Prologo

51.1K 1.5K 183
                                    

DIECI ANNI PRIMA...

– Mamma che cosa faccio se i miei compagni si accorgono che non sono come loro?
– Stai tranquilla e non agitarti altrimenti succederà la stessa cosa che è successa quella volta...
Non era necessario che sua madre aggiungesse altro, sapeva benissimo a cosa si riferiva. La prima volta che era stata in una scuola pubblica insieme ad altri bambini umani si era agitata così tanto che le erano spuntate le zanne. Tutti rimasero a bocca aperta e quando chiamarono sua madre la poveretta tentò di dare una spiegazione, ma come poteva spiegare una cosa che doveva rimanere segreta?
Da allora l'evento si era ripetuto ogni volta che arrivava in una nuova città e in una nuova scuola. La paura di essere scoperta, di essere considerata come un mostro, la faceva agitare così tanto da creare degli incidenti di quel tipo, ma in modo meno pericoloso della prima volta.
Questa volta però era diverso. Non si trovava in una scuola normale ma in quella che più o meno era adatta a lei.
– Non posso farcela mamma!
Sua madre le strinse ancora di più la man – Certo che puoi! Prova a pensare a qualcosa di bello.
– Non so a cosa pensare mamma... tu a cosa penseresti?
La donna sorrise dolcemente e la cicatrice sulla guancia si restrinse un po' – Io penso sempre al tuo papà.
Suo padre... come poteva pensare ancora a lui dopo tutti quegli anni?
Prese un gran respiro e guardò davanti a sé. Erano già davanti alle porte della scuola e la prima cosa che vide fu la grande insegna con su scritto "la forza del lupo è il branco, la forza del branco è il lupo". Aveva già sentito questa frase un milione di volte da sua madre. Come poteva credere in una cosa del genere se fino ad ora erano state solo loro due da sole? Non avevano mai avuto un branco e dubitava che ne avrebbero mai avuto uno. Almeno non si ritrovava da sola, c'era sua madre con lei.
I lupi solitari non avevano una bella reputazione. Sua madre le aveva raccontato che esistevano due tipi di lupi solitari: quelli che sono stati abbandonati oppure quelli che hanno ucciso il loro branco. In ogni caso era meglio non avere a che fare con loro.
– Cassandra – Sua madre pronunciò il nome con un tono dolce e le mise le mani sulle spalle – Stai tranquilla e andrà tutto bene – Le diede un bacio sulla fronte e andò via.
Per sua madre era facile, pensò Cassie, lei non doveva avere a che fare con quello a cui era sottoposta lei ogni volta che entrava in una scuola nuova. L'unica cosa positiva era sapere che in quella scuola non c'erano umani e che erano tutti come lei, o quasi. Non aveva mai incontrato qualcuno che avesse il sangue ibrido come il suo e dubitava che lì ci sarebbe stato qualcuno come lei.
Si fece strada tra i corridoi fino ad arrivare alla sua classe. Quando entrò tutti i banchi erano pieni e ognuno aveva preso posto al fianco del suo compagno, come previsto. Guardando attentamente, scovò un banco vuoto infondo alla classe. Accelerò il passo e nel momento in cui si sedette da un lato del banco qualcuno si era seduto accanto a lei.
Era il classico lupo: carnagione scura, occhi scuri e capelli castani con qualche ciocca tendente al rosso. Era un po' grassottello rispetto ai bambini della sua specie, caratteristica piuttosto insolita secondo Cassie.
– Ciao! Io sono Cameron Fisher! – disse sfoderando un gran sorriso e porgendole la mano.
La bambina prese timidamente la mano di Cameron e la prima cosa che notò era che non solo aveva delle mani caldissime, ma che la sua stretta non era forte ma amichevole – Cassie.
– Solo Cassie?
Non voleva dire il suo cognome. Cosa sarebbe successo se qualcuno l'avrebbe riconosciuta? Se fossero risaliti a suo padre? Lei non voleva che sapessero. Per tanti anni era riuscita a mentire tra gli umani spacciandosi per una di loro, ma adesso si trovava in una città in cui vivevano anche i suoi simili e non era da escludere il fatto che qualcuno poteva riconoscerla.
Come se non fosse abbastanza, l'insegnante decise di presentarla alla classe e la fece anche alzare in piedi – Vi voglio presentare Cassandra Winkler
La bambina sorrise sperando che nessuno dicesse nulla e così fu. Neanche l'insegnante fece troppo caso al suo cognome e Cassie tirò un sospiro di sollievo.
– Hey cos'hai? – le chiese il ragazzino al suo fianco. Lei non rispose, non le piaceva parlare con gli sconosciuti. – Va bene, se non vuoi parlare allora niente... però ti avverto! Non sono uno che parla poco anzi, tutt'altro!

Durante la giornata, come promesso, il ragazzino non fece altro che parlare e Cassie si limitava solo a rispondere a monosillabi o a sorridere. Parlava troppo ma era piuttosto simpatico.
A un certo punto un insegnante un po' strano entrò nella classe. Aveva i capelli brizzolati e dei grandi occhi verdi. Il suo viso era liscio, non c'era nessun segno che potesse far intuire la sua età.
– Lui è Mr.White – spiegò Cameron che, evidentemente, aveva notato lo sguardo curioso di Cassie.
Lo sguardo dell'uomo si posò su di lei, come se li avesse sentiti, ma Cassie ebbe appena il tempo di rendersene conto che l'uomo spostò gli occhi in un'altra direzione. Cassie rimase perplessa. Era sicura di aver visto i suoi occhi diventare rossi non appena si erano posati su di lei ma poi erano diventati improvvisamente verdi.
Si prese la testa tra le mani. Forse tutta quell'ansia le stava giocando dei brutti scherzi.
Mr.White chiese a ognuno dei ragazzi cosa avrebbero voluto fare da grandi. Cassie sperò con tutto il cuore che non lo chiedessero a lei perché sapeva che l'avrebbero derisa. La campanella stava per suonare e pensò di averla scampata ma si sbagliava.
Mr.White la guardò negli occhi – Cassandra Winkler
– Cassie – precisò la ragazza.
– Winkler... – ripeté l'uomo tra sé. Spalancò gli occhi per un attimo e poi le sorrise. Non sapeva perché ma c'era qualcosa in quel uomo che le ispirava fiducia – Cosa vorresti fare da grande, Cassie?
– Non lo so.
– Su via, non ci credo! Tutti sognano di fare qualcosa da grande. Qual è il tuo sogno?
La bambina sospirò e pensò che forse non sarebbe stato così strano dire cosa le passava per la testa – Mi piacerebbe diventare una cacciatrice.
Nell'aula calò il silenzio. Tutti i suoi compagni la stavano guardando con gli occhi spalancati e si rese conto che forse sarebbe stato meglio non dire nulla o inventare qualche altra cosa. Come le era venuto in mente di dire davanti ai suoi simili che avrebbe voluto cacciare, a parte i demoni, quelli come loro che disertavano la legge? Nei branchi, purtroppo, funzionava così. Che tu fossi un criminale o meno, facevi parte del gruppo e dovevi proteggere i tuoi simili, non potevi far loro del male. La legge non esisteva.
I primi veri cacciatori erano i Nephilim ma, nel corso dei secoli, le cose erano un po' cambiata. Non erano pochi i lupi o i vampiri che decidevano di intraprendere la carriera di cacciatori anche se significava non poter più far parte dei branchi o dei clan, nel caso dei vampiri, quindi, in fin dei conti, non era poi così strano se anche lei aveva quell'ambizione. Solo che il vera motivo era un altro, ma non poteva rivelarlo a una classe piena di lupi.
– Allora forse saremo colleghi un giorno! – disse Mr.White interrompendo il silenzio e catturando l'attenzione dei suoi compagni.
Solo più tardi Cameron le spiegò che Mr.White era un Nephilim e che era un cacciatore professionista. Un Nephilim. Non gli era mai capitato di incontrarne uno, nonostante tutto.

***

Nelle settimane successive i due ragazzini cominciarono a diventare amici. Cassie non parlava molto, in verità, ma stava sempre ad ascoltare quello che Cam le raccontava. Gli altri compagni la prendevano in giro per via del fatto che avrebbe voluto fare la cacciatrice e anche per il suo aspetto.
A differenza loro, Cameron era molto felice di averla conosciuta e lo incuriosiva il fatto che lei avesse proprio quel sogno. Inoltre aveva notato una cosa a cui forse nessuno aveva fatto caso. Il primo giorno di scuola Cassie aveva gli occhi chiari, ne era sicuro! Ma il giorno successivo i suoi occhi erano castani, leggermente più chiari rispetto a quelli degli altri lupi, ma comunque scuri. Non lo aveva detto a nessuno perché in realtà a lui non faceva differenza. Aveva trovato una nuova amica e, anche se parlava poco, gli piaceva passare il tempo con lei.
Una sera il bambino parlò di lei alla sua famiglia. Quando disse che si chiamava Cassandra Winkler i suoi genitori rimasero a bocca aperta.
– Cosa c'è che non va?
– Davvero non sai chi sono i Winkler? – le disse suo fratello Josh.
– No.
Suo padre sorrise e lo guardò – I Winkler sono una delle famiglie di Nephilim più conosciute al mondo. Mi sembra strano che nessuno si sia reso conto che c'è una Winkler tra voi.
– Quindi Cassie è un Nephilim? – chiese il bambino sorpreso – Ma è impossibile, le ho visto le zanne!
– Caro, forse è meglio troncare la conversazione qui.., rischiamo di confonderlo – disse sua madre.
– No, è giusto che sappia con chi ha a che fare! – poi si voltò di nuovo verso di lui – Come ho già detto, i Winkler sono dei Nephilim e di conseguenza dei cacciatori. La tua compagna è senza dubbio la figlia di Jonathan Winkler e Samantha Marin. Quei due si sono innamorati perdutamente dal primo momento in cui si sono incontrati...
– Ma Nephilim e lupi non possono stare insieme! – rispose Cam.
– Non possono, ma al cuore non si comanda figlio mio! E John è sempre stato un tipo molto testardo!
– Lo conoscevi papà?
– Conoscevo sia lui che Sam, lei faceva parte del branco e vivevano qui un tempo.
– E poi che cosa è successo?
Sua padre abbasso gli occhi – Scoprirono della loro relazione e portarono via John. Per quanto riguarda Sam, non ho mai saputo che fine ha fatto ma in cuor mio ho sempre sperato che fosse ancora viva. In realtà non sapevamo che fosse incinta...
– Io lo sapevo... – disse sua madre d'un tratto – Quando vennero a sapere che li stavano cercando, Sam venne da noi e mi raccontò che volevano andare via da qui, nascondersi da qualche altra parte e che era incinta... Sono felice che sia ancora viva, pensavo che le avessero fatto fare una brutta fine...
– Deve essere stata dura per lei vivere da sola, senza l'aiuto del branco...
– Non smetti mai di far parte del branco, lo sai anche tu. Chi ci dice che non l'abbiano aiutata a nostra insaputa?
Suo padre non rispose a quella domanda. Scosse la testa e guardò la moglie – Spero solo che quella bambina possa vivere una vita normale. Dio solo sa cosa succederebbe se la famiglia Winkler sapesse di avere un altro membro...
– Che cosa succederebbe? – Il tono in cui lo aveva detto lo aveva fatto preoccupare.
Ci furono alcuni secondi di silenzio assoluto. Fu suo fratello, che fino ad ora aveva ascoltato pazientemente, a prendere la parola – Potrebbero anche ucciderla.

Più tardi, nel buio della sua stanza, Cam non faceva altro che pensare a quello che gli aveva detto la sua famiglia. Conosceva Cassie da poco tempo ma le voleva bene e non avrebbe permesso che qualcuno le facesse del male.
Da quel momento decise che le sarebbe stato sempre accanto, che l'avrebbe protetta e che anche lui sarebbe diventato un cacciatore, proprio come suo fratello. Josh stava finendo l'addestramento e presto avrebbe fatto il Giuramento.
Si, sarebbe diventato un cacciatore anche lui e avrebbe reso fieri i suoi genitori.


La cacciatrice ibridaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora