Capitolo. 10

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Harry.


Mentre mi dirigevo al centro commerciale, quel mercoledì pomeriggio, insieme alla mia ragazza, ricevetti una chiamata e senza preoccuparmi di controllare chi fosse risposi.


-Pronto?!-dissi.

-H..Haz-disse la voce, scossa dai singhiozzi.

-Lou, piccolo...che succede?-chiesi preoccupato, fermandomi. Ariana fece lo stesso fissandomi preoccupata.

-Haz...lui è...lui è...-si interruppe a causa di un singhiozzo più forte degli altri.

-Principessa calmati e dimmi che succede.-dissi passandomi, frustato, una mano trai ricci.

-Lui è morto Haz.-disse tutto d'un fiato.

-Chi? Louis, chi?-chiesi, quasi urlai.

-Ti prego vieni da me.-sussurrò trai i singhiozzi.

-Arrivo.-dissi.


Chiusi la chiamata e corsi verso l'uscita. Salìi in macchina, lasciando Ariana lì, e mi diressi verso l'appartamento di Louis.


Dopo una decina di minuti arrivai.


Scesi velocemente, mi diressi al grande portone trovandolo aperto, chiamai l'ascensore ma vendendo che non scendeva iniziai a correre su per le scale.


Arrivato al primo piano, già avevo l'affanno e me ne mancavano altri 5.


L'ascensore si aprì, mostrando la figura di un'uomo sulla trentina, lo spintonai facendolo uscire e vi entrai io.


-Ragazzino, sta attento, guarda dove vai.-mi urlò l'uomo.


-Lurido babbano.-dissi.


Arrivato al piano di Louis, bussai violentemente contro la porta, e dopo qualche secondo lui mi venne ad aprire.


Era avvolto da un plaid rosa e aveva il volto rigato dalle lacrime.


Indossava gli abiti per il lavoro, quindi, dedussi che stava andando, appunto, a lavorare.


Lo abbracciai subito e lui ricambiò.


Entrai e ci sedemmo sul divano, ancora abbracciati.


-Piccola.-gli sussurrai.


-è morto Haz...Timmy è morto.-disse tra i singhiozzi nascondendo il viso nell'incavo del mio collo.


-Non può essere Lou...Timmy no.-dissi sentendo le lacrime salire.

Non lo davo a vedere, ma a quel piccoletto ci tenevo. Era uno di famiglia ormai.


-Mi stavo preparando per andare a lavoro, stavo infilando le scarpe...ho alzato lo sguardo e...l'ho trovato...era così pallido Haz, con quegli occhietti neri spalancati.-disse singhiozzando più forte.


-Ci sono io...non piangere principessa.-dissi prendendolo in braccio portandolo nella sua camera. 

Lo feci stendere, tolsi le scarpe e mi stesi accanto a lui.

Si strinse al mio petto e continuò a singhiozzare, mentre io gli accarezzavo la schiena e giocavo con i suoi capelli.


-Voglio il mio Timmy, Haz...-singhiozzò.


-Ne compreremo un altro, ok?-dissi.


-Ma..Timmy era unico.-disse guardandomi. -Era un tuo regalo.-sorrise leggermente.


-Compreremo un altro pesciolino...lo sceglierai tu, ok?-dissi accarezzandogli la guancia.


-Ok.-disse, continuando a singhiozzare.

Eravamo, entrambi, molto affezionati a lui.


Dopo qualche minuto i singhiozzi terminarono e sentì un leggero russare, così capì che si era addormentato.


Lo vidi armeggiare con il bottone dei suoi skinny jeans e capì che gli procuravano fastidio, cosi lo scostai delicatamente e gli tolsi la camicia bianca che usava per il lavoro e gli skinny, dato che era sua abitudine dormire in boxer.

Li sbottonai e iniziai a calarli lentamente per non svegliarlo, ma rimasi paralizzato non appena questi arrivarono a metà coscia.

Girai lentamente Louis e lo feci stendere a pancia sotto e vidi che avevo ragione.


Indossava un perizoma bianco in pizzo e il suo petto, ora che ci facevo caso, era pieno di succhiotti e graffi, così come la sua schiena. E sulla natica destra vi era l'impronta di, quelle che sembravano, dita, come se qualcuno lo avesse sculacciato.

Accarezzai lentamente quest'ultime e mille idee iniziarono a farsi spazio nella mia testa.


Il suo cellulare squillò.


Lo presi e vidi che era un messaggio.


Lo sbloccai e lo lessi.



Da Mark:

Louis, ma che fine hai fatto? I clienti ti stanno aspettando!


Il mio migliore amico fa la prostituta?!




My Best Friend ||Larry Stylinson||Where stories live. Discover now