Avevo capito molte cose nella mia vita. Avevo capito come non soffrire più per una persona, come curarmi da sola le ferite, come piangere in silenzio e poi fingere che niente fosse mai successo. L'unica cosa che non mi era ancora chiara era come riconoscere l'amore, ma lui me lo stava insegnando.
Lo guardai smarrita, come chi guarda il cielo stellato e pensa alla sua vita. Sembrava che qualcosa gli si fosse acceso negli occhi, forse un fuoco, forse una luce. Ero stata io a fargli quell'effetto?
I suoi respiri erano profondi e veloci. I capelli appiccicati alla fronte e bagnati di sudore andavano a incorniciare il viso stanco. Solo una cosa riuscii a leggere nell'espressione che fece nel momento in cui mi aveva guardata: "Sei tornata da me."
Sì ero lì per lui. Ero lì perché la vita ti cambia e soprattutto ero lì perché in lui c'era qualcosa che solo io riuscivo a vedere. Amore.
«Perché sei venuta?» Chiese con il fiato spezzato, mentre una goccia staccata dal rosso ciuffo gli ricadde fino allo zigomo.
«Volevo solo assicurarmi che stessi bene.» Sentivo le mani formicolare e gli occhi bruciare come dopo un'ora di pianto.
Gli guardai le labbra, quelle labbra morbide che avevano baciato il mio collo provocando desideri nascosti e bollenti. Perché ero così attratta da lui? Abbassai lo sguardo verso i suoi pettorali imperlati di sudore, scendendo lentamente sull'addome fino...
