Capitolo 14

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Il clima cambiò lasciando che il sole e il cielo azzurro spodestassero quei nuvoloni grigi che costantemente minacciavano di gettare pioggia sul campus. Le foglie riapparvero sugli alberi ombreggiando la fontana centrale e i tavolini del chiosco al centro della piazza, le margherite iniziarono a sbocciare nel prato e il vento gelido si placò riducendosi a una brezza leggera e rinfrescante. Ogni tanto la pioggia scendeva leggera, ma non era problematica per i frequentatori dell'università: bastava un cappotto o un capello per ripararsi senza il rischio di ammalarsi o arrivare nelle aule gocciolanti. 

Emma aveva preso l'abitudine di dormire con le finestre aperte, in modo che l'aria passasse anche attraverso i fori delle tapparelle. La sessione, per lei, era stata impegnativa e turbolenta, carica di infinite pause in cui comunque preferiva riposare sul letto che vedere i suoi amici per un caffè. Era riuscita a ottenere ottimi voti, gli stessi di cui era ghiotta la sua media e che le per anni le avevano fatto credere di valere qualcosa. Ma aveva già imparato la lezione: non informò i suoi genitori con la speranza che l'apprezzassero e fu contenta di sapere che, al contrario, i suoi amici le fecero le feste per la buona riuscita di quella sessione. Scrisse un veloce messaggio alla zia, quello che lei definiva di aggiornamento. Non si sentivano spesso, ma ogni tanto si scrivevano per sapere come stessero procedendo le cose. 

Emma mandò i saluti di Mattia anche se non vedeva l'amico da un po' poiché la zia chiedeva sempre di lui ed Emma voleva ringraziarla anche da parte sua per l'ospitalità e, in qualche modo, per far sentire ad Agnese che l'affetto fosse ricambiato da parte di entrambi. Tenne a mente di raccontare a Mattia che sua zia chiedeva di lui sapendo fosse cosa gradita. 

Era intenta in una lettura di piacere quando il cellulare le squillò e lesse il nome di Aurora sullo schermo. Rispose con un sorriso e un tono tranquillo, ma il suo volto cambiò notando la voce dell'amica. 

"Mattia mi ha chiesto di studiare insieme" le disse frettolosamente ed Emma chiuse immediatamente il libro perdendo il segno della sua lettura. 

"Cioè?" 

"Mi ha chiesto di vederci per un caffè, sono andata e mi ha chiesto di studiare insieme di pomeriggio, come faceva con te. Ha detto che questa sessione è stata tosta, ma se l'è cavata bene, ma che ha capito di studiare meglio quando ripassa gli appunti e ripete le lezioni insieme a qualcuno e quindi l'ha chiesto a me. Che faccio?" spiegò Aurora in fretta per poi restare in silenzio aspettando la risposta di Emma. 

La ragazza li, su due piedi, non seppe cosa rispondere e si prese del tempo per rispondere iniziando una serie di infiniti ragionamenti. Non riuscì a capire perché Mattia si fosse rivolto a lei anzichè continuare con Emma ed ebbe il terrore che lo avesse fatto per porre una distanza fra di loro. 

"Tu che vuoi fare?" rispose alla fine semplicemente aggrottando le sopracciglia. 

"Per me non è un problema" continuò a parlare la bionda "ma se per te lo è mi invento qualcosa e rifiuto."

"No, figurati" rispose Emma, anche se in fondo le dispiaceva quella dinamica "non penso che sia un problema. Però...grazie per avermelo detto. Ok. Va bene, si, certo" parlottava Emma sforzandosi di sembrare tranquilla alla sua amica. Pensò che, in realtà, se Aurora l'aveva subito avvisata, ancor prima di rispondere a lui, forse il marcio lo aveva visto anche lei. 

Emma scrisse al suo amico solo tre giorni dopo: avrebbe voluto sentirlo subito per indagare e fare chiarezza con lui e con la sua stessa mente, ma si frenò per non creare in lui dei dubbi e far crollare il suo piano in partenza. Gli propose di fare aperitivo inisieme; Mattia ridusse l'appuntamento ad un caffè. Emma accettò e si ritrovò a prepararsi con attenzione per uscire con lui. Infilò un paio di jeans scuri e una camicetta nera scollata, poi si truccò abbastanza e si spruzzò il suo profumo preferito. Indossò un capotto leggero e prese una piccola borsa elegante e griffata che riempì con il necessario per uscire: sigarette, portafoglio, tessera, fazzoletti e il rossetto che aveva usato per truccarsi nel caso avesse avuto bisogno di un ritocco.

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