1.21 ● QUANDO MI ALZAI IN PIEDI

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TW: linguaggi offensivi verso alcune categorie di persone fanno parte dei personaggi e non rispecchiano il pensiero dell'autore

N.B. Gli errori grammaticali, ripetizioni di parole e modi di dire (anche nella stessa frase) sono fatti apposta per le caratteristiche del personaggio.

Il secondo giorno, appena salito in autobus, Codie Everett mi urlò addosso. «Guarda la grassona! Tiene due posti solo lei! Scendi che appesantisci l'autobus.»

Dagli ultimi sedili ci furono delle risate e io mi sentii calda in faccia. Frenai le lacrime, ma avevo voglia che il sedile si sciogliesse sotto di me per nascondermi. Appoggiai la guancia sul finestrino freddo. Il fiato mi mancava, come se avessero tolto tutta l'aria dall'autobus.

Non gli dare retta, Juno, come con il secchione, non dare retta a nessuno.

Mi ricordai le sue parole di critica, che mi fecero venire mal di stomaco e voglia di vomitare la colazione.

Misi le cuffie e le risate di Codie si allontanarono e con lui tutti i suoi amici sul veicolo. Mi concentrai sulle canzoni di EL e iniziai a cantare piano la poesia di epica con le note di 'Symphony of Myself'. Ma poi, la voce di Codie si fece più forte di fianco a me, finché mi afferrarono a una spalla. Con uno scatto mi alzai: lui era lì col suo ghigno, aveva anche qualche dente storto. In quel momento, le parole di EL dalle cuffie mi diedero forza, dicendo di lottare, sempre. Anche io avrei lottato.

Gli urlai la prima cosa che mi venne in mente. «Ehi! Io sarò anche grassa, ma se mi metto a dieta dimagrisco» presi respiro un paio di volte, col fiatone «Codie, il tuo nome ridicolo te lo dovrai tenere tutta la vita! Ridicolo come la tua faccia da merluzzo.»(1)

Gli puntai il dito addosso, proprio vicino al naso.

Lui smise di ridere di botto e mi osservò ad occhi aperti immobile. Tutto il bus si mise a parlare della sua faccia da merluzzo, mentre lui non diceva più niente.

Girai la testa, dei ragazzi avevano il pollice in alto e mi sorridevano.

Alcune ragazze applaudivano «Hai avuto quello che ti meriti, Codie»

«Vai così, nuova arrivata. Se lo merita.»

Le parole di EL si confusero con gli eccitamenti e mi sentivo eccitata anche io.

Andando a scuola, avevo la sensazione di non toccare nemmeno il marciapiede. Mi sentivo leggera, tra i corridoi mi sembrava di volare per la vittoria, tutti mormoravano che avevo messo a tacere Codie Everett.

Janine si sedette accanto a me durante il pranzo, insieme a Juliet.

«Abbiamo saputo della tua avventura con Codie» mi sorrise.

Tirai su le spalle soddisfatta «Io credo che sono scemi. Nessuno gli ha mai risposto. Basta proprio poco per metterli KO».

«Certo che non ti perdi d'animo nemmeno se ti hanno preso di mira» mi sembrò soddisfatta.

«Diciamo che mia nonna mi ha forgiata bene.»

Non dissi a Janine che a casa mi prendevo delle botte dalla nonna ogni volta che rispondevo male, ma non potevo evitarlo, rispondere alle ingiustizie era più forte di me. Anche se alla fine mi rifugiavo in bagno a piangere per ore. Ma in quel momento non mi sentivo di piangere. Ero convinta di aver raggiunto una piccola vittoria.

«Ma perché l'autista non gli ha detto di stare al suo posto, non lo capisco». Ci avevo fatto caso a quella cosa. «Da quello che mi raccontava la mia amica Rita, a Seattle il conducente ti sbatteva giù dal bus se solo qualcuno si alzava e urlava».

Juliet sbandò la forchetta per aria «Ma non lo vedi quanto è scemo Codie? Ross e Seb sono migliori amici. Come ti ho detto ieri, Codie se lo tengono solo perché può coprirgli le spalle con lo zio nella polizia.»

Piantò con violenza la forchetta su qualche fagiolino. «E non capisco perché ti abbiano presa di mira. Sei qui da meno di dieci giorni. Che coglioni.»

Sean arrivò davanti al tavolo «E sono anche vendicativi.» Era senza vassoio, le braccia gli pendevano lungo i fianchi, aveva un graffio lungo sul collo e una parte della maglietta tagliata e il viso era rigato da lacrime. Tirò su col naso e rimase in piedi, immobile.

A vedere quel graffio mi tirai indietro, e mi misi una mano sul collo nello stesso punto dove lui aveva il segno rosso.

Mi fissò con gli occhi arrossati «Non si risolverà mai niente. Ti conviene prendere la scorta.»

Juliet si alzò e gli passò un dito sopra al segno rosso. «Sean, cos'è successo?»

Lui si voltò e ci fece vedere il coppino. «Brad mi ha tagliato il codino» si girò di nuovo e mi indicò «Ha detto che lo ha fatto perché tu hai risposto a Codie sull'autobus.»

Mi sentii male: io mi ero messa contro quei tizi, ma non volevo fare del male a qualcun altro «Scusa, Sean. Io non...»

Scosse la testa «Non sei tu, non te l'ho detto per accusarti» si sedette vicino a me. «Ma loro non si fermano davanti a queste cose.»

Col tono di voce non sembrava volermi dare la colpa: era più rassegnato. Forse non era la prima volta che quei bulli gli facevano delle cattiverie.

Janine picchiò un pugno sul tavolo e le forchette rimbalzarono «Vendetta trasversale. Ci vogliono mettere gli uni contro gli altri.»

Si fece molto più silenzio attorno a noi e lei continuò a parlare ad alta voce «Per poco non lo ammazza» puntò il dito sul segno del nostro amico e poi, quasi correndo, uscì dalla mensa gridando. «Brad! Bradley Ross! Fatti vedere, bastardo.»

Guardai Janine con un po' di paura «Se proprio ci va male, abbiamo tua sorella che ci difende», anche se non ero molto convinta.

Sean tremò e si abbracciò da solo «Secondo loro, noi del club di EL siamo degli sfigati, e hanno detto che prima o poi raderanno i capelli a tutti.»

Janine si mise una mano in testa. «Che ci provi! Gli depilo il pube.»

Le feci mezzo sorriso e ricordai quello che avevo detto di secchione il primo giorno di scuola. «Ho notato che ha una macchina gigante, un pick-up. Quindi sotto non ha niente, vero?»

Sean appoggiò i gomiti sul tavolo e avvicinò la testa verso me e Janine «In effetti girano voci nello spogliatoio dei ragazzi, dicono che non sia molto dotato, lì sotto.»

La mia amica fece di sì con la testa «L'ho sentita anche io questa storia» e si mise a ridere.

La mia amica fece di sì con la testa «L'ho sentita anche io questa storia» e si mise a ridere

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Nota autore

(1) il nome Codie ricorda la parola 'merluzzo' in inglese che si dice COD, per cui Juno fa il gioco di parole tra i due

Lo so, è breve. Spero almeno che sia intensa. Insomma, un po' come si dicono certi uomini, no? Non è importante la lunghezza ma l'intensità.

Ecco, continuiamo a illuderci, poveri noi.

Piace la nuova nota autore? Penso che sia un po' più semplice, ma non cambio quelle precedenti, mi tira il cu- NON NE HO VOGLIA.

Ci leggiamo domenica! 

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