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Con tutto quello che era successo nell'ultimo periodo, Cassie quasi non credeva al fatto che gli addestramenti erano finiti, che ce l'aveva fatta: da domani sarebbe stata una cacciatrice a tutti gli effetti. Sapeva che avrebbe dovuto mostrare un po' più entusiasmo, ma non ci riusciva.
Non c'erano state altre visite inaspettate, né da parte dei lupi né da parte di suo fratello, ma sapeva che avrebbe visto quest'ultimo alla cerimonia insieme a suo nonno.
Nate aveva detto al branco che ci avrebbe pensato lui, ma non era successo nulla nelle ultime tre settimane, nessuno aveva perso la vita e non si parlava più di sua madre a Holding, ormai era una storia vecchia. Lei e Nate si erano di nuovo allontanati. Dopo la notte dell'irruzione del branco in casa sua avevano cominciato a parlare sempre di meno fino ad arrivare al punto in cui, adesso, non si parlavano completamente, neanche durante gli addestramenti in Accademia. Dormivano ancora nella stessa stanza, mangiavano nella stessa tavola uno di fronte all'altro, ma non si parlavano affatto. Inizialmente questa situazione la faceva irritare, ma ormai ci aveva fatto l'abitudine. Non era una cosa a senso unico, sapeva che anche a lui andava bene questa situazione, soprattutto a lui, e quindi non si era mai chiesta come mai si stavano comportando in quel modo e, di conseguenza, non lo aveva chiesto neanche a lui.
Anche Cameron era molto strano. Robert le aveva finalmente dato il permesso di uscire senza Nathan che le facesse da guardia del corpo ma Cameron era sempre indaffarato e le rifilava delle scuse assurde a cui, ovviamente, non credeva.
Le rimaneva soltanto Robert, ma era chiaro che spesso lui non si sentisse a suo agio insieme a lei. Era abituato ad addestrare guerrieri e non a fare da padre a una ragazza come lei.
Non avendo nessuno con cui parlare, decise di andare a trovare Maia. Qualcosa le diceva che lei sarebbe stata un'ottima compagnia e che sicuramente l'avrebbe aiutata ad affrontare la situazione. Nella peggiore delle ipotesi, grazie alla sua personalità piuttosto singolare, le avrebbe fatto dimenticare per un momento che cosa stava succedendo in quel periodo e, soprattutto, a cosa sarebbe dovuta andare incontro il giorno dopo. Non fu facile trovare casa sua, ma dopo aver girato in tondo un paio di volte si rese conto che la casa era al solito posto solo che risultava diversa dall'ultima volta che ci era andata. Probabilmente Maia si era accorta di lei e la stava solo prendendo in giro con uno dei suoi giochetti.
– Buongiorno pasticcino! – Indossava una vestaglia azzurra, probabilmente di seta, e i lunghi capelli grigi le ricadevano sulla schiena. Sapeva che quel grigio non era dovuto alla vecchiaia. Considerando il personaggio, pensò che sicuramente era stata lei a tingerli di quel colore di proposito.
– Ti ho svegliata?
– Si, ma non preoccuparti! E' sempre un piacere vedere il tuo bel visino! – Le fece cenno di entrare e la guidò fino alla cucina – Va tutto bene?
Cassie sorrise – Dimmelo tu visto che riesci a leggermi la mente.
La donna ricambiò il suo sorriso – Credimi, posso solo immaginare come ti senti dopo tutto quello che ti è successo e sono sicura che vivere con due uomini come Robert e Nathaniel non sia affatto d'aiuto! Non riesco a immaginare come fai a sopportarli!
– Beh, dovresti sapere com'è Robert – Nell'udire quella frase il sorriso della donna si dissolse e le sue labbra si erano fatte sottili. Cassie si sentì in colpa. Come le era saltato in mente di dire una cosa simile? Non sapeva come mai si erano lasciati, ma evidentemente lei non era rimasta indifferente alla cosa – Scusami tanto Maia! Io...non...
– Oh non preoccuparti! – disse sfoderando di nuovo il suo gran sorriso. Nonostante tutto c'era qualcosa di rassicurante in quella donna – Caffè? – Cassie annuì e Maia si alzò per preparare la caffettiere. Per un breve istante Cassie ebbe l'istinto di chiedere come mai usasse semplici elettrodomestici anziché usare la magia ma non disse nulla – Come mai sei venuta?
– Non è facile da spiegare – ammise la ragazza.
– E allora provaci! Non penso che tu sia venuta fin qua solo per vedere la mia faccia di prima mattina!
– No, è solo che... – sospirò e guardò Maia negli occhi – Mi sento così sola... Robert è sempre fuori per lavoro e quando è in casa non parliamo molto. Sembra che lui abbia quasi paura di parlare con me... Quando capita parliamo solo di addestramenti e ieri sera parlavamo della cerimonia di domani. Mi dice sempre distare attenta, di non uscire mai di casa sola...
– Un padre premuroso insomma!
– Diciamo di si.
– Cara Cassandra, scusami tanto se te lo dico, ma non c'è soluzione a questo problema. Robert è fatto così e tempo che non cambierà mai. Non sa come trattare una donna, figuriamoci una ragazzina! Con Nathaniel è stato più facile, lui è un uomo! Vista da fuori tu sembri una tosta, ma lui ha capito che in realtà sei fragile e ha paura di dire o fare qualcosa che possa ferirti, proprio come Nathaniel. Anche lui la pensa così.
– Che c'entra lui?
Maia si avvicinò al tavolo e le porse la tazza di caffè – Stavi pensando a lui mentre parlavi.
– Non me n'ero resa conto... – abbassò lo sguardo sulla sua tazza – Sono successe delle cose strane... Provo delle sensazioni strane, cose che non ho provato mai in vita mia... – Era sorprendente il modo in cui le veniva facile parlare con lei di queste cose.
– Vi siete baciati?
Cassie sgranò gli occhi – Come fai a saperlo?
– Non lo sapevo, per questo te l'ho chiesto. Ma dalla tua espressione dire che è successo.
– Beh... si... però...
– Cosa? Voglio sapere!
– Mi ha... rifiutata – Provava ancora un certo imbarazzo nel pensarci.
La donna sorrise – Ha solo paura.
– Ma di cosa?
Maia sospirò – Cassie, non so se te ne sei resa conto, ma siete due condannati a morte! Se qualcuno sapesse cosa siete... Dio, non voglio non voglio neanche pensarci – Il suo sguardo era diventato improvvisamente triste e qualcosa le diceva che non era solo per loro due, anche Robert era un ibrido e anche lui, teoricamente, era un condannato a morte proprio come loro – E poi non siete in una bella posizione voi due. Tu sei una Winkler e lui è un Leighton...
– Si, mio fratello mi ha parlato della rivalità.. Però io non appartengo a quel mondo e neanche lui!
– Che tu voglia o no c'è il loro sangue anche nelle tue vene, come c'è il sangue dei Leighton nelle vene di Nathaniel! – Le prese le mani e gliele strinse forte – Devi stare molto attenta adesso che sei una cacciatrice! So che Robert ti ha addestrata nei migliori dei modi, ma non ci sarà sempre lui a coprirti le spalle!
Voleva dirle che in realtà era stato Nathan ad addestrarla mentre Robert si era limitato a controllare solo che fosse tutto okay, si all'Accademia che in casa. Tutti i suoi compagni credevano che lei fosse la preferita di Robert solo perché viveva in casa sua, ma nessuno aveva fatto allusioni su lei e Nathan. Questa cosa non la soprendeva molto. Durante gli allenamenti si lanciavano sguardi indifferenti e non facevano altro che massacrarsi nel corpo a corpo. E pensare che sua madre lo aveva scambiato per un suo amico quando le aveva portato il borsone a casa. Sua madre... Aveva una fitta al petto ogni volta che ci pensava. Si era rassegnata al fatto che non c'era più, si era convinta che possibilmente era in un posto migliore, ma questo non cambiava il fatto che le mancava e che aveva un disperato bisogno della sua presenza.
– C'è qualcos'altro che vuoi dirmi?
Cassie prese un gran respiro e sapeva che la sua voce si sarebbe incrinata un po' – Mi manca così tanto...
– Era una brava donna! – disse Maia sapendo a chi si riferiva la ragazza – Una volta mi sono imbattuta nel suo branco. Volevano uccidere solo perché avevo fatto uno scherzetto innocente a uno di loro! Lei mi ha salvata ed è stata la prima e l'ultima persona a farlo, sai? Se sono ancora viva è grazie a me stessa! – Strinse nuovamente le sue mani – Tu sei forte Cassie! E soprattutto non sei sola. Nonostante tutto hai Robert, Nathaniel, il piccolo Fisher e, se vuoi, puoi anche contare su di me!
Se fosse stata un'altra probabilmente si sarebbe messa a piangere per quello che le aveva detto la donna, ma non lo fece. Mise una mano su quella della donna e sorrise – Grazie mille!

La cacciatrice ibridaWhere stories live. Discover now