♡ 𝟺 𝙲𝚘𝚖𝚎 𝚗𝚊𝚜𝚌𝚘𝚗𝚘 𝚕𝚎 𝚜𝚝𝚎𝚕𝚕𝚎

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(𝙸𝙽 𝙲𝙾𝙽𝚃𝙸𝙽𝚄𝙰 𝚁𝙴𝚅𝙸𝚂𝙸𝙾𝙽𝙴)

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(𝙸𝙽 𝙲𝙾𝙽𝚃𝙸𝙽𝚄𝙰 𝚁𝙴𝚅𝙸𝚂𝙸𝙾𝙽𝙴)

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♡𝙵𝚊𝚖𝚖𝚒 𝚌𝚊𝚙𝚒𝚛𝚎, 𝚖𝚊 𝚜𝚎 𝚒𝚘 𝚖𝚎 𝚗𝚎 𝚊𝚗𝚍𝚊𝚜𝚜𝚒, 𝚝𝚞, 𝚛𝚒𝚞𝚜𝚌𝚒𝚛𝚎𝚜𝚝𝚒  𝚍𝚊𝚟𝚟𝚎𝚛𝚘 𝚊 𝚟𝚒𝚟𝚎𝚛𝚎 𝚜𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚍𝚒 𝚖𝚎? 𝙸𝚘 𝚗𝚘

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♡𝙵𝚊𝚖𝚖𝚒 𝚌𝚊𝚙𝚒𝚛𝚎, 𝚖𝚊 𝚜𝚎 𝚒𝚘 𝚖𝚎 𝚗𝚎 𝚊𝚗𝚍𝚊𝚜𝚜𝚒, 𝚝𝚞, 𝚛𝚒𝚞𝚜𝚌𝚒𝚛𝚎𝚜𝚝𝚒  𝚍𝚊𝚟𝚟𝚎𝚛𝚘 𝚊 𝚟𝚒𝚟𝚎𝚛𝚎 𝚜𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚍𝚒 𝚖𝚎? 𝙸𝚘 𝚗𝚘. 𝚂𝚘𝚕𝚘 𝚙𝚎𝚛𝚌𝚑é 𝚍𝚎𝚟𝚘 𝚊𝚗𝚌𝚘𝚛𝚊 𝚒𝚖𝚙𝚊𝚛𝚊𝚛𝚎 𝚊 𝚌𝚊𝚖𝚖𝚒𝚗𝚊𝚛𝚎 𝚌𝚘𝚗 𝚕𝚎 𝚖𝚒𝚎 𝚐𝚊𝚖𝚋𝚎.

𝙰𝙼𝙴𝙻𝙸𝙴 𝚂𝚃𝙸𝙻𝙻


Frankfurt diceva che l'amore non è niente di così tanto profondo. Per lui è l'opposto di una dedizione nei confronti della persona amata è, un riuscire a prendersi cura di noi stessi. È amore nei confronti del proprio essere. Così lo definisce. Come qualcosa di più semplice, un desiderio che ci aiuta a scoprirci e a scoprire il senso della nostra vita. E allora perché io non ci stavo riuscendo? E soprattutto, ero d'accordo?

Corsi verso l'uscita senza pensare. Con in dosso solo i miei comodi vestiti e, senza alcun giacchetto pronto a tenermi al caldo. Continuavo a sentire quell'enorme fastidio bruciarmi sulle guance e spezzarmi il respiro. Mi sentii terribilmente affranta da quelle parole. Anche se di lui non conoscevo niente. Di una sola cosa ero sicura: quella era la sua verità.

Il freddo accolse il mio corpo come se esso fosse la mia unica casa. Lo era?

Mi morsi il labbro. Talmente forte che un rivolo di sangue fluì tra i denti andando a toccare la lingua. Ne assaporai il gusto metallico che continuò, noncurante, a espandersi fino al palato. I pensieri, fino ad allora, erano rimasti in disparte, chiusi con un lucchetto abbastanza resistente da non farli scappare. Fossero usciti sarebbe stato un grave disastro. Nessuno doveva sapere chi era la vera Beatrice.

«Hey, stai bene?» Steve apparve dietro di me poggiando una mano sulla mia schiena con una tale dolcezza che il mio cuore si restrinse come fosse rinchiuso in una morsa.

Mi venne da piangere, ancora. Mi guardai le dita delle mani tremanti sorridendo amaramente, sentendo subito scivolare il suo palmo via da me. Un tiepido calore se ne andò portato via da esso.

«A che cosa pensi quando la gente ti guarda?» Glielo chiesi così, come fosse la cosa più naturale al mondo. Non lo era, anzi di sicuro stavo toccando un tasto troppo personale. Non mi importò. Dovevo sapere, giusto per capire se fossi l'unica a ragionarci.

Lo vidi pensarci un attimo prima di rispondermi, guardandomi.

«Mh. Sinceramente non saprei.» Spiegò alla fine lui senza pensieri.

Cosa? Impossibile. Eppure, mi sembrò sincero. L'aria gli sferzò i capelli facendoli oscillare al ritmo del vento, mentre io alzai la testa al cielo per osservare le sue meravigliose stelle. Adoravo quelle piccole sfere splendenti. Forse, anche io un giorno sarei riuscita a risplendere al buio proprio come loro. 

«I tuoi occhi sono...» Azzardò a dirmi.

Non volevo saperlo.
Non volevo sentire.
Lo intuii da me quello che stava per dire.

Il dolore nel cuore prese a distruggermi. Mi affrettai a parlargli sopra, senza fargli terminare la frase.

«Adoro guardare le stelle.» Ribattei lapidaria girando lo sguardo per osservarlo.

Nei suoi occhi lessi una certa comprensione, infatti non continuò quella frase.

Non rispose, ma di conseguenza alzò il volto verso di esse anche lui. Lo seguii perplessa ripensando al bellissimo sconosciuto.

Respirai a pieni polmoni chiudendo le palpebre.

Grazie al tempo avevo compreso che il male arriva sempre nei momenti in cui la mente si riposa un pò di più. Quando i pensieri si calmano trovando una pace interiore in grado di fargli capire che è vero quando dicono che riescono a farci del male.

Avevo versato tante lacrime in quegli istanti. Ogni notte, prima di dormire, mi chiedevo, come una bambina si meritasse davvero tutto quel dolore. Non lo avrei mai saputo. Quando si viene giudicati è difficile arrivare a una verità.

Speravo in una vita migliore o in una salvezza per fuggire lontana dal peso che ogni giorno mi premeva sul petto schiacciando sterno e cuore. Fu solo andando avanti e crescendo, che capii la sua importanza. La necessità di provare quel tormento.

Come?

Una sola cosa ci fa più paura della sofferenza, essa prende il nome di solitudine. Non c'è insegnante migliore di lei. Un vuoto che ti insegna a vivere. Per te stessa, in te stessa e fuori di te.

Adeline, un giorno parlerò di te.

«Particolari. I tuoi occhi sono particolari.» Sorrise.

Un gesto sincero e senza conseguenze. Senza mezzi fini, senza niente che mi toccasse l'anima per doverle fare del male. Fu lì che capii. Capii tutta quella rabbia, tutta la mia agitazione...capii me stessa.

Per un attimo, avrei scommesso di essere bella per qualcuno. Nonostante la mia debole luce.

Piansi in silenzio, nascondendo le lacrime scese sulle guance il più possibile. Mi girai di spalle per tornarmene dentro al locale.

«Sarà meglio rientrare, ho bisogno di andare al bagno.» Dovevo calmarmi e questa volta da sola.

Mimò un sì con la testa prima di seguire la mia esile figura. Lasciando così le piccole lanterne al loro impercettibile ma importante destino.

Illuminare il buio

❥❥❥

♡𝓢𝓹𝓪𝔃𝓲𝓸 𝓐𝓾𝓽𝓻𝓲𝓬𝓮♡

Cari lettori, questa volta abbiamo una novità?
Chi è Adeline?
Solo i ricordi ce lo diranno, quindi non perdetevi il resto!
Grazie a tutti, vi mando un grande bacio.
Dalla vostra Amelie Still. 📚💕

𝙱𝚄𝙾𝙽𝙰 𝙿𝚁𝙾𝚂𝚂𝙸𝙼𝙰 𝙻𝙴𝚃𝚃𝚄𝚁𝙰

♡ 𝙰𝙶𝙰𝙿𝙴 𝚙𝚎𝚛 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚎 𝚕𝚎 𝚟𝚘𝚕𝚝𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚑𝚘 𝚙𝚛𝚘𝚟𝚊𝚝𝚘 𝚊𝚍 𝚊𝚖𝚊𝚛𝚎 Where stories live. Discover now