Tredici

424 44 74
                                    

Amo il Natale, è uno dei pochi periodi dell'anno che attendo sempre con ansia. I canti, l'albero, il buon cibo, i regali... Tutto si fa così magico e speciale.

Ma quest'anno... Be' quest'anno non riuscirò a festeggiarlo con la gioia degli altri anni.

Ho da poco finito di scontare la mia punizione durata ben tre settimane. Mia madre e mio padre sono ritornati a parlarmi e a trattarmi bene, non mi tengono più il muso e non mi guardano storto tutte le volte che passo davanti a loro, cosa che invece continuano a fare con Eddie. Lui è in punizione per ben un mese e rimarrà privo di tecnologia e permmessi di uscita per tutto questo tempo.

Abbiamo ripreso a scambiarci qualche parola, ma di rado, sono ancora profondamente ferita dal suo comportamento e lui lo sa benissimo, per questo, tutte le volte che ci parliamo, cerca sempre di chiedermi come sto e se ho novità da raccontargli.

Ovviamente non gli racconto mai nulla, anche se sento il terribile desiderio di ritornare presto alla normalità, almeno con lui.

Con Charlie, invece, non mi sono più vista né sentita. A scuola rimango barricata nella mia classe e non esco mai per paura di incontrarlo. Ho sperato più volte che lui mi venisse a cercare o che mi scrivesse un messaggio su Instagram, ma mai l'ha fatto e sono quasi certa che mai lo farà.

So di meritarmi il suo silenzio, il suo odio, così come so di non poter sistemare le cose con lui. Sarà ferito e distrutto, non riuscirà nemmeno a guardarmi in faccia.

Finché lo avevo al mio fianco, finché ci parlavamo apertamente di qualsiasi cosa, stavo bene, ed ero serena. Ora invece sento quasi di aver perso il mio posto nel mondo, anche se incomincio a dubitare di averne mai trovato uno. Forse il destino ha deciso che io debba rimanere spaesata per sempre, oppure vuole semplicemente indirizzarmi verso ciò a cui sono destinata, compreso essere una pensionata residente in un appartamentino con trentacinque gatti, che mangia solamente cibo scaldato al microonde. Ma ripeto: non sarebbe poi così male.

Le feste passano velocemente, tra cene in famiglia e tombolate con nonni e parenti. Quest'anno è il primo anno che riesco a fare finalmente tombola, battendo quella sudicia di mia cugina Lory, nota per essere un'accanita vincitrice di sontuosi premi.

Anche se non è un Natale sereno come gli altri anni, la mia famiglia dimentica comunque tutte le tensioni subite precedentemente, vivendo questo breve, ma speciale, periodo dell'anno in assoluta pace. Ma la normalità subentra presto e il rapporto fra me e Eddie si incrina di nuovo.

Entrambi passiamo le nostre ultime giornate di vacanza segregati nelle nostre camere, chi con la testa sui libri e chi, invece, affondata nel cuscino.

Faccio un grosso sospiro, tanto per cambiare sono rannicchiata sul mio letto, le cuffie in testa e il portatile acceso su un sito di quiz come "Quale frutto sei" oppure "Quale tipo di gelato si addice alla tua personalità". Cazzate, si potrebbero definire perfettamente così, ma devo ammettere che è un passatempo piacevole, che mi aiuta a liberare un po' la mente dai cattivi pensieri.

La canzone che sto ascoltando si conclude, e dopo un paio di secondi ne parte un'altra, ma non una qualsiasi, è la canzone, quella che mia fa sciogliere il cuore come un pupazzo di neve. E' una delle mie preferite, una delle poche che possiede la capacità di riuscire ad aggiustare minimamente la mia anima mezza stracciata e annerita dal dolore. La canzone in questione è "Don't fall asleep at the helm", un successo che spicca nella mia playlist di fiducia.

"I lost my heart, my home is the ocean"

Ho perso il mio cuore, la mia casa è l'oceano.

La Fantasma ~E l'articolo NON é sbagliato~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora