Capitolo 18

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Il sole era spuntato dalle nuvole ed il cielo era terso in quei giorni. Non avendo la disponibilità di vedersi cosi spesso con gli amici al di fuori delle lezioni, Emma aveva preso l'abitudine di studiare con loro all'aperto; spesso si portava gli appunti per studiare e sottolineare seduti sul prato rigorosamente all'ombra di qualche albero secolare, altre volte invece si portavano i loro computer usufruendo dei tavolini del chiosco e di un buon caffè. Ovviamente per lei, così come per Alessandro e Aurora, non erano le uniche sessioni di studio. Viola ed Edoardo spesso studiavano senza di loro, ma Emma aveva capito che era il loro modo per lasciare prima il gruppo per stare un po' da soli. L'assenza di Mattia aleggiava sul gruppo, ma agli amici non pesava così tanto come pesava a lei. La ragazza aspettava impaziente qualche aggiornamento, e ogni volta che aveva la possibilità di sentirsi con l'amico distante sperava che arrivasse l'attesa notizia del suo rientro al campus. Più ci sperava più non accadeva.

Una volta Viola si lasciò sfuggire una battuta: disse che rimpiangeva l'assenza di Mattia perché avevano una macchina in meno a disposizione per le loro serate fuori. Emma la fulminò con lo sguardo, ma seppe dentro di lei di non poter ribattere e preferì mantenere il silenzio. Furono innumerevoli le volte in cui Emma desiderò averlo al suo fianco anche solo per una passeggiata, per un pomeriggio di studi o per guardare un film distesi sul letto a commentare tra loro i protagonisti, la trama e il doppiaggio. 

Si ritrovò spesso a ripensare al loro finto appuntamento di San Valentino, a quanto lui si fosse impegnato per quella serata, a quanto si fosse divertita e, soprattutto, a quanto lui fosse stato dolce prima di salutarsi. Aveva sempre avuto un'opinione positiva di Mattia: era il classico cascamorto, certo, forse era anche ridicolo il modo in cui tentava di approcciarsi quando gli interessava una ragazza, ma in realtà era sempre stato un ottimo amico e, per quanto loro si divertissero a stuzzicarsi e prendersi in giro a vicenda, avevano un legame profondo e invidiabile. Emma provò un moto di fastidio nello stomaco al pensiero di Mattia che provava interesse nei confronti di una qualche sconosciuta e ripensò con astio alla ragazza che le aveva chiesto il suo numero durante la festa di Halloween. Le alleggerì la testa il pensiero che erano mesi e mesi che Mattia non aveva appuntamenti, che non si sentiva con qualcuno, che non conosceva nessuna. Allo stesso modo, però, tornò a ripensare a quando aveva scoperto il suo pigiama nello zaino. Riprese a chiedersi da chi avesse dormito o da chi sarebbe andando a dormire, per di più dicendole una bugia. Si rese conto presto che, in teoria, non erano assolutamente affari suoi, ma, contemporaneamente, si ritrovò a ragionarci su temendo che si trattasse dell'unica ragazza che gli aveva visto attorno, la stessa con cui l'aveva visto scambiarsi un saluto affettuoso.

Si consolò pensando che se lui avesse avuto una nuova fiamma glielo avrebbe sicuramente detto. Poi, come un fulmine è in grado di spezzare un albero, il pensiero che Mattia avrebbe potuto tenerglielo nascosto le spezzò la testa. Forse non si sentiva sicuro di confidarsi con lei per via dei rapporti avuti in Francia. Emma scosse la testa cercando di focalizzarsi su altro, non voleva assolutamente concentrarsi sul timore di aver rovinato il suo rapporto con lui per del banale sesso. Per lei non era stato banale, ovviamente, ma non c'era nulla tra loro ed Emma non volle condizionarsi ancora di più con le sue paranoie. Si chiese cosa avesse provato lui, ma sapeva che sarebbe rimasto un mistero perché non ne avrebbero mai parlato. Lei, almeno, non avrebbe mai approcciato quel discorso. Lasciò cadere quel pensiero e si impedì di tornarci su.

Si concentrava sui progetti che voleva presentare alla professoressa una volta ricevuto il responso dell'ultimo concorso, approfondiva le sue letture e le sue conoscenze di francese, in qualche modo tendeva a tenersi costantemente aggiornata su tutto quello che le interessava. Un giorno, Aurora passò da lei per aiutarla a ripetere un esonero che avrebbe dovuto affrontare oralmente qualche giorno dopo. La sua prestazione su perfetta, senza nessuna sbavatura negli argomenti, ne indecisione nelle parole o nel formulare le frasi. Ne fu estremamente soddisfatta.

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