Capitolo 21

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Tutto tornò velocemente come era prima: sveglia, doccia, caffè, lezione, appunti, caffè, lezione, pausa, pranzo, lezione, appunti, caffè, lezione, pausa, lezione, merenda, lezione, appunti, studio, cena, pigiama. 

Le giornate erano monotone e lente, Emma si era incastrata in un loop che le pareva infinito. Non riusciva a spezzare nemmeno vedendosi con gli amici perchè era diventato difficile incastrare le varie lezioni e gli impegni di tutti. Ovviamente Viola frequentava più Edoardo, Alessandro viveva con Simone e Aurora si faceva troppo viva con Emma, e le poche volte in cui invece aveva provato a sentirsi con lei era Emma a tergiversare sentendosi insicura di confrontarsi con lui. 

Concentrò le sue energie nello studio così da sentirsi valida, produttiva, così da dimostrare a se stessa e agli altri che era brava e contare qualcosa. Provò a contattare per e-mail il professore che l'aveva candidata al progetto di design per chiedere informazioni riguardo alla selezione o alla vincita o ad eventuali pareti della giuria. Cominciava a temere davvero di non aver prodotto qualcosa di abbastanza valido da essere scelto. In realtà, quello era proprio il periodo in cui avrebbe dovuto già ricevere notizie e avendo subito il silenzio da ogni fronte aveva paura di non essere passata. Non appena inviò l'e-mail, tirò un sospiro di sollievo e volle farsi una doccia mentre attendeva una risposta.  

Da quanto si era tinta di nero i capelli, le doccia sembrano un inferno, con i piedi immersi dell'acqua di marrone scuro e il colore che le scendeva lungo la palle, soprattutto ogni volta che li sciacquava dallo shampoo o li pettinava quando applicava balsamo e maschere per capelli. 

Non passò l'asciugacapelli, non lo faceva mai. Piuttosto, preferiva pettinarli, applicare un prodotto cremoso e tenersi in testa un turbante con un asciugamano fino a quando non si asciugavano da soli, anche perché li teneva corti sopra le spalle e non ci mettevano molto. Era una questione di stile e di comodità, Emma aveva sempre tenuto i capelli più corti delle altre sue amiche e li colorava spesso, convinta che in qualche modo la sua bellezza non sarebbe stata sotto a quella delle amiche che, invece, risaltava di più. 

Quando la chiamò Mattia, decise che non avrebbe risposto. Parlava con sua zia e Valentin in realtà, ma sapeva dentro di lei che non avrebbe risposto comunque. Sperò per un brevissimo istante che Mattia insistesse, la richiamasse, dimostrasse che ci teneva, gli interessava davvero sentirla e parlarle perché quello che le diceva era vero: lei gli mancava. Ma non fu così. L'amico non si fece risentire, attendendo un approccio da parte di Emma che però tardava ad arrivare.  


Si avvicinava la sessione estiva e il caldo batteva sul viso e sulla testa di Emma mentre lei andava avanti e indietro per il campus: si teneva indaffarata con le ultime lezioni, partecipava a gruppi di studio con colleghi, prendeva gli ultimi appunti nel corso di francese pronta per completarlo e soddisfatta del risultato, non frequentava la mensa e mangiava qualcosa al chiosco o andava a fare un po di spesa per tenere prodotti pronti in camera, riprese gli incontri settimanali con la professoressa nella speranza di essere scelta come vincitrice di quel concorso o anche solo di fare progressi e ricavare idee, studiava per gli esami chiudendosi nella sua stanza. Di tanto in tanto Emma passava in biblioteca per recuperare un testo o un dizionario e quando ci trovava qualche compagno si abbandonava per breve tempo a qualche chiacchiera, ad un caffè in compagnia o una sigaretta fumata insieme a loro e in quei momenti sembrava rinascere. 

Le mancava la vita sociale, il contatto umano di cui si privava per chiudersi in se stessa e impegnarsi per non pensare: qualche volta Alessandro si faceva sentire ed Emma accoglieva con piacere quei tentativi, ma lui era troppo intimo e vicino alla sua vita e agli altri e lei preferiva non uscire insieme a lui o al fidanzato per evitare che si accorgessero di qualcosa di strano.  Alla fine si rese conto di essersi nuovamente isolata, chiusa in se stessa, come l'anno precedente: ma, per quanto non le piacesse come soluzione e si rendesse profondamente conto fosse sbagliato sia nei sui confronti sia nei confronti degli amici, sapeva che loro erano abituati alle sue sparizioni momentanee. Soprattutto a ridosso degli esami e quella continuava ad essere un'ottima scusa. Non avrebbe mai creato sospetti al gruppo, poiché erano tutti impegnati a studiare e dare il massimo per togliersi le sessioni, sentirsi un po' liberi e poi continuare a studiare. 

Good Positions IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora