Capitolo 6

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I risvegli nella stanza privata erano un toccasana per iniziare col piede giusto le giornate. Emma aveva tutto il tempo di svegliarsi con calma e senza che nessuno rompesse il religioso silenzio che le serviva per riprendersi dal sonno, aveva un bagno a sua completa disposizione e moltissimo spazio in più perché, finalmente, ad ogni cosa era stato assegnato il suo posto. Lei si sentiva molto più a suo agio nell'avere degli spazi privati ed era diventata molto più serena e vivace, anche perché i suoi genitori sparirono, disinteressati al successo universitario.

Durante un pomeriggio soleggiato, Emma tornava in stanza con la sua borsa sulle spalle. Passò davanti alla segreteria e lanciò una vaga occhiata agli annunci appesi sulla bacheca, ma una scritta enorme catturò la sua attenzione: su uno dei manifesti campeggiava l'invito a partecipare a club e lezioni pomeridiane e lei si fermò a leggere la lista proposta agli studenti. Emma trovò un corso approfondito di francese e poi ne vide uno di design e le si illuminarono gli occhi. Entrò alla svelta nell'edificio e chiese la disponibilità di quei corsi. La segretaria, che non era la stessa che raccolse la lettera di richiesta della ragazza, la informò che il club di design era al completo, ma che avrebbe potuto iscriversi a quello di francese avanzato. Emma diede il suo consenso, firmò e recuperò gli orari del corso. Le piacque molto l'idea di imparare al meglio la lingua del suo cuginetto. Non sapeva spiegarsi il motivo, data anche l'assenza di un rapporto concreto con quella piccola famiglia, eppure si sentiva estremamente legata a loro. Avrebbero continuato a vivere lontani e senza sentirsi, ma si sarebbero pensati spesso.

Diede la novità alle due amiche ed entrambe ne furono contente. Tutti loro avevano già affrontato due esami di lingua: inglese era obbligatorio per tutti gli studenti, francese era stata la seconda lingua a scelta, insieme a tante altre. Solo Emma, nel loro gruppo, decise di studiarlo più approfonditamente.

Mentre rientrava trovò sotto l'ingresso del dormitorio Samuele che sicuramente aspettava Viola. La ragazza lo raggiunse con un sorriso e lui la salutò alla buona.

"Tutto bene?" gli chiese e lui alzò le spalle sbuffando con un sorriso accennato.

"Ho discusso con Viola e lei non vuole vedermi."

"Che è successo?" domandò subito Emma preoccupata. Samuele scosse la testa e lei gli posò una mano sulla spalla: "Torna in stanza, provo a parlarci io."

Mentre lui si allontanava Emma saliva le scale per raggiungere la stanza delle due amiche e bussò tre volte. Le aprì Aurora: "Dio! Menomale che sei tu... entra" parlò prendendola per un polso e trascinandola dentro. Emma vide Viola sul suo letto intenta a messaggiare.

"Che succede qui? Ho visto Samuele qua sotto..." disse Emma con aria confusa poggiando la sua pesante borsa a terra.

"Non lo voglio vedere! L'hai fatto entrare?"

"No! Certo che no, Vio!" rispose prontamente lei.

La mora parve calmarsi un poco, poi prese il telefono e mostrò ad Emma una conversazione avuta per messaggi. Emma all'inizio non capì dove Viola volesse andare a parare, o dove dovesse leggere, ne quale fosse il punto focale. Poi si accorse del nome scritto in cima allo schermo dell'iPhone della sua amica. Edoardo l'aveva cercata: le aveva scritto un messaggio lunghissimo che lei lesse in fretta. Lui la salutava, le chiedeva come stava e la informava che era già nel campus ma aveva evitato sia lei sia gli amici, anche durante le lezioni, per non darle fastidio perché sapeva che lei, forse, sarebbe stata meglio senza di lui e voleva rispettare la sua scelta di distanziarsi. Però, in ultimo, le chiedeva di vedersi. Edoardo scriveva che Viola meritava dei chiarimenti, delle risposte. Diceva che probabilmente era tardi, che se avesse voluto avrebbe potuto rifiutare e lui non l'avrebbe giudicata per quello, ma le chiedeva di parlare siccome, secondo lui, Viola aveva bisogno della versione completa di Edoardo prima di poter giudicare le sue scelte. Il centro di quella discussione non sembravano le scuse, sembrava che lui fosse pronto a rivelarle il motivo del suo allontanamento e della sua freddezza.

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