno. Le lacrime mi scendevano dal volto, come fossero un fiume fuori controllo in una giornata tempestosa.

-"Xila! Stia calma!" L'ordine disperato di uno dei medici si perse nel frastuono della mia disperazione, mentre cercava invano di fermarmi.

Il mio migliore amico era lì, privo di vita che giaceva sul mio corpo, nella mano destra tenevo un coltello e subito vidi un taglio netto sul collo di Bryan.

Iniziai a urlare a squarciagola.

-"Bryan, no! Ti prego! Svegliati! Ti prego!"

Mi ritrovai davanti dei poliziotti, sia loro che i medici e Alissa, mi sollevarono da terra, spostando il corpo di Bryan.

-"È stata colpa mia! Perché mi avete addormentata? Perché?" Urlai piangendo con tutte le mie forze.

Di colpo sentì la presenza di Josè vicino a me, alzai lo sguardo ed era proprio lì.

Mi strinse fortissimo tra le sue braccia, come per contenere tutta la mia disperazione, mentre guardavo l'anima del mio migliore amico, lasciare il suo corpo privo di vita.

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