6. Ballo di inizio anno.

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Sono seduta sulla sedia della mia scrivania, davanti a me c'è un mattone intitolato "La storia dell'arte dal settecento al novecento." Amo l'arte, amo disegnare, andare nei musei, nelle mostre dedicate ai pittori più famosi al mondo, ma odio dover studiare la loro vita, il loro "movimento artistico."Io penso che un artista non appartenga a nessun stile, in ogni dipinto c'è l'anima del suo autore e noi dobbiamo essere bravi a coglierla, non servono a niente le analisi dettagliate scritte sui libri, perché un quadro, un dipinto va interpretato in base alle sensazioni che riesce a trasmetterti. Così decido di chiudere il libro e lasciare in sospeso lo studio di Monet, per dedicarmi alla mia odiata matematica; Dopo un quarto d'ora di pura sofferenza decido di mandare un messaggio alla mia amica.

Ei, ti va di venire da me?

Certo, vuoi una mano con matematica?

No, non ti preoccupare, dobbiamo parlare di altre cose.

Blocco il telefono e riordino la scrivania, in casa non c'è nessuno tranne me, mio padre è come al suo solito impegnato in qualche riunione, mio fratello è negli alloggi universitari e mia madre, beh è in coma. Scendo e vado ad aprire la porta.

"Ei."

"Amy, che succede."

"Entra, ho bisogno di parlarti.

La ragazza entra in casa e ci accomodiamo in cucina, prendo due bicchieri dalla credenza e ci verso dentro del succo di mirtilli appena tirato fuori dal frigorifero, inoltre prendo un sacchetto di patatine e mi siedo di fronte a lei.

"Cosa devi dirmi?"

"Oggi è venerdì."

"Lo so."

"Sono le quattro del pomeriggio."

"Amelia questo lo so."

"Domani sera c'è il ballo."

"So anche questo."

"Ho bisogno di un vestito, tu hai bisogno di un vestito. Questo significa una sola cosa: shopping."

"Va bene, immagino che tu ti debba preparare vero?"

"In realtà si."

Finiamo di bere il succo e saliamo in camera, vado a lavarmi il viso ed i denti mentre Allison pesca dal mio armadio un vestito molto semplice bianco, prendo le scarpe dello stesso colore e mi vesto infine lego i capelli in una coda alta e scendiamo di nuovo le scale.

"Sei molto più bella struccata lo sai?"

"Grazie, ma è strano stare senza fondotinta, mi sento nuda, vulnerabile."

"Sta zitta. Prendi la borsa e chiudi casa, si va a far compere."

La abbraccio ed usciamo sorridenti da casa, la mai amica saluta qualche vicino mentre io mi limito ad un cenno, camminiamo per le strade del quartiere affollato, nei giardini delle villette gruppi di tre, quattro bambini giocano allegri a rincorrersi, a nascondino e a pallone; Arriviamo al centro commerciale e tolgo gli occhiali da sole, e iniziamo a dare un'occhiata alle vetrine dei numerosi negozi.

Into the storm. 《 completata 》Where stories live. Discover now