Capitolo 15

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Emma si domandò a lungo cosa intendesse Mattia con le parole qualcun' altro non capendo a cosa o chi si stesse riferendo, ma quando cominciò a rimuginarci e si accorse che quelle parole stavano diventando per tramutarsi in un'ossessione si rispose che intendeva qualcuno di diverso da Jacopo e non volle ragionare su quanto quella sua spiegazione avesse realmente un senso. Preferì soffermarsi su quanto aveva passato bene la serata, su quanto Mattia l'aveva fatta divertire e su quanto era stato premuroso con lei. Le aveva fatto piacere, gliene era grata e, in un certo senso, ne era stata lusingata. E con quella idea traballante in testa, Emma riprese le lezioni, riprese a studiare da sola e riprese gli incontri con la professoressa che la aiutava nei suoi progetti così come l'aveva aiutata durante entrambe le sue candidature ai progetti. L'ultima volta che Emma l'aveva incontrata, l'insegnante le disse che le graduatorie sarebbero uscite in poco tempo. 

Il giorno del suo compleanno si avvicinava sempre di più ed Emma aveva deciso di bere qualcosa insieme ai suoi amici, nella solita semplicità. Incluse nell'invito anche Simone, ovviamente e, controvoglia, lo estense anche ad Edoardo che continuava a non piacerle, anche se vedeva Viola stare bene e sembravano una coppia sana ed equilibrata, finalmente. Viola si era allontanata un po' dalle amiche riservando gran parte delle sue attenzioni ad Edoardo, ma in fin dei conti anche Emma tendeva ad includere di più Aurora e Mattia, quindi non la prese sul personale e lasciò che la sua amica si godesse la sua relazione come meglio credeva, certa che si sarebbero state comunque sempre vicino. Non raccontò a nessuna delle sue ragazza il finto appuntamento che aveva avuto con Mattia. Aurora non chiese più nulla del loro rapporto convinta che ne avrebbe parlato Emma nel caso in cui ne avesse avuto bisogno ed Emma gliene era grata perchè aveva deciso che la cosa migliore era lasciare il passato al posto del passato e vivere il presente pensando al futuro senza voltarsi mai. 

Era stato bello, una bellissima esperienza che Emma era quasi sicura che non avrebbe mai più vissuto ne con lui, ne con nessuno, ma era solo quello: un bel ricordo. Si chiese spesso se Mattia ci pensasse mai, ma sembrava essere tutto normale tra loro, evidentemente era stata una cosa di poco conto. Le restò solo di dimenticare e vivere come se nulla fosse accaduto. Quindi Emma continuò a focalizzarsi nello studio tutti i giorni, interrotta solo da qualche messaggio degli amici e qualche pausa in cui leggeva divorata dall'ansia di attendere l'esito del concorso. 

I giorni passarono, alcuni più lenti e angoscianti degli altri. Si ritrovò, nel giorno del suo compleanno, in mensa con il gruppo di amici al completo. Simone e Alessandro seduti vicini a chiacchierare, Aurora accanto a Mattia e Viola con Edoardo. Il ragazzo guardava Emma insistentemente, lei aveva evitato in tutti i modi il suo sguardo, ma poi si trovò a ricambiarlo ancora più intensamente di quello di lui. Gli fece un cenno con la testa come a volergli chiedere cosa stesse guardando, lui fece svicolare lo sguardo verso la porta d'uscita, poi lo riportò su Emma e le fu subito chiaro che lui voleva appartarsi con lei. 

La ragazza si alzò senza dire nulla e si avviò all'uscita, incrociò le braccia e attese che Luis i inventasse qualche scusa. 

Lo vide uscire con la sua solita espressione impassibile: "Auguri."

"Grazie" rispose in fretta "che cosa succede?"

"Voglio darti il mio regalo. Lo faccio per ringraziarti di avermi dato una delle tue mensole. Mi fanno tutti i complimenti, a proposito. Comunque tieni" disse lui tirando fuori dalla tasca un pacchetto "questo è per te."

Emma lo prese tra le mani continuando a guardare il ragazzo alto davanti a lei. Lo aprì con noncuranza, ma rimase piacevolmente stupida dal contenuto: una collana in argento con un ciondolo luminoso con sopra incisa la lettera E. 

"Una collana con la tua iniziale?" volle fare la spiritosa. 

"Con la tua. Non vorrei che te lo scordassi" rispose lui con un sorriso. Emma abbassò al testa e ringraziò, chiuse il pacchetto e si avvicinò a lui per dargli una pacca sulla spalla. 

Good Positions IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora