«L'hai inviata?» Domandai con le mani davanti al volto e solo un occhio scoperto dalle dita per non guardare.
L'ansia era qualcosa che non riuscivo a controllare, ma in quel momento, l'euforia riusciva ad appianare ogni pensiero negativo.
«Se hai dubbi controlla pure.» Replicò con un sorriso a trentadue denti, mettendo lo schermo del telefono davanti al mio volto.
Doveva essere un semplice appuntamento, ma Steve era riuscito a sorprendermi e farmi andare nel panico nello stesso momento. Sbattei le palpebre varie volte dopo essermi tolta i palmi da davanti allo sguardo, per riuscire a focalizzare l'immagine luminosa del sito universitario.
"Richiesta inviata, stato di attesa: in corso."
Tremai nel leggere quella frase impressa su uno sfondo bianco splendente, tutto in me si bloccò, persino il mondo sembrava essersi fermato.
«Oh mio Dio, oh mio Dio!» Iniziai a urlare, camminando avanti e indietro senza essermi accorta di essere arrivata davanti l'entrata del parco. «Devo-devo chiamare mio padre!» Affermai, terrorizzata.
«Beatrice.» Cercò di calmarmi lui.
«E ora? cosa dirò a mia madre? E Crystal? Oh mio Dio! Non dovevo farlo, non dovevo.» Non andava bene, quelle reazioni erano sbagliate, mi stavano innervosendo mi stavano mandando nel panico.
Afferrai la testa fra le mani facendo scompigliare i miei lunghi capelli sciolti che ricaddero leggeri tra le braccia. Il cuore prese a martellare nel petto in maniera smisurata e il respiro iniziò ad appesantirsi sempre di più .
