Continuo a non capirti

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"È incazzato?" domandò Steve appoggiato al cofano della sua macchina stretto nel suo giubbotto di pelle nero con un sopracciglio alzato.
Annuii anche se la risposta se la sarebbe potuto dare benissimo da solo in vista della sua reazione.

"Comunque sei bellissima." esclamò e mi aprì lo sportello della macchina. Sorrisi e lo ringraziai. Non ero abituata a tutti quei complimenti e gesti carini che ogni volta Steve mi offriva.

"Dove andiamo?" chiesi accoccolandomi sulla poltrona del passeggero.

"Nulla di speciale. Spero ti piaccia Mc Donald's." mi lanciò varie occhiate mentre guidava.
Mi si illuminarono gli occhi. "Amo Mc Donald's. Hai fatto centro Parker." gli tirai un pugno leggero sulla spalla. Mi faceva strano chiamarlo con lo stesso cognome di Alex.

Parcheggiò la sua auto nel vialetto. Mc Donald's era a due minuti da lì.
Steve mi sfiorò la mano indeciso se intrecciarla alla mia o meno. Alla fine me la prese e fece combaciare le nostre dita.

"Steve." attirai la sua attenzione. "Posso chiederti una cosa?" domandai mentre lui al mio fianco apriva la porta del Mc.
Entrai e fummo investiti da un calduccio piacevole.
Lui annuì tenendomi ancora per mano e portandomi verso la fila di persone che si era formata davanti alla casa. Per fortuna c'erano solo tre persone davanti a noi, di solito si formavano file enormi.

"Che c'è tra te e Alex?"

"Che intendi?" corrucciò la fronte.

"Perché vi odiate così tanto?" alzò le spalle e portò la sua attenzione a una signora di mezza età che ci stava chiedendo le nostre ordinazioni.
"Io prendo patatine medie, una birra, un toast e chicken nuggets da 4." rispose Steve portando lo sguardo poi su di me per chiedermi cosa volessi.

"Un crispy mc bacon, patatine medie e una coca."
Si aprì successivamente una discussione perché Steve voleva assolutamente pagare la mia parte e io imponevo che avrei dovuto pagare io. Vi lascio immaginare chi vinse la battaglia e finalmente raggiungemmo un tavolo con i nostri vassoi tra le mani.

"Sei un testardo." alzai gli occhi al cielo e lo sentii ridacchiare. "Non mi hai ancora risposto comunque." gli ricordai e lui sospirò.

"Dovrebbe spiegartelo lui, io non ho niente da dire. Tutto questo è solo colpa sua." prese un pezzo di pollo e li diede un morso.

"Questo cosa?" chiesi confusa.

"Lascia stare." deviò il discorso e decisi che non era il caso continuare ad insistere. In fin dei conti Steve era così carino nei miei confronti al contrario di Mr. stronzo scassa palle.
Sgranocchiai le mie patatine mentre Steve immergeva le sue nella maionese.

Finimmo tutto nel giro di 15 minuti, eravamo entrambi molto affamati.
"Ti va di fare un giro?" mi prese di nuovo per mano mentre uscivamo dal grande fast food e mi strinsi nella mia giacca per via della differenza da caldo a freddo.

"Certo." acconsentii e cominciammo a camminare per le vie di quella città a me ancora molto sconosciuta. Un giorno di questi avrei costretto Carter a farmi fare un giro turistico di San diego.

"Ti piace qui?" mi chiese.

"Inizialmente pensavo che mi sarebbe mancata molto Los Angeles, ma in fin dei conti è una bella città e sono felice di essermi trovata con voi." gli sorrisi e guardai solo ora attentamente i suoi occhi marroni con svariate sfumature di verde. Erano veramente molto belli, ti ci potevi perdere dentro.
Ma niente era a confronto con quegli splendidi occhi azzurri, aggiunse il mio subconscio.

"La settimana prossima ci sarà il mio compleanno, esattamente il 18 novembre. Alex ha insistito ad organizzare una piccola festicciola. Ovviamente sei invitato."

"Non credo sara felice di avermi tra i piedi."

"Non è il suo compleanno, quindi si fa a modo mio." risposi decisa.

"Amo il modo in cui li tieni testa." accennò un sorriso facendo spuntare una piccola fossetta sulla guancia sinistra.

"Oh, non potrei mai permettergli di farmi comandare."

Ormai erano arrivate le 23 circa e Steve mi riaccompagnò a casa.
Mi fece compagnia fin quando arrivammo davanti la porta. "Sono stato bene con te, come sempre." portò una mano sul mio viso e si avvicinò lentamente a me.
Questa volta mi avrebbe baciato sul serio e decisi di lasciarlo fare. Le nostre labbra si sfiorarono ma non si toccarono mai perché il nostro quasi-bacio fu interrotto dallo spalancarsi della porta e dal grugnito di Alex mentre lasciava sguardi di fuoco a Steve.

"Steve devo andare." evitai subito quella situazione al quanto imbarazzante ed entrai in casa chiudendo subito la porta d'ingresso alle mie spalle. "Stavo per entrare. Non potevi aspettare altri 5 minuti?" sbottai togliendomi la giacca e buttandola sul divano.

"Così avresti potuto baciarlo?" alzò un sopracciglio fissandomi attentamente con i suoi penetranti occhi azzurri.

"Ti crea problemi?" incrociai le braccia al petto.

"Questa volta si." ammise e mi spostai dall'ingresso per prendere un bicchiere d'acqua dalla cucina. "Perché?" chiesi.

"Non sono affari tuoi, Harper." il suo volto era completamente serio e in quei casi quasi odiavo quando mi chiamava con il mio nome per intero.

"Steve vuole che sia tu a spiegarmi cosa c'è tra di voi."

"Fino a prova contraria sono etero. E se fossi gay e Steve sarebbe l'unico uomo sulla terra, lo prenderei a calci in culo per spedirlo su Venere." indicò con un dito il soffitto per indicare Venere.
Trattenni una risata e lui mi guardò male. "Che c'è?"

"Sei un idiota." gli tirai uno schiaffo sul petto ma lui mi afferrò la mano facendo sbattere i nostri petti. Sussultai e il mio cuore perse un battito. "La mia domanda era un'altra." sussurrai ad un centimetro dalle sue labbra.

Mi scrutò per alcuni minuti.
"Stagli lontano bambina, lo dico per te." quelle furono le sue ultime parole prima di lasciarmi da sola in cucina.
Sei proprio strano Alexander Parker.


SPAZIO AUTRICE:
buon lunedì!
perdonatemi per non aver postato per niente nel weekend ma sono stata ultra impegnata e scusatemi se questo capitolo non è poi così lungo. Mi farò perdonare postandone un altro nel pomeriggio.
Spero come sempre vi piaccia!
-R

Amore proibitoWhere stories live. Discover now