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Mai avrebbe immaginato un risveglio così dopo la notte che aveva appena trascorso. Aveva finalmente trovato il coraggio di mostrarle un po' di affetto, di stringerla a sé senza avere paura e per un momento aveva quasi pensato di lasciarsi andare completamente e baciarla, farla sua. Per fortuna non era andata così, altrimenti le cose sarebbero state ancora più complicate.
Si aspettava che, il mattino seguente, avrebbero chiarito tutti i malintesi o che si sarebbero goduti quella mattinata insieme. E invece neanche questa volta le cose erano andate secondo quanto pensava.
Si era svegliato di soprassalto a causa di un rumore che arrivava dal salone: qualcuno stava bussando in modo poco delicato alla porta e Nate aveva una vaga idea di chi potesse essere. Cassie non era accanto a lui ma riusciva a sentire dei rumori provenire dal bagno. Sul comodino al suo fianco c'erano i suoi vestiti. Probabilmente Cassie li aveva lavati e asciugati e gli fu grato perché, in caso contrario, sarebbe dovuto andare in giro in mutande e questa cosa non era allettante neanche un po'.
Dopo essersi vestito si precipitò nel piccolo salotto e aprì.
Ethan rimase a bocca aperta, l'espressione un misto tra confusione e rabbia e i pungi chiusi lungo i fianchi – Che cosa ci fai ancora qua?
– E' rimasto qua stanotte – Entrambi i ragazzi si voltarono quando Cassie fece il suo ingresso con indosso solo accappatoio beige che le arrivava a metà coscia. Nate distolse lo sguardo ma Ethan non fece altrettanto anzi, continuava a fissarla indifferente, come se non fosse la prima volta che la vedesse così. Una fitta di gelosia trafisse. E se quei due erano molto più di quello che avevano fatto pensare?
– Allora scusate se vi ho disturbati!
– Non ci hai disturbati, non stavamo facendo nulla!
Ethan sorrise – Difficile da credere. Lui mezzo vestito, tu appena uscita dalla doccia.. Qualcosa mi dice che stanotte.
– Non è come credi – rispose lei secca. La sua espressione si era indurita ed era tornata la stessa ragazza che aveva conosciuto qualche mese prima, fredda e indifferente. Nate ebbe la sensazione che fosse successo qualcosa ma non disse nulla.
– E allora com'è Cassie? Perché io non lo so! Io non ho mai avuto il permesso di entrare nel tuo appartamento prima di ieri sera mentre questo tizio qua – disse indicando Nate – Spunta dal nulla e passa addirittura la notte con te!
– Ethan...
– No Cassie, non tentare di spiegare okay? – Adesso il suo tono di voce indicava tristezza e delusione – Forse voi tutti pensate che io sia uno stupido e provate piacere nel prendervi gioco di me ma io ho capito tutto! Mi hai usato per tutto questo tempo solo per colmare la mancanza di questo tizio, ma ora è finita Cassie, basta...
– Ethan ti ho detto che non è come credi!
– E io non ti credo, mi dispiace – Poi fece un passo indietro e andò via.
Cassie lo fissò per qualche altro secondo e poi sospirò. Sembrava sull'orlo di una crisi di pianto ma un attimo dopo la sua espressione era tornata glaciale e, senza aggiungere una parola, andò in camera da letto.
– Aspetta! – Nate le andò dietro – Non pensi che dovresti darmi una spiegazione?
La ragazza gli diede le spalle – Non c'è nulla da spiegare.
– Beh, non direi visto come si è comportato! Non è che c'è stato qualcosa tra voi?
– E anche se fosse? Che t'importa?
– Cosa? Stai scherzando? Dopo questa notte... – Ma prima ancora di proseguire la frase si sentì uno stupido. Non era successo nulla, qualche carezze e il dormire insieme non poteva di certo rimediare alle cose che erano successe.
– Credo che la risposta alla tua domanda sia semplice: è stato solo un momento di debolezza – rispose lei come se gli stesse leggendo nella mente.
– Pensavo che le cose sarebbero potute cambiare.
La sentì sorridere – Dovevi pensarci prima – poi si voltò e lo guardò – Scusami ma dovrei cambiarmi e tu dovresti tornare nella tua stanza. Abbiamo una missione tra mezzora.
Senza aggiungere altro, Nate andò via dall'appartamento della ragazza. Era stato davvero avventato da parte suo rimanere quella notte e se ne stava rendendo conto solo adesso. Lei non gli aveva chiesto di rimanere per stare con lui, glielo aveva chiesto perché era stato un momento di debolezza. Ma la cosa che più lo faceva incazzare era una: lui era rimasto per il piacere di poterla stringere a sé.

La cacciatrice ibridaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora