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Tante volte aveva sognato la sua morte, ma non aveva mai provato un tale senza di pace come quello che stava provando in quel momento. Inizialmente aveva pensato a tutti i suoi conti in sospeso. Non era riuscita a rendere fiera sua madre ed era in parte anche colpa sua se era morta. Non era riuscita a far vedere a Cameron quanto teneva a lui e non aveva ancora ringraziato Robert per averla protetta negli ultimi tempi. Aveva sempre pensato di volere una morte dignitosa, possibilmente in battaglia, ma non era così che stavano andando le cose. Sapeva che c'erano ancora tante che cose che avrebbe potuto fare ma allo stesso tempo era consapevole che, senza sua madre, non sarebbe riuscita ad andare avanti. Dunque, a quel punto, che senso aveva vivere? E poi prima o poi sarebbe stata scoperta e qualcuno l'avrebbe mandata a cercare per farla uccidere, almeno stava morendo per mano di suo fratello e questo sotto un certo punto di vista, era il modo migliore per morire. Meglio lui che un semplice sconosciuto. Il motivo per cui Morgan stava facendo tutto questo era surreale, ma non le importava neanche quello. Era giunta la sua ora e non aveva voglia di fare nulla per evitare tutto ciò, anche se avrebbe potuto farlo.
Morgan affondava la lama lentamente e il dolore era così forte che Cassie non riusciva a tenere gli occhi aperti ma, nonostante ciò, continuava a sostenere il suo sguardo. Voleva guardarlo negli occhi, voleva guardarlo un'ultima volta prima di morire. Per anni si era chiesta se suo padre avesse avuto dei figli con la moglie che aveva lasciato per stare con sua madre e si era chiesta se le somigliassero. E adesso aveva la prova che era così.
Suo fratello aveva uno sguardo inespressivo, come se, nonostante l'avesse davanti, non la vedesse davvero. Era chiaro che non sapeva che condividessero lo stesso sangue, ma non c'era da stupirsi se a Cassie venne da pensare: Mi avrebbe uccisa anche se avesse saputo che sono sua sorella? Certo che l'avrebbe uccisa. Lei era un mostro, un'abominio.
La lama stava arrivando al cuore, lo sentiva. Tirò un ultimo respiro, ma quando Morgan si stava preparando a dare il colpo di grazia, qualcosa si scagliò su di lui con una forza e una velocità impressionanti. Gli occhi di Cassie si staccarono da quelli del fratello e rimase a bocca aperta. Nella loro comunità si parlava di lupi bianchi, ma si pensava fossero solo leggende e anche Cassie ne era convinta fin quando non se ne ritrovò uno davanti. Lo guardò negli occhi e capì – Nate – sussurrò. Aveva sentito il suo odore e sapeva che lui era la, che poteva scegliere se farla uccidere oppure far si che sopravvivesse. Lottarono per un po' e prima che Morgan potesse affondare la sua spada nel collo di Nate, si fece avanti un'altra creatura. Vampiro, aveva pensato Cassie, e sapeva anche che quel vampiro era proprio l'uomo che aveva tentato in tutti i modi di proteggerla. Quando questo si avventò su Morgan, anziché affondargli i canini nel collo, lo tirò su e lo immobilizzò.
Andrai via da Holding, dirai a tuo nonno che hai ucciso una lupa, la madre della ragazza che ti ha battuto. Non racconterai che lei ti ha chiesto di ucciderla. Non direi cos'è e non dirai chi è. Non potrai ricordare tutto quello che è successo questa notte. Adesso vai.
Morgan fece come il vampiro gli aveva detto: si alzò in piedi e corse via, sparendo nel buio della notte.
Cassie cadde sulle ginocchia e si rannicchiò a terra. Sentì un forte dolore al petto, come se la lama fosse ancora conficcata la. Le bruciava la gola e il sangue le colava dal punto in cui era stata la lama del fratello l'aveva quasi pugnalata fino al fianco. L'ultima fitta che provò in quel punto le fece intuire che la ferita si stava già rimarginando, ma quell'altra ferita, quella che invece l'aveva segnata internamente, si sarebbe mai rimarginata? Sarebbe mai riuscita a superare la morte di sua madre? Era lei che doveva morire per mano di un Winkler, non sua madre.
– Cassandra... – Robert le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla ma lei si scansò – Forse è meglio andare via da qui...
– Non voglio! È morta per colpa mia! Se io non fossi nata...
– Non puoi dire queste cose! – L'uomo si mise davanti a lei e si inginocchiò – Sei il frutto del loro amore e tanti Nephilim, lupi, vampiri e ibridi hanno invidiato il loro coraggio! So che non è facile da capire in questo momento, ma lei si sarebbe sacrificata per te a prescindere...
Cominciò a piangere. Fu una sensazione strana quella delle lacrime che scendevano giù una dopo l'altra bagnandole tutto il viso. Lei non piangeva mai – Non ho potuto renderla fiera... – disse a voce bassa, quasi come se volesse dirlo a se stessa piuttosto che a Robert.
– L'hai resa fiera Cassie! Lei è sempre stata fiera di te – Robert le accarezzò una guancia e le sorrise – Adesso andiamo, manderò qualcuno a ripulire questo casino...
– Possa salutarla un'ultima volta? – L'uomo annuì e uscì dalla stanza. Cassie si avvicinò a sua madre e le passò una mano sulla fronte – Ti voglio bene... – Le girò la testa e le gambe le cedettero nuovamente. Si ritrovò con la faccia a terra sporcandosi del sangue di sua madre. L'ultima cosa che vide furono gli occhi del lupo bianco, poi solo il buio.

La cacciatrice ibridaWhere stories live. Discover now