Nove

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Cenerentola la prenderei volentieri a sberle, e ho detto tutto. Com'è possibile che questa tizia mentalmente disturbata, zozza in faccia, con due coglione come sorelle e una matrigna che sinceramente stimo, sia riuscita a trovarsi, con l'aiuto di una fata grassa come un bombolone, un vestito decente per andare al ballo in meno di dieci minuti? Quando io invece ho speso un'ora davanti all'armadio senza trovare una minchia da mettermi addosso?

Io le odio le fiabe, perché sono solamente un ammasso di frottole che non si avvereranno mai nella vita. Insomma, Raperonzolo se n'è stata chiusa in una torre per lustri, finendo poi con un cretino mezzo cieco. La Sirenetta ha venduto la sua voce per un principe mezzo ubriaco che stava per annegare, per poi finire in schiuma di mare per l'amore non ricambiato. Infine, la più odiosa di tutte, Biancaneve.

Dio solo sa quanto vorrei mettere le mani addosso a quella rincitrullita con forse un neurone in tutto il cervello, ammesso sempre che ne abbia uno.

Insomma, i sette nani che ti hanno ospitato per tanto tempo, ti ordinano di non aprire agli sconosciuti e tu che fai? Ovvio: apri alla regina stronza, camuffata nei panni di una vecchia mendicante, prendi la mela avvelenata che ti offre e svieni da brava deficiente quale sei. Ma io dico: almeno fatela finire male questa storia, no? Io propongo un esempio, ma ce ne possono essere tranquillamente tanti altri: per colpa della mancata intelligenza della Bianca, quest'ultima morì e non si risvegliò mai più.

Invece no! I cari e vecchi Grimm fanno arrivare il principe feticista di cadaveri, che salva la princi-rincoglionita dal suo stato di trance, con un bacio schifoso. Che poi, volendo proprio guardare, i fratelli raccontano che sia stato un rigurgito a resuscitarla, e non un bacio, ma seguo la versione della Disney che mi viene più comodo.

Mi siedo sul bordo del letto con le mani affondate nella faccia. Ripenso alla prima volta che, durante la settimana, ho sperato che il weekend non arrivasse, quando invece l'ho da sempre atteso trepidante.

Eppure eccomi qui: sabato sera, ore 18:23, a disperarmi su che diavolo di vestiti indossare, per una stupida serata a cui avrei seriamente evitato di partecipare.

Un leggero bussare alla porta mi concede un attimo di pausa dal mio sconforto. Alzo svogliatamente la testa e mormoro un piccolo "avanti". La porta si apre lentamente, fin troppo, quasi fosse intimidita, e poco dopo la figura slanciata e magra di Eddie fa capolino nella stanza. D'un tratto capisco il motivo per cui la porta si sia aperta con così tanta esitazione: Eddie è imbarazzato, eccome anche.

Non sono arrabbiata con lui, anche se abbiamo passato i precedenti tre giorni a non degnarci di uno minimo sguardo. Anzi, mi sento quasi sollevata al pensiero che sia venuto a parlarmi. Ho sentito tanto la sua mancanza in questi giorni, ma non ho mai avuto il coraggio di farmi avanti e chiedergli scusa per prima, in quanto temevo di essere respinta con cattiveria.

«Ehm... Ciao» dice, tenendo lo sguardo basso e dondolando sul posto con le mani intrecciate dietro alla schiena. Pare quasi un bambino timido in cerca di attenzione da parte di un gruppo di compagni di classe.

«Ciao...» rispondo, abbassando gli occhi a mia volta.

C'è un lungo silenzio, pesante, ma allo stesso tempo non troppo. Poi finalmente Eddie si decide:

«Ascolta... Mi dispiace se ho fatto storie quel giorno, mi sono comportato da vero e proprio stronzo. Tu sei grande e responsabile e hai tutto il diritto di prendere decisioni da sola. Quindi, se veramente stare in compagnia di questo Charlie ti piace e lo reputi una brava persona, ti credo e ti sosterrò nelle tue decisioni...».

Il mio cuore fa scintille. Finalmente! Era proprio quello che avevo bisogno di sentirmi dire!

Sorrido lievemente:

La Fantasma ~E l'articolo NON é sbagliato~Where stories live. Discover now