Eros 21

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La miglior scelta che puoi fare è decidere di non fidarti di nessuno.
Eros Knight


Mossi lentamente le mani, sentendo il dolore pulsare attraverso di esse. Il corpo era privo di forze e la ferita sulla coscia continuava a bruciare.

Riaprii lentamente gli occhi e per un istante vidi tutto nero. Poi alzai lo sguardo e vidi le mie mani legate da una corda appesa al soffitto.

Mi guardai attorno, poi chiusi gli occhi e inclinai la testa all'indietro, cercando di ricordare come fossi arrivato in quella situazione.

Dannazione!

Ho seguito il cuore anziché la mente, ho ascoltato Diamond e ora mi trovo legato in un magazzino abbandonato.

Non riesco a ricordare cosa sia successo la scorsa notte. L'ultima immagine nitida che ho è quella di me seduto con Sveva, bevendo vodka e rum.

La testa pulsava ancora e il corpo sembrava stanco. Tirai le mani cercando di liberarmi, ma senza successo. Mi guardai intorno, ma non vidi nessuno.

<Ben svegliato, Eros Knight.> udii una voce femminile alle mie spalle e, d'istinto, mi voltai verso di lei.

I miei occhi la seguirono attentamente mentre si avvicinava, fino a posizionarsi di fronte a me.

Sorrisi leggermente. <Non mi hai deluso, brava.> affermai con calma.

Ero consapevole che lei non fosse cambiata, stava solo fingendo per ottenere ciò che desiderava di più: la fazione dell'Alpha.

<Ho imparato dal migliore.> affermò, ricambiando il sorriso, prima di avvicinarsi a me.

Le sue gambe erano avvolte in pantaloni rossi di pelle, abbinati a un top nero e a stivaletti dal tacco alto dello stesso colore. Io, invece, ero ancora vestito con la camicia nera e i pantaloni neri che avevo scelto prima di lasciare la villa.

<Errato. Non hai imparato nulla da me. Se l'avessi fatto, non mi avresti condotto in uno dei primi posti dove i miei uomini cercherebbero.> risposi, sollevando lo sguardo e guardandola con enorme sicurezza.

Una mossa furba da parte sua, ma non abbastanza per i Phala. Ogni magazzino abbandonato in Brasile è segnato sulle nostre mappe; sappiamo esattamente dove e quando andare. Di solito li usiamo per nascondere carichi di droga o per uccidere qualcuno senza lasciare tracce. E questo dettaglio è sfuggito a Victoria.

<Perché pensi che voglia nascondermi?> domandò, avvicinandosi e accarezzandomi la guancia con il dorso della mano.

Ignorai la sua risposta, stringendo gli occhi con forza mentre la testa girava e il corpo chiedeva pietà. <Ieri mi hai drogato, vero?> chiesi, riconoscendo i sintomi.

Lei rise, facendo due passi indietro e mettendo le mani nelle tasche. <Ovvio.> rispose. <Sapevo che avresti chiesto un drink al bancone, così gli ho chiesto di aggiungere un po' di cocaina e marijuana.>

Mi venne da ridere al pensiero. Cocaina e marijuana insieme... Questa psicopatica voleva davvero uccidermi.

<E hai anche fatto in modo che io bevessi per amplificarne gli effetti...> alzai lo sguardo verso le mani legate. <Complimenti> dissi sinceramente. <Sei riuscita a cogliermi alla sprovvista.> conclusi, rivolgendo lo sguardo verso di lei. <Complimenti.>

Avrei dovuto prevederlo. Avrei dovuto considerare ogni possibile reazione anziché affidarmi al caso o alle parole di Diamond. Lei non conosce il nostro mondo, ha soltanto creduto al lato angelico mostratole da Victoria, e non posso biasimarla per questo. Chiunque avrebbe fatto lo stesso. Io stesso l'ho sottovalutata.

The Promise 2Where stories live. Discover now