Capitolo 22

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Mi sveglio di soprassalto nel cuore della notte, ho fatto l'incubo peggiore del pianeta. Alessandro stava male e se ne andava proprio tra le mie braccia. Senza rendermene conto sto piangendo silenziosamente, Andrea dorme e non ho intenzione di svegliarlo, così come tutti gli altri quindi decido di alzarmi silenziosamente e andare in cucina a bere un bicchiere d'acqua.
Resto sorpresa dal fatto che ci sia già mio fratello, evidentemente nemmeno lui dorme bene.

Io:"Ehi." Álvaro si gira e mi sorride lievemente.
Á.M:"Cosa ci fai sveglia?" Prende una tazza anche per me e ci versa dentro la camomilla.
Io:"Niente, ho fatto un brutto sogno."
Á.M:"Come stai? So quanto stai soffrendo, ma sono qua per te sorellina." Guardo Álvaro negli occhi e automaticamente torno indietro di dieci anni, quando io ero una bambina e lui un ragazzo che si affacciava al calcio che conta. Álvaro è sempre stato il mio tetto, il mio riparo, il mio posto sicuro. Quando ero piccola e c'erano i bambini che mi prendevano in giro perché non avevo i genitori, io rispondevo sempre dicendo che tanto avevo mio fratello, bastava quello per me, sapere che anche se non avevo una mamma ed un papà, io avevo il mio Álvaro.

Á.M:"Ti ricordi quando hai fatto quella brutta caduta dall''altalena da piccola?"
Io:"Certo, Pedri ha pianto per una settimana perché pensava non uscissi più dall'ospedale."
Á.M:"E ti ricordi cosa ti ho detto quando piangevi perché ti era rimasta la cicatrice sulla pancia?"
Io:"Mi hai detto che quel segno l'avrei dovuto portare con orgoglio. Dimostrava quanto ero stata forte e ne sarei dovuta andare fiera. E, soprattutto, non mi sarei dovuta dimenticare il modo in cui me l'ero procurata."
Á.M:"È questo che vorrei dire ad Ale una volta uscito dalla sala operatoria. È solo un bambino e già deve affrontare qualcosa che è enorme per noi, figuriamoci per lui."
Io:"Ale è figlio tuo e di Alice, è forte per genetica. Sono sicura che supererà la cosa in modo molto veloce. Se poi volete lasciarlo qua qualche giorno per farlo stare sereno non ci sono problemi, lo sai."














La mattina dopo io e Álvaro abbiamo due occhiaie che fanno paura, siamo andati a dormire alle cinque del mattino ed ora, che sono le otto, siamo già in piedi.
A.C:"Va tutto bene?" Guardo Andrea che sta preparando il caffè e annuisco distrattamente, vorrei solo tornare a dormire.
P.D:"Ma avete dormito?"
Á.M:"Ovviamente no. Voi invece?" Loro annuiscono e, dopo aver finito la colazione, prepariamo i bambini.
Leo, Edo e Bella verranno al parco con me e Andrea mentre Ale andrà in ospedale con gli adulti.
Ho mandato un messaggio a Dusan per farlo venire, lui si diverte sempre con i bambini.




Mentre siamo al parco a fare giocare i bambini, Leo si avvicina a noi.
L.M:"Zia Maya, ma Ale morirà?" Resto pietrificata davanti a questa domanda. Come può un bambino di cinque anni fare una domanda del genere? Non dovrebbe nemmeno pensarci.
A.C:"No piccolo. Ale deve solo fare qualche controllo, ma tranquillo che tornerà presto a giocare con voi."
D.V:"Leo! Vieni a giocare? Non puoi lasciare Edo e Bella da soli!" Leonardo corre subito dal serbo e tornano a giocare insieme, ma io non riesco a trattenere una lacrima solitaria.

A.C:"Amore, Ale starà bene, vedrai."
Io:"E se non dovesse essere così? Insomma, nessuno ci dà la certezza!"
A.C:"Alessandro è figlio di tuo fratello e di Alice, è forte per DNA." Lo guardo spalancando gli occhi, avrà sicuramente sentito la conversazione con Álvaro di questa notte.
Io:"Hai origliato mentre parlavo con Álvaro?" Lui mi guarda alzando un sopracciglio e nega con la testa. Allora è veramente destino, era già successo con la frase di Paulo e oggi con la mia, che sia veramente l'uomo della mia vita?












Pov's Andrea

Maya e Dusan stanno giocando con i bambini nella piscinetta di sabbia che c'è al parco, io li guardo dalla panchina e penso a quanto io sia una persona di merda.
Amo Maya, probabilmente più della mia stessa vita, ma la verità è che Marina non era venuta da me per chiedermi soldi ma per avvisarmi del fatto che è incinta, di me.
Io non le ho creduto inizialmente, così abbiamo fatto il test di paternità ed è risultato che sono veramente io il padre del bambino. Avrei voluto parlarne con Maya, ma la malattia di Alessandro prima e l'arrivo della sua famiglia poi mi hanno imposto, indirettamente, di aspettare dato che non potrei mai darle un'ulteriore notizia orribile.
Ovviamente non l'ho tradita, la gravidanza risale a prima che ci mettessimo insieme, ma comunque so con certezza che non la prenderebbe bene com'è normale che sia.

D.V:"Quando glielo dici?" Lui lo sa, così come altri miei compagni di squadra dato che avevo bisogno di un consiglio.
Io:"Non lo so, ora non è sicuramente il momento, non voglio darle un'ulteriore pessima notizia." Dusan annuisce e, dato che si è fatto tardi, torniamo a casa.










Pov's Maya

Torniamo a casa dal parco ed io sono sfinita, giocare con i bambini tutte quelle ore per distrarli non è mai stato così faticoso.

P.D:"Vi siete divertiti al parco?" Paulo prende in braccio Bella che subito gli sorride, è innamorata pazza del suo padrino.
Io:"Come sta Ale?"
A.C:"I dottori sono positivi sull'operazione, non dovrebbero esserci complicazioni."
Io:"Quando sarebbe?"
Á.M:"Tra una settimana." Annuisco sfinita e mi butto sul divano.

I bambini hanno mangiato e ora sono a letto, mentre noi siamo a tavola a chiacchierare del più e del meno.
P.D:"Andrea, ti stai comportando bene con Maya vero?" L'acqua va di traverso al mio fidanzato e non capisco il motivo, forse non si aspettava la domanda.
A.C:"Certo, spero di trattarla come merita ogni giorno." Annuisco sorridendo e appoggio la testa nell'incavo del suo collo.





Dicembre è sempre stato il mio mese preferito, amavo l'aria natalizia e le decorazioni in giro per la città, ma quest'anno è decisamente diverso.
Andrea ovviamente non può mancare agli allenamenti quindi spesso è via, io non vado più a vederli perché non ho la forza di uscire di casa e poi voglio stare con la mia famiglia.
Speriamo che questa settimana passi in fretta e che mio nipote guarisca, conta solo questo per me, il resto è tutto in secondo piano.

Il numero fortunato/Andrea Cambiaso Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora