Epilogo.

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Cinque mesi passarono e tra Louis e Harry le cose non migliorarono per niente.

I primi due mesi entrambi li passarono in lacrime. Harry non appena Louis iniziava il suo numero su quel piccolo palco del G-A-Y Bar. Non appena si ritrovava a petto nudo e gli uomini arrapati presenti in quello spazio iniziavano a fare versi di approvazione i suoi occhi si riempivano di lacrime ed era costretto a lasciare il locale. Louis non appena Harry varcava la soglia di quella porta. Dopo aver finito il numero si dirigeva nella sua stanza e versava lacrime amare accarezzandosi il ventre piatto.

Il terzo mese Louis iniziò a non lavorare più al G-A-Y Bar e ciò fece stranire Harry. Questo lo portò a chiedere informazioni su che fine avesse fatto lo spogliarellista moro con gli occhi azzurri al barista, quest'ultimo dopo aver rivolto un sorriso malizioso al riccio gli rispose solamente che si era licenziato per motivi a lui del tutto sconosciuti. Harry provò a chiedere ad Ariana, Liam, Zayn e Niall, ma loro alzavano le spalle dicendo "Non lo sentiamo da un po' Harry." Il riccio fu costretto a chiedere ad Eleanor, nonché, migliore amica di Louis. Lei dopo aver fatto una faccia confusa, abbassato lo sguardo e aver sussurrato un qualcosa come "Non lo ha detto." gli ha sorriso e lo ha mandato via inventandosi una scusa incoerente. Louis quel mese lo passò rinchiuso in casa a piangere tra scatole di gelato ormai vuote e cartacce unte di cibo spazzatura, mentre guardava Titanic e si accarezzava il ventre ormai abbastanza gonfio.


Il quarto mese Harry cercò di ignorare la perenne mancanza e al contempo presenza di Louis. Mancanza. Louis non si faceva vedere più in giro, nemmeno per sbaglio. Si era ritirato dal college e nessuno aveva la più pallida idea di cosa gli fosse successo. Ogni giorno uno dei suoi migliori, o addirittura lui, andavano al suo appartamento, ma era come se lui non ci fosse. Loro bussavano alla porta ma nessuno li apriva e dall'interno non si captava neanche un leggero movimento. Cercarono di rintracciarlo con il cellulare, ma quest'ultimo era perennemente spento.                                                               Presenza. Ogni cosa ad Harry gli ricordava Louis. Il college. Il suo appartamento dove avevano passato la maggior parte delle loro giornate insieme, coccolandosi sul divano o ancor prima di iniziare la loro relazione a fare cazzate o una semplice partita a Fifa con l'X-box e a ingozzarsi di cibo spazzatura. La sua auto. La pista da Skate. Casa di Niall, Liam, Zayn o Ariana. Il G-A-Y Bar. Starbucks. Il pigiama di Titty regalatogli da Louis stesso. Tutto in quel piccolo buco di mondo gli ricordava Louis William Tomlinson. In quei 30 giorni Harry trovò anche il coraggio di confessare a suo padre la sua omosessualità e lui non ne fu poi così sorpreso. "Sei mio figlio Harry. Capisco quando c'è qualcosa che non va. Ti ho osservato figlio mio e non ci vuole una laurea per capire che tu non sei etero." gli aveva detto ridendo il padre. Harry sorrise e lo abbracciò. Non era andata come si aspettava, anzi meglio del previsto. Louis, invece, quel mese lo passò nel medesimo modo in cui aveva passato il terzo. Cioè a deprimersi mentre mangiava gelato, guardava Titanic e si accarezzava il ventre gonfio e molto evidente.


Il quinto mese Harry si ritrovò davanti la porta dell'appartamento di Louis dopo una chiamata di Eleanor, dove "Louis sta male Harry, devi andare da lui immediatamente. Le chiavi sono sotto il tappeto, le ho messe lì io ieri. Ti prego va da lui Haz. Ha bisogno di te." gli ha detto. Harry non se lo fece ripetere due volte e corse a casa di Louis. Prese le chiavi da sotto il tappeto ed entrò facendo il più piano possibile. Sentì dei rumori provenire dal bagno e si diresse verso quest'ultimo. Quando si trovò sulla soglia, rimase pietrificato. Louis era lì che gli dava le spalle, piegato sulle ginocchia mentre rimetteva anche l'anima. Dopo qualche minuto il liscio si alzò con fatica, si girò allungando il braccio verso il lavandino ma si bloccò non appena vide la figura di Harry sulla soglia. Portò ,istintivamente, una mano a coprigli il ventre non più piatto, ma gonfio e tondo con una piccola vita, un piccolo Larry all'interno. Harry spalancò leggermente gli occhi e le labbra alla visione facendo vagare lo sguardo dal pancione al viso del suo amato. "Non mi odiare, più di quanto tu non faccia già, ti prego." gli sussurrò Louis con gli occhi lucidi. "Di...di chi è?" chiese solamente il riccio con voce tremante. Il liscio abbassò lo sguardo mordendosi violentemente. Dopo qualche secondo o minuto di silenzio alzò lo sguardo incatenandolo con quello del riccio e "...Tuo." sussurrò sorridendo debolmente accarezzandosi il pancione. "Mio?" chiese Harry incredulo, gli occhi spalancati e un accenno di sorriso sulle labbra carnose. "Tuo." disse Louis. Il riccio con un sorriso contornato da fossette avanzò verso il liscio lo afferrò dolcemente per le guance, e fregandosene del sapore acido e rivoltante del vomito lo baciò prima dolcemente e poi introducendo anche la lingua rendendolo passionale. "Non mi odi?" chiese Louis con gli occhi lucidi e le labbra tremanti. "Non potrei mai odiarti piccolo mio." rispose il riccio. "Ma...facendo quel lavoro e come se ti avessi tradito Harry...Io..."disse ma fu interrotto dalla voce di Harry che "Non importa, ok? Abbiamo tutta una vita davanti amore mio. Mi dispiace di non esserti stato accanto durante questi mesi, mi dispiace tantissimo. Ma recupererò durante questi che verranno e fino alla fine dei nostri giorni. Da ora in poi inizieremo una nuova vita. Insieme. Noi tre. Io, te e nostro figlio." disse con gli occhi lucidi per poi portare una mano sul pancione del liscio e abbassarsi sulle ginocchia per lasciargli un tenero bacio. "Che ne dici piccolino. Sei d'accordo con il tuo papà?" il bambino calciò e Harry sorrise tra le lacrime. "Ha calciato. Lo hai sentito Lou. Ha calciato!" "L'ho sentito Harry, l'ho sentito." rispose Louis tra le lacrime sorridendo, proprio come Harry. "Ti amo, anzi, vi amo." disse per poi lasciare un bacio sulle labbra di Louis. "Vi amo." rispose Louis accarezzando i capelli di Harry. "E tu piccolino, ami la tua mamma e il tuo papà?" Louis rise notando il modo in cui l'avesse chiamato Harry, stava per ribattere quando il calcio del suo bambino fece urlare Harry come una ragazzina. "Lo prendo come un si!" disse e i due scoppiarono a ridere tra le lacrime. Avevano una vita davanti e l'avrebbero vissuta insieme.


"Io, Te e Nostro Figlio."




The End.




My Best Friend ||Larry Stylinson||Where stories live. Discover now