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Una spada vicino al suo cuore - Sei un abominio e devi essere eliminata.
- No, aspettate! Io sono come voi! C'è sangue di Nephilim in me!
Suo fratello la stava trapassando con la spada e né Cameron né Robert facevano niente. Si trovava di nuovo a casa sua, la scena si ripeteva. Stavolta però non voleva morire, sentiva che non era arrivato il suo momento.
- No no ti prego Morgan non uccidermi! - Lui lo sorrideva, proprio quando l'aveva messa al tappeto quella volta durante gli allenamenti.
- Le tue ultime parole?
Profumo di inverno e pioggia appena caduta al suolo le invaserò la mente - Nathan

Aprì gli occhi all'improvviso e si rese conto che era tutta sudata. Si guardò intorno rendendosi conto che era stato solo il solito brutto sogno e che si trovava nel letto in cui aveva dormito la notte prima. Alzò lo sguardo davanti a se e si rese conto che Nathan la stava guardando con quei suoi occhi nocciola spalancati. Stava provando a controllare il suo respiro ma era impossibile. Continuava a tremare e sudare freddo - Nathan... - sussurrò a pochi centimetri dal volto del ragazzo. Le mani del ragazzo erano strette intorno alle sue braccia e la stringevano così forte che quasi le faceva male.
Lui sembrò rendersene conto e la lasciò andare, sedendosi pian piano sul suo letto - Mi hai fatto spaventare!
- Ho...urlato?
- No, ma ho sentito il tuo respiro farsi affannoso e quando ho accesa la luce ho visto che stavi tremando... - aveva ancora gli occhi fissi sui suoi e sembrava parecchio agitato - Ho provato a svegliarti ma non mi hai dato retta...
Cassie si passò una mano sulla fronte e socchiuse gli occhi - Era il solito incubo, solo che questa volta sembrava reale...
- Ne vuoi parlare?
Per un momento Cassie aveva preso in considerazione l'idea di farlo ma lasciò stare - No, grazie lo stesso.
La radiosveglia sul comodino che divideva i due letti segnava le quattro, tra qualche ora avrebbe dovuto allenarsi insieme agli altri all'Accademia. Si alzò e andò in bagno. Sapeva che era da pazzi, ma doveva assolutamente farsi una doccia e rilassarsi.
Quell'incubo non era proprio come sempre: questa volta aveva visto il suo assassino in faccia e le era sembrato di essere tornata alla notte prima, quando quell'episodio si era verificato davvero. Il fatto che avesse sentito il profumo di Nathan non la turbava molto. Avevano condiviso la stessa stanza e poi lui l'aveva svegliata da quell'incubo... Si guardò allo specchio e quasi trasalì quando vide i suoi stessi occhi. Le ricordavano troppo Morgan. Abbassò lo sguardo e s'infilò dentro la doccia. Doveva concentrarsi su altro e non pensare all'incubo altrimenti non sarebbe più riuscita ad andare avanti.

Quello che era successo pochi minuti prima lo lasciò a dir poco senza parole. Nel momento in cui l'aveva toccata aveva sentito quello che sentiva lei. Era come se fosse dentro il suo sogno. Aveva visto Morgan, i suoi occhi felini che gli puntavano la spada al cuore. E poi, quando si era risvegliata, tutto era svanito. Non sapeva se queste cose fossero possibili, ma di sicuro era una cosa al quanto strana ed era in dubbio se raccontarlo a Robert o meno. Lei lo aveva chiamato nel sonno, aveva chiaramente pronunciato il suo nome. E se avesse percepito che lui era nel sogno? Oppure si era semplicemente ricordata che lui era a qualche metro da lei?
Sentì dei rumori provenire dalla stanza e fece finta di dormire. Quando Cassie rientrò nella stanza, indossava solo una maglietta a maniche corte e gli slip. Le avrebbe voluto dire che se voleva poteva prestargli qualcosa, che in quel modo avrebbe sentito freddo, ma non gli uscì neanche una parola. Sicuramente non si era resa conto che lui era sveglio altrimenti non si sarebbe di certo presentata così nella stanza.
La ragazza si voltò di scatto verso di lui e lo guardò -Beh? Che hai da guardare? - ma era chiaro che il suo tono era scherzoso.
Colto nel fatto si limitò a una risatina quasi isterica e si voltò dall'altro lato del letto. Secondo Robert sarebbe stata una buona idea tenere Cassie sotto il loro controllo ma lui non ne era più così convinto. Non sapeva come doveva trattarla, cosa dire in certe situazioni...Non era semplice! Non c'erano mai state altre donne o, perlomeno, non ragazze. Ma la sua preoccupazione in quel momento era rivolta ad altro. Temeva che Morgan si presentassi a lezione il giorno dopo e che non avesse dimenticato del tutto quello che era successo. In tal caso sarebbe stato un vero problema!

La cacciatrice ibridaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora