il suo ricordo diventava come un coltello affilato nel petto, ogni volta, sempre di più.
Cercavo di distrarmi, di non pensare, di fortificare il corpo per indebolire la mente. Rivivevo ogni giorno quella scena, come non fossero passati ormai tre anni. Il suono delle urla, la disperazione sul volto, le lacrime deboli che rigavano le sue guance arrossate dalla vergogna, dal terrore di quella violenza.
Avrei giurato di essere abbastanza forte per sovrastare ogni male, ma quello fu qualcosa di più grande, anche di noi stessi. Me ne andai abbandonando casa, il Wisconsin e i miei genitori, qualsiasi cosa potesse ancora imprimere il suo ricordo nella mia mente.
La guardavo in preda ai dubbi, una rabbia iniziò a espandersi dentro di me, ma l'accantonai. Il cuore continuava a urlarmi di aiutarla e prendermene cura. Se fossi riuscito a farlo, almeno con lei, mi sarei sentito meno in colpa, forse avrei fatto quello che non ero riuscito a fare per Lily...mia sorella.
Le accarezzai i capelli mentre lei, seduta sulla panca, continuò a stropicciarsi gli occhi senza aver ripreso del tutto conoscenza. Un gesto che in passato mi veniva del tutto spontaneo. Era così fragile, così piccola. Un dolore si inerpicò nel cuore e una rabbia nascosta si accese ancora dentro di me.
«Stellina.» Sussurrai senza accorgermene e senza che lei mi sentisse, prima che iniziasse a scusarsi.
Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
