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Ora che era sveglia e lo guardava con quegli occhi così grandi e quasi spaventosi, quella sensazione allo stomaco si faceva sentire ancora di più. L'aveva salavata eppure lei non era felice, avrebbe preferito essere morta la notte prima piuttosto che ritrovarsi ad affrontare il dolore procurato dalla morte della madre e fare i conti con ciò che la vita le avrebbe riservato da quel momento in poi. Nate pensò che se solo ne avesse avuto il potere, lo avrebbe fulminato con lo sguardo ma nonostante ciò non riusciva a ricambiare la sua rabbia.
- Perché eri in casa mia? Mi avevi seguita?
Si sentì accusato e da un lato riusciva a giustificare il suo atteggiamento - Avevo paura che ti potesse succedere qualcosa di brutto e, visto quello che è successo, non è stata una pessima idea.
- Perché non sei intervenuto prima allora?
- Pensavo che stavi bluffando, che stavi solo aspettando il momento giusto per attaccarlo... Poi ho capito che eri disposta a farti uccidere davvero quindi sono intervenuto.
- Avrebbe potuto uccidere anche te! Ne valeva la pena perdere la vita per me?
Si era fatto la stessa domanda anche lui quella mattina, ma non era riuscito a darsi una risposta. Sapeva solo che in quel momento si era sentito di farlo e avrebbe ucciso Morgan se Robert non fosse arrivato in quel preciso istante - E chi lo sai? L'importante è che sei viva.
Cassie espirò rumorosamente, come se avesse scacciato via la frustrazione. Lo oltrepassò e andò a sedersi ai piedi del letto in cui aveva dormito. Si prese la testa tra le mani ed espirò nuovamente. In quel momento le sembrò così fragile che aveva paura che non sarebbe riuscita ad andare. Poi si rese conto che si trattava di lei, e quando si trattava di lei non si poteva mai aggiungere a conclusioni affrettate, era una ragazza talmente imprevedibile!
- Non ho un posto dove andare adesso che mia madre... - le si spezzo la voce ma, con grande sorpresa di Nate, non pianse neanche questa volta.
- Era venuto qua proprio per questo motivo. Robert vuole parlarti.
- Parlarmi di cosa? - disse lei alzando la testa di scatto.
- Sarà meglio che lo raggiungi nel suo studio. Vieni, ti accompagno.

Non era riusciuto a chiudere occhio per tutta la notte e non vedeva l'ora di sentire Cassie. Ancora non riusciva a credere che sua madre fosse morta e che per poco anche la sua migliore amica si sarebbe fatta uccidere. L'avrebbe presa a schiaffi per questo! Dopo le lezioni mattutine aveva provato a telefonarle e, dopo che il suo telefono aveva squillato a vuoto un po' di volte, Nathan aveva risposto al suo posto e gli aveva detto che stava dormendo e che gli avrebbe detto di chiamarlo una volta sveglia ma era pomeriggio inoltrato e ancora di lei nessuna notizia.
- Cameron! - sua madre gli si butto addosso con la forza di un uragano.
- Mamma, cosa succede?
- Ho appena saputo di Abigail.. l'hanno trovata...
- Si - disse il ragazzo distogliendo lo sguardo dalla madre - Ho saputo...
Suo fratello gli mise una mano sulla spalla -Non hanno trovato Cassandra... forse...
- Sta bene - si affettò a dire.
Sua madre si porto una mano sul petto - Povera ragazza! Dov'è adesso?
Cam scosse la testa - Per ora non posso dirvi dove si trova...
- Sei sicuro che stia bene?
Cameron annuì e in quel momento il suo telefono cominciò a suonare. Era lei. Finalmente si era svegliata -Scusatemi - Uscì fuori di casa e rispose - Cassie!
- Cameron! - la sua voce era quella di sempre, ma sapeva che ormai niente sarebbe stato come prima -Nathan mi ha detto che hai provato a chiamarmi...
- Si, volevo sapere come stavi - Anche se sapeva benissimo che si trattava di una domanda stupida.
- Sto bene - si affrettò a dire lei -Volevo ringraziarti per ieri... Non avresti dovuto...
- No, non dire che non avrei dovuto intervenire perché sarebbe una stronzata! Ho sbagliato io a non accompagnarti a casa. Se non fosse stato per Nate credo che... - La verità era che si sentiva in colpa per averla trascurata negli ultimi tempi.
- Lascia stare Cameron, non voglio parlarne. Ormai è andata così... - Il tono della sua voce era diverso e questo -Piuttosto ti ho chiamato anche perché mi servirebbe un favore
Cam annuì e rimase in silenzio ad ascoltare. Dopodichè rimise il telefono in tasca e senza neanche avvertire la sua famiglia si incamminò verso casa di Cassie.

La cacciatrice ibridaWhere stories live. Discover now