Diamond 3

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La speranza è come il sole,
che proietta le ombre della nostra vita dietro di noi.
Samuel Smiles

Non ci pensare.
Chiudi gli occhi.
Stringi il cuore e abbandona l'anima.

Ascoltami Diamond, reagisci. Non permettere a un simile mostro di piegarti. Non cedere alla debolezza. Mi hai fatto una promessa in passato, è arrivato il tempo di mantenerla.

Apri quella porta.

Non ti nascondere come sei solita fare. Non arriverà nessuno a proteggerti. Sii l'eroe di cui avevamo e abbiamo bisogno. Reagisci.

Non voglio più essere la vittima, voglio essere io la carnefice. Difenditi. Attaccalo.

Dimostragli che non sei una debole, dimostra al mondo intero che possiamo plasmare il nostro destino, che possiamo emergere con potenza. Dimostralo ora, Diamond One. Rendimi orgogliosa.

Mi voltai, distogliendo lo sguardo dallo specchio con cui avevo bloccato la maniglia della porta. Ignorai le parole della bambina nel riflesso, mettendo a tacere la sua voce, la mia voce, la me bambina. Aveva ragione, dovevo reagire, aprire la porta e affrontare Eros. Tuttavia, avevo paura di quello che sarebbe potuto accadere dopo. Mi avrebbe costretta a piegarmi, lacerandomi con violenza, assorbendo le mie grida come fossero una dolce melodia. Avrebbe violato la mia essenza, obbligandomi a diventare sua, come se fossi un oggetto da usare a suo piacimento, un giocattolo pronto a soddisfare le fantasie degli uomini.

Appoggiai la testa contro la parete e chiusi gli occhi, sentendo le guance umide. Non avrei mai potuto mantenere la promessa fatta alla bambina; non sarei mai riuscita a diventare io stessa la carnefice. Come avrei potuto farlo in un mondo in cui il potere era nelle mani degli uomini, in cui la donna era spesso considerata poco più di un oggetto, un pezzo di carne. Un mondo che riduceva il genere femminile a un passatempo senza diritti o obiettivi indipendenti. Un mondo che mi aveva respinto ripetutamente, costringendomi a piegarmi al volere degli uomini.

Non sono mai stata risparmiata.
Nessuno si è mai preoccupato di chiedermi come mi sentissi.
Non ho mai preso decisioni per conto mio.

Avrò mai il diritto di chiamarla la mia vita?

Chiusi le orecchie nel momento in cui diversi spari colpirono la porta della stanza, rompendo la serratura. Un colpo seguito da un altro, i mobili spostati con forza, i suoi passi avvicinarsi e la voce velenosa chiamare il mio nome <Diaamoond> batté contro la porta, una, due, tre, continuò a colpirla con forza. Abbassai lo sguardo sullo specchio posto davanti a me. Vidi la bambina stringersi le braccia, implorandomi con gli occhi lucidi. "Reagisci." mi sussurrò, svanendo nel nulla.

Asciugai le lacrime e mi alzai dal suolo, le avrei dato ascolto, avrei agito, non mi sarei fatta usare senza lottare.

<Se ci riesce, manterrai la tua promessa. Ucciderai lui e poi te stessa.> dissi lentamente, fissando quello che ora divenne il mio riflesso nello specchio. Presi il portasapone di ceramica sopra il lavandino e lo scagliai con forza contro lo specchio. Raccolsi un grosso frammento di vetro nascondendolo dietro la schiena. Effettuai un passo indietro, appoggiandomi contro la parete.

Prigioniera, il mio cuore accelerò il suo battito nel momento in cui Eros si scagliò con violenza contro la porta. Ogni colpo risuonò nella mia mente come un tuono, mandando brividi lungo la mia schiena.

Quella porta divenne l'unica barriera tra la mia sicurezza e la sua brama di possesso. Il confine tra il mio presente e il mio futuro.

Strinsi con forza il frammento di vetro, percependo le gocce di sangue scivolare sul suolo. Chiusi gli occhi, concentrando la mia attenzione su di esse.

The Promise 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora