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Non gli aveva chiesto di identificarsi e non aveva chiesto cosa ci facesse lì perché, in cuor suo, lei sapeva la risposta a quelle domande.
Le si avvicinò e si inginocchiò davanti a lei – Sei così bella! Somigli tanto a tua madre, sai? – disse accarezzandole una guancia.
Il suo tocco era dolce e una strana sensazione pervase tutto il suo corpo. In quel momento ebbe la certezza che quello non era un cacciatore o, considerando i suoi abiti, un prigioniero – Papà? – chiese la ragazza incerta.
L'uomo le sorrise e gli occhi gli si inumidirono – Scusami Cassandra. Scusami se vi ho abbandonate, se non sono stato presente...
Una fitta alla testa la costrinse a chiudere gli occhi – Non sono mai stata in collera con te. Non scusarti...
– Sono così fiero di te e tuo fratello! Siete stati la mia forza, sai? Non è passato giorno, da quando mi hanno imprigionato, che non ho pensato a voi!
Cassie sorrise ma un'altra fitta la costrinse a mordersi il labbro per il dolore – Per favore portami via da qua... Non ce la faccio più... – La sua voce era debole e la vista stava iniziando ad offuscarsi.
Suo padre si alzò in piedi e scosse la testa – Tra poco qualcuno verrà a prenderti e ti porterà via da qua.
– Per favore aiutami tu – implorò la ragazza disperata.
– Non posso! – disse il padre a denti stretti. Poi fece un passo verso di lei e si abbassò nuovamente – Adesso devo andare Cassandra. Ma tornerò presto, te lo prometto!
– No, non andare! Non lasciarmi da sola.. Io e Morgan abbiamo bisogno di te.
L'espressione di John si fece ancora più cupa – Non avete bisogno di me e, in ogni caso, non siete mai stati soli e non lo sarete neanche adesso – le diede un bacio sulla fronte e la strinse ancora un po' a sé – A presto Cassandra.
Rimase immobile mentre suo padre usciva dalla stanza correndo. In quel momento cominciò a farsi strada uno strano sentimento dentro di lei: rancore. Non aveva mai provato niente di simile per nessuno, neanche per Morgan, eppure adesso lo provava per suo padre. Non perché non si fatto vivo, o forse si, anche quello influiva. Cominciò a provare rancore per lui perché le aveva appena negato il suo aiuto proprio adesso che avrebbe potuto in un certo senso fare qualcosa per lei. Si, aveva ucciso George evitando che la trafiggesse, ma il suo corpo era ancora molto debole. La spada di George non l'aveva trafitta ma le ferite che gli aveva inferto erano troppo profonde e la punta del coltello d'argento era ancora conficcata nello sterno.
John l'aveva salvata da George ma non l'aveva salvata del tutto da una morte lenta e dolorosa.
Chiuse gli occhi e sospirò. Era stanca di continuare a combattere.

Non avrebbe mai immaginato di tornare in quel posto eppure adesso era lì e stava combattendo contro coloro che un tempo considerava compagni se non addirittura amici.
Sapeva che contattare il branco non era una pessima idea ma alla fine di questo conflitto si sarebbe scatenata una rivolta soprattutto perché il branco non era arrivato la in forma umana, molti di loro si erano trasformati.
I cacciatori che aveva schierato George erano parecchi, forse tutti quelli che aveva a disposizione. La cosa triste era il fatto che, la maggior parte di loro, stava combattendo senza sapere il vero motivo. Una volta i cacciatori avevano un ruolo importante, quello di evitare che si diffondessero pericoli all'interno delle città umane o a Holding. Adesso era tutto diverso.
Mentre tentava di sfuggire alla spada del suo avversario, vide qualcuno correre via dalla stanza in cui si trovava Cassandra. La sua distrazione gli sarebbe costata cara se non ci fosse stato Nathan piantando un coltello nello stomaco del cacciatore. Sapeva quanto fosse difficile per lui un simile gesto. Nathan era stato educato da guerriero ma non aveva mai ucciso davvero qualcuno al massimo aveva inferto qualche ferita.
Quando Nathan fu abbastanza lontano, Robert si guardò di nuovo intorno e vide di nuovo quell'uomo. Questa volta non stava correndo ma si mischiava tra la folla e si dirigeva verso il corridoio che portava alle scale. Stava scappando.
Scavalcò tutti coloro che si trovava davanti e partì all'inseguimento dell'uomo. Lui non ci stette molto a rendersi conto che qualcuno lo stava pedinando perché improvvisamente cominciò a correre. Robert sorrise. Evidentemente quell'uomo non sapeva con chi avesse a che fare.
Robert lo si lanciò contro di lui e insieme rotolarono per terra fino ad arrivare al pianerottolo che portava alle scale. L'uomo tento di divincolarsi ma Robert era più forte di lui e, quando strinse il suo braccio con forza l'uomo smise di ribellarsi e cominciò a ridere. Robert rimase sorpreso da quel gesto ma ancora di più rimase sorpreso nel riconoscere quel suono così familiare.
L'uomo si levò il cappuccio con la mano libera e lo guardò negli occhi – Sapevo che mi avresti preso!
Non poteva credere ai suoi occhi – John? – disse incredulo – Quando sei tornato?
Il suo migliore amico sorrise – Non me ne sono mai andato Robert...
– Non ti vedo da vent'anni e mi dici che non sei mai andato via? Penso che dovresti spiegarti meglio!
John si mise in piedi e si pulì i pantaloni sporchi di polvere – Mio padre mi ha rinchiuso qua e ogni giorno, per dieci anni, mi ha torturato...
– E perché non sei scappato? Potevi chiedere il mio aiuto, io avrei...
– Non potevi fare nulla – lo interruppe John – Quello che posso dirti, amico mio, è che George non farà più male a nessuno – disse in tono freddo e distaccato.
Robert non chiese spiegazioni, aveva capito benissimo che cosa era successo. John si rimise il cappuccio e fece per andare via – Ma che fai?
– Non posso rimanere qua Robert... Tra qualche tempo ci sarà la rivolta e io non sono in grado di gestire certe cose..
– E i tuoi figli? Abbandoni anche loro?
– Non sono soli... Tu puoi continuare ad occuparti di Cassandra come hai fatto fino ad ora...
Inutile chiedere come sapeva queste cose, anche i prigionieri erano ben informati di ciò che succedeva, e Cassie era stata motivo di molte discussioni – Non posso prendermi cura di tua figlia! Non sono in grado..
– Sei riuscito ad allevare il figlio di Romea e Lucas senza problemi, di cosa ti preoccupi?
– E' facile a parlare! Tu non hai idea di quanto sia difficile avere a che fare con Cassandra...
John sorrise – Eppure adesso sei qua e stai rischiando la vita per lei. Vorresti farmi capire che lo stai facendo solo per senso del dovere? – gli mise una mano sulle spalle e lo guardò negli occhi – Dopo questa notte cambierà tutto, sai?
– Che cosa vuoi dire?
John ignorò la sua domanda – Promettimi che, qualunque cosa accada, veglierai su di lei.
Non doveva accettare. Sapeva quanto fosse difficile prendersi cura di qualcuno, i primi tempi non era stato semplice con Nathan ma era solo un bambino e presto si erano abituati l'uno all'altro. Cassandra era diversa. Non sapeva mai cosa le passasse per la testa e prendeva decisioni avventate senza prima consultarsi con nessuno. Però era una grande guerriera e sarebbe stata una grande donna un giorno. Robert annuì – Si, lo farò.
John sorrise e, sistemandosi il mantello, corse verso via.

La cacciatrice ibridaWhere stories live. Discover now