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Da quando si era ritrovata sul pavimento in un bagno di sudore fino al momento in cui aveva messo piede a scuola non aveva fatto altro che pensare a quel maledetto incubo e, il fatto di aver visto Robert White e di aver saputo che sarebbe stato lui il suo addestratore, le face venire in mente un sacco di brutti pensieri.
In tutti quegli anni gli unici a sapere la verità erano i Fisher, il vecchio branco di sua madre e Robert ma era proprio di quest'ultimo che non riusciva proprio a fidarsi come le aveva consigliato sua madre. Non era del tutto convinta del fatto che lui avrebbe tenuto davvero la bocca chiusa.
Arrivarono nell'aula in cui consegnavano le divise e Cassie esitò un po' a entrare. Cameron doveva essersene accorto perché le mise una mano sulla spalla, come faceva tutte le volte che voleva incoraggiarla, e la spinse dolcemente dentro.
– Dai Cassie! Sorridi! Da oggi inizia il vero addestramento! – Lei abbozzò un sorriso ma sapeva di non aver convinto il suo amico. Cameron sospirò e si fece serio – Andrà tutto bene, te lo assicuro!
– Come fai a esserne così sicuro?
– Perché ci sono io con te – rispose Cameron stringendo un po' la presa sulla spalla.
La convinzione con cui lo aveva detto la fece sorridere – Entriamo dai!
Rimase sorpresa nel vedere che i due assistenti di Robert erano così giovani.
L'attenzione di Cassie ricadde su uno di loro. C'era qualcosa di strano in lui ma non sapeva dire cosa.
– Quello è Nathan White, il nipote di Robert – disse Cameron – E' diventato un cacciatore professionista prima ancora di poter completare il primo anno di scuola.
– Un cacciatore professionista? Ma non è obbligatorio frequentare...
– Lui è diverso.
– Che cosa vuol dire?
Cam sospirò e si avvicinò un po' a Cassie in modo che potesse sentirlo solo lei – Non so dirti in che senso. So solo che non sembra esattamente quello che dovrebbe essere...
Cam non ebbe il tempo di terminare che si ritrovarono davanti al soggetto in questione. Cassie cercò di guardarlo senza farsi notare. Aveva i capelli troppo chiari per essere un lupo e gli occhi troppo scuri per essere un vampiro o un nephilim – I suoi occhi...
– Sono così chiari da sembrare quasi finti, non è vero? – Chiari? Eppure Cassie era sicura di averli visti scuri! Qualcosa non quadrava ma non disse nulla al suo amico – Comunque a nessuno importa che sia strano. E' bravo nel suo lavoro e questa è la cosa più importante – continuò Cam.

Fecero qualche altro passo e arrivarono davanti all'altro ragazzo e Cameron s'irrigidì.
– Cam? Che ti succede?
– Guardalo – rispose il suo amico con un fil di voce.
Cassie seguì la direzione del suo sguardo e capì come mai il suo amico aveva avuto quella reazione. Il ragazzo che avevano davanti poteva anche avere i capelli biondi e gli occhi verdi, ma era tale e quale a lei.
Rimase immobile e, quando il ragazzo la guardò, sentì una strana sensazione ed era sicura che anche lui aveva provato un po' la stessa cosa perché i suoi occhi si erano spalancati per un breve istante.
Arrivò il suo turno e Cassi si ritrovò faccia a faccia con quel ragazzo che le somigliava in modo impressionante.
– Che taglia porti? – chiese senza neanche guardarla.
– Una small.
Il ragazzo controllò gli scatoloni alle sue spalle e fece una smorfia con le labbra – Mi dispiace, non abbiamo una divisa per te.
Il tono in cui le parlava non le piaceva affatto – E quindi cosa dovrei fare?
Lui alzò lo sguardo e sorrise – Semplice! Vedi quel ragazzo laggiù? – disse indicando il nipote di Robert – Va da lui e digli che ti serve una divisa – Cassie rimase qualche secondo a fissarlo ancora un po' scioccata per via della somiglianza – E' troppo difficile per te o riesci a farlo senza che debba spiegartelo di nuovo?
– Non sono così stupida, avevo già capito! – rispose alzando un po' il tono della voce.
Il ragazzo socchiuse gli occhi – Come osi parlarmi con questo tono, lupa? Hai idea di chi sia io? – disse gonfiando il petto.
Cassie incrociò le braccia sul petto – Qualcuno che pensa di avere l'autorità di poter trattare male qualcuno solo perché lavora per uno dei migliori cacciatori mai esistiti – rispose lei con un mezzo sorriso di sfida.
Ma, a quanto pare, lui non aveva colto l'ironia della ragazza. Fece il giro del tavolo e si piazzò a pochi centimetri da lei. Tutti la stavano guardando sconvolti e anche Cameron era rimasto pietrificato nell'assistere alla scena – Ti consiglio di fare meno l'arrogante. Potrei rimandarti a casa con uno schiocco di dita.
Morgan, non fare scenate – disse una voce tranquilla. Cassie si voltò e vide che si trattava del nipote di Robert – E tu – disse indicando Cassie – Vieni qua e lasciami il tuo nominativo.
Morgan guardò il suo collega in cagnesco ma non aggiunse altro.
Cassie scambiò un'occhiata con Cameron e poi andò verso Nathan. Neanche lui, proprio come Morgan, si degnò di alzare lo sguardo su di lei – Che cosa ti serve?
– Una dannata divisa! Ma quel simpaticone mi ha detto che non c'è la mia taglia e che dovevo parlare con te.
– Non abbiamo taglie piccole. Non pensavamo di trovare delle donne qua.
– Però le avete trovate, dunque...
– Domani avrai la tua divisa. Dimmi il tuo nome, forza.
Anche lui era parecchio scorbutico – A cosa ti serve?
Il ragazzo alzò lo sguardo – Senti ragazzina non farmi perdere tempo!
Cassie alzò gli occhi al cielo – Cassandra Weber – disse scandendo bene il suo nuovo cognome.
Nathan la guardò per qualche secondo – Weber? – chiese in tono un po' incerto – Sei sicura che sia questo il tuo cognome? Assomigli tanto...
– Si, è sicura Nathan – Robert White entrò nella stanza e si mise al suo fianco – Posso parlarti? – le disse con tono preoccupato.
Cassie annuì e lo seguì. Cameron la guardò e lei le fece cenno con di aspettarla fuori.
Camminarono lungo i corridoi della scuola e nessuno dei due disse una parola fino a che non arrivarono davanti all'ufficio del preside. Qualcuno aveva raccontato che cosa era successo con quel Morgan poco prima? Le sarebbe toccato sorbirsi una ramanzina?
Robert le fece cenno di entrare, controllò il corridoio, chiuse a chiave la porta e si sedette davanti a lei.
– Signor White, posso sapere come mai mi ha portata qua? Oppure preferisce che rimaniamo in silenzio per tutto il tempo?
L'uomo sorrise e scosse la testa – Chiamami Robert.
– Allora, Robert, mi spiega come mai siamo qui?
– Devi stare molto attenta Cassandra Winkler – Cassie scattò in piedi non appena Robert pronunciò il suo vero nome – Stai tranquilla, con me il tuo segreto è al sicuro. E' degli altri che devi preoccuparti – disse a bassa voce.
– Qualcun altro sa di me...? – Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata. Mi hanno scoperta, pensò, mi uccideranno.
– Nessuno sa nulla ma queste settimane sarai messa alla prova e c'è il rischio che qualcuno si renda conto che c'è qualcosa di diverso in te.
– Non capisco cosa sta cercando di dirmi...
– Cassie – L'uomo fece il giro della scrivania e si mise davanti a lei – Quante volte ti sei trasformata in lupo?
– Abbastanza da sapere che posso controllare entrambe le cose.
– E la forza dei nephilim? Quante volte l'hai messa alla prova?
Cassie abbassò lo sguardo e capì a cosa si riferiva l'uomo – Neanche una – rispose con un fil di voce.
– In queste settimane succederà, sfrutterai anche quella parte di te, che tu lo voglia o no. Pensi che nessuno si renderà conto che sei più forte dei tuoi compagni lupi? Che le tue ferite guariranno ancora più in fretta? Che i tuoi occhi non sono esattamente come quelli dei tuoi simili?
Avrebbe voluto negare tutto ma la verità era che Robert aveva ragione – Mi sta forse dicendo che dovrei abbandonare? Che non posso diventare una cacciatrice perché potrei essere scoperta?
– No, voglio solo capire se sei consapevole del fatto che, nel caso in cui qualcuno si facesse delle domande, ci sarebbe la possibilità che ti uccidano.
– Non m'importa – rispose secca – Diventerò una cacciatrice, costi quel che costi.
– Non hai idea di come sarà dover affrontare determinate prove..
– Robert...
– Fammi finire – disse l'uomo – Non posso tenerti d'occhio per tutto il tempo, qualcuno potrebbe iniziare ad avere dei sospetti e succederebbe un gran casino. Però voglio proteggerti e lo farò.
– Non ho bisogno di protezione – rispose la ragazza. Davvero pensava che non ce l'avrebbe fatta?
– Io devo farlo, capisci? Lo devo fare per tuo padre!
– Ah ecco, adesso tutto si spiega! Lo sta facendo per lui, in nome della vostra buona amicizia.
– No, non è solo per questo. Lo sto facendo perché so che diventerai un'ottima cacciatrice e non mi va che il tuo talento venga sprecato. E poi lo sto facendo anche per tutti gli altri ibridi. Non sei l'unica e questo lo sai.
– So di non essere l'unica ma non penso che siano molti quelli ancora in vita.
– Ma ci sono e sono degli ottimi cacciatori proprio come lo diventerai anche tu – Finalmente l'uomo si rilassò – Lascia che ti protegga Cassandra, almeno per questo periodo. Lascia che ti alleni nel modo giusto.
Cassie rifletté per qualche secondo. In effetti non aveva tutti i torti. Essendo la fusione di due specie, gli ibridi potevano essere dei cacciatori impeccabili. Aveva l'opportunità di ricevere l'addestramento più adatto a lei senza destare sospetti, voleva davvero continuare a fare l'orgogliosa?
– Va bene – disse infine – Accetto il tuo aiuto.

Cameron iniziò a preoccuparsi. Cassie era andata via da circa mezzora e non aveva ancora fatto ritorno. Che cosa doveva dirle di così importante il Signor White? E se la stesse minacciando? E se fosse in pericolo?
Lo aveva un po' scosso vedere quel ragazzo, Morgan. Era così simile a Cassie che, se non avesse saputo come stavano le cose, avrebbe pensato che fosse suo fratello.
Si alzò in piedi, deciso ad andare a cercarla, quando la vide camminare verso di lui. Tirò un sospiro di sollievo e le andò incontro.
Lei gli sorrise ma si vedeva che qualcosa la turbava – Va tutto bene?
Cassie fece cenno di no con la testa – Non possiamo parlare qua.
– Andiamo a casa?
La ragazza aggrottò la fronte – Non dobbiamo allenarci?
– Cassie sveglia! Gli allenamenti iniziano domani! – Lei non disse nulla. Non era una novità, Cassie stava spesso in silenzio. Solo che questa volta si trattava di un silenzio diverso, quel tipo di silenzio in cui una persona si chiude quando sta pensando a qualcosa che lo turba – Adesso che siamo abbastanza lontani puoi raccontarmi che cosa è successo?
Cassie si guardò intorno – Promettimi che non lo dirai a nessuno.
– Te lo prometto.

Non riusciva a prendere sonno e questa volta non era colpa degli incubima di quello che era successo quella mattina.
Quando aveva raccontato a Cameron ciò che era successo nell'ufficio delpreside, il suo amico non era per niente entusiasta e le aveva detto che forseera meglio non fidarsi di quel uomo. Neanche lei era del tutto convinta chefosse la cosa migliore da fare ma c'era quella strane sensazione di fiducia neiconfronti dell'uomo che prevaleva su tutti gli altri pensieri.
Non disse nulla a sua madre riguardo a quello che le aveva detto Robert. Se loavesse fatto probabilmente lei si sarebbe preoccupata e avrebbe fatto levalige, pronta per trasferirsi in un'altra città, ma Cassie non voleva, erastanca di scappare. Viveva a Holding da dieci anni ed era stata l'unica cittàin cui si sentiva davvero a casa.
Un'altra cosa che la turbava era quel ragazzo, Morgan. La somiglianza tra lorodue era strabiliante e, se lo aveva notato lei, lo avrebbero notato anche glialtri nel corso delle settimane. Ma, se quel ragazzo era tanto simile a leinell'aspetto, non lo era altrettanto nel carattere. Si era comportato parecchiomale con lei. Era stato arrogante e altezzoso, caratteristiche che lei nonaveva assolutamente.
Aveva chiesto a Cameron di non raccontare niente di quello che era successoalla famiglia. Sicuramente loro sapevano tante cose che lei non sapeva e chenon era ancora pronta a scoprire.
Gli occhi iniziarono a chiudersi ma poi le venne in mente quello che le avevadetto Robert: c'erano altri come lei. Possibile che, in tutti questi anni, nonaveva mai incontrato nessuno come lei?
Un'immagine le balenò alla mente. Quell'altro ragazzo, Nathan. Il suo aspettoera alquanto insolito ed era anche insolito il fatto che secondo Cameron i suoiocchi erano chiari mentre lei li aveva visti neri come la pece.
Chissà se, essendo il nipote di Robert, era a conoscenza delle sue intenzioni.Però, se così fosse, non le avrebbe mai chiesto chiarimenti sul suo nome.
Sospirò e decise in quel preciso istante che probabilmente di Robert potevafidarsi ma non poteva dire altrettanto di Nathan né di nessun altro.
Per quanto si sforzasse di affermare il contrario, la verità era che non volevaessere trovata dalla sua famiglia. Non era la morte che la spaventava bensì,cosa avrebbe fatto sua madre se avesse perso anche lei? 

La cacciatrice ibridaWhere stories live. Discover now