Capitolo 4

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Quella che doveva essere una nottata passata nella stessa casa per comodità nel trovarsi già pronti il giorno dopo per studiare divennero quattro giorni di convivenza. Si trovarono d'accordo e stranamente non discussero mai tra loro. Emma e Mattia si alzavano, facevano colazione, si allenavano insieme, si mettevano a studiare, pranzavano, studiavano ancora, cenavano, guardavano qualcosa in televisione e poi andavano a dormire, ognuno nella propria stanza. 

L'allenamento di mattina era stata un'idea di Mattia perchè lui le disse che doveva fare un po' di esercizio fisico tutti i giorni e lei aveva deciso di farlo con lui piuttosto che sprecare un'ora a non fare nulla. I genitori di Emma non si fecero sentire e lei non ebbe nemmeno modo e voglia di chiedere loro il permesso, soprattutto sapendo che non sarebbero tornati prossimamente. 

Una mattina, quella del quinto giorno, Emma ricevette una telefonata da Aurora e si allontanò di poco interrompendo la sua sessione di flessioni, Mattia continuò imperterrito. 

Si poggiò sul bancone e rispose al telefono mentre rispondeva al cellulare con un sorriso: "Buongiorno Auri!"

"Ciao Emma! Hai da fare stasera?" andò diretta al punto l'amica. Emma lanciò un'occhiata a Mattia che faceva esercizi. Prese un bicchiere d'acqua e restò per qualche momento a riflettere. Lo vide asciugarsi la fronte e poi passarsi una mano tra i capelli per portarli all'indietro, poi lo vide sedersi un momento per regolarizzare il fiato mentre ansimava con il respiro corto. Le spalle erano possenti e gli addominali luccicavano sotto il sudore dato dallo sforzo. Lui si girò verso di lei ed Emma abbassò immediatamente lo sguardo cercando di nascondergli le guance arrossate.

"Dipende, cosa volevi fare?" domandò proseguendo a fissare le piastrelle del salone. 

"Stavo pensando... fra qualche giorno esco con Viola e se vuoi puoi unirti, altrimenti non fa nulla. Però stasera possiamo vederci."

"Io ho casa libera. C'è Mattia con me, però se vuoi puoi passare" propose Emma sorvolando sull'uscita proposta dalle amiche.

Aurora restò per un momento in silenzio: "Non disturbo?" 

"Ma no! Sono giorni che siamo insieme, per una sera puoi venire, ci prendiamo una pizza" ridacchiò Emma. 

Aurora continuò a tentennare, poi rispose: "Ok, passo prima di cena. Ci aggiorniamo!" 

Emma poggiò il telefono sul tavolo e tornò a fare esercizio con Mattia dopo averlo informato che Aurora avrebbe cenato con loro. Mattia le chiese se avrebbero preferito rimanere sole, ma Emma gli disse di non preoccuparsi: "Farà piacere anche a lei, figurati!"

"Vado a lavarmi" annunciò lui con un sorriso ed Emma gli annuì con un sorriso per poi annunciare che ci sarebbe andata lei subito dopo.

La ragazza colse l'occasione per rientrare nella sua stanza. Tutto era rimasto tale e quale a quando Mattia aveva iniziato a dormire da lei, la finestra era aperta per arieggiare e il letto era sfatto e disordinato. Sul suo comodino, però, trovò il suo reggiseno di pizzo viola scuro. Un lampo in testa e un battito perso: quando aveva ripreso la biancheria dal bagno, evidentemente quel reggiseno era rimasto sul letto e lei non se ne era accorta. Lui lo aveva poggiato sul comodino. Li accanto c'era anche una rivista che raffigurava il padre di Mattia paparazzato con il suo avvocato. Emma ebbe due scelte: lasciare tutto come lo aveva trovato per non far capire di essere entrata e lasciare la sua biancheria in bella vista, oppure riporre il reggiseno nell'armadio e rendere palese il fatto che lei avesse visto la foto del Signor Raele che sembrava in atteggiamenti intimi con la donna giovane che lavorava per lui. Alla fine prese il pezzo di biancheria e lo infilò in un cassetto alla rinfusa, poi prese un paio di vestiti nuovi dalla sua camera e cercò di comportarsi come se tutto fosse normale. In fin dei conti quella era la sua camera e lei aveva tutto il diritto di entrarci, anche se ci dormiva Mattia. 

Good Positions IIWhere stories live. Discover now