30. PROM

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Amelia's pov

Credo sia illegale in almeno cinquanta paesi, festeggiare il ballo di fine anno in una minuscola palestra di un comunissimo liceo in giugno. Sono già le cinque del pomeriggio, ed io me ne sto beatamente sdraiata sul letto a godermi il mio amato condizionatore ed il suo perenne getto d'aria fredda; sicuramente Allison si starà già preparando, sarà sicuramente bellissima e presumo che ad Alex verrà un infarto appena la vedrà. Sono contenta per loro due, sono sempre stati molto uniti, ed entrambi si meritano un briciolo di felicità. Sbuffo sconsolata e sblocco il cellulare, noto un paio di messaggi da parte della mia migliore amica, uno da parte di Mads e l'ennesimo da parte di Dim, è circa il centesimo, sicuramente mi starà insultando perché non gli rispondo, ma mi diverto troppo a farlo esaurire.

Mi alzo dal letto svogliata e mi impongo di scegliere in fretta e furia un vestito da indossare, non mi importa più di tanto, è solo uno stupido ballo fatto per rispettare le così dette tradizione americane. In parole povere? Alcool e studenti ubriachi e molesti ovunque. Ecco cosa mi spetterà nelle successive ore. Apro entrambe le ante dell'armadio ed inizio a sbirciare ed spulciare il mio guardaroba da cima a fondo, non ho mai amato vestiti dalle tonalità accese, ho sempre preferito quelli dalle tonalità che vertono al nero ed al blu. Il mio occhio però, ricade sull'unico vestito che posseggo osè, è nero, le spalle sono fasciate da una banda in tessuto che termina sul decolté, in una lieve scollatura. Prosegue aderente sui fianchi e fascia perfettamente le gambe. Ma ciò che lo rende particolare è il vertiginoso spacco che si apre sulla gamba sinistra, lasciandola scoperta, che arriva poco sopra metà coscia. E per finire cade perfettamente a terra anche con i tacchi, non è stravagante, o estremamente esagerato. È audace certo, ma nei giusti limiti.

Lo ripongo accuratamente sul letto ed al suo posto afferro il pc, lo accendo e faccio partire una playlist che ho rinominato wakeup, l'intera stanza viene subito invasa dalle note di Centuries dei Fall out boy; dopo aver fatto una lunghissima doccia fredda ed aver cantato a squarcia gola come un'emerita idiota, decido di tornare nella mia stanza, addosso ho solamente un normalissimo asciugamano, ed ho ancora i capelli completamente bagnati. Il telefono tutto d'un tratto inizia a squillare come un matto:

"Brutta idiota che non sei altro! Aprimi questa cazzo di porta!"

Non faccio nemmeno in tempo a replicare che la chiamata era terminata. Ma che cazzo sta succedendo? Scendo le scale non curandomi del mio fantastico look, faccio scattare le chiavi nella serratura e mi ritrovo tutti i miei amici schierati sul pianerottolo, intenti a sorreggere i loro abiti per la festa, accuratamente coperti da una di quelle sacche che io definisco da morto.

"Che cazzo ci fate qui?!"

"Amelia porca puttana facci entrare!"

"Qualcuno può degnarmi di una risposta? Siete piombati a casa mia senza preavviso, e noto che dovete anche tutti prepararvi! Alex! Una fottutissima spiegazione, ora."

"Volevamo farti compagnia."

"La verità. Allison?"

"Io sono venuta perché volevo prepararmi assieme a te, non so cosa ci facciano qui tutti loro."

"Questa sembra plausibile. Ti raggiungo in camera appena finisco con loro."

Sento la ragazza ridacchiare e salire le scale, fulmino con lo sguardo il resto dei ragazzi in attesa di una spiegazione.

"Jace?"

"Non guardarmi, mi è stato detto di venire qui."

"Christopher?"

"Ehm..."

"Cosa?"

Sto cominciando ad alterarmi, sono le sei di pomeriggio, poco meno di un'ora fa ero completamente libera, sola, e con tutta la casa disponibile. Ora sono in piedi a quattro ragazzi, praticamente nuda ad implorare una scusa plausibile per la loro invasione.

Into the storm. 《 completata 》Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt