Ci sei tu con me

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"Cosa hai intenzione di fare?" mi domandò Alex giocherellando con i miei capelli.

Eravamo tornati a San Diego da un paio di giorni. Victoria aveva provato a contattarmi in tutti i modi possibili ma io sinceramente non avevo voglia di vederla, tantomeno di sentirla. Mi aveva mentito su una cosa così grande. Sapeva quanto ci tenessi alla mia relazione con Alex e quanto lo amassi.

Sospirai. "Lo sai che non puoi evitarla per sempre." mi ricordò. In realtà al momento ci stavo riuscendo alla grande. Eravamo in vacanza per Pasqua, quindi non mi toccava incontrarla neanche a scuola, ma prima o poi mi toccava affrontarla. In effetti ero anche curiosa di ascoltare le sue motivazioni...

"Lo so." sospirai nuovamente creando dei cerchi immaginari sul palmo della mano destra di Alex.

"Chiamala." propose ma scossi la testa. "Allora rispondile dato che ti sta chiamando." mi fece notare il mio telefono sul tavolino illuminato dalla foto di Victoria che avevo usato come suo contatto. Eravamo io e lei con un gelato in mano sporche su tutto il viso. Feci spuntare un sorriso malinconico.

Afferrai titubante il telefono e accettai la chiamata portandomi il telefono all'orecchio.
"Harper?" domandò sorpresa per averle risposto. "Ti davo per morta." ridacchiò.

"Sono ancora viva." forse tu però tra un po' no, ma questo tralasciamolo.

"Perché non passi da casa mia? Mi sei mancata in questi giorni." propose e rimasi in silenzio per alcuni secondi decidendo sul da farsi.

"Anche ora?"

"Certo!" esclamò con voce squillante dall'altro lato del telefono.

"Arrivo." conclusi terminando la chiamata.

"La voglia di vivere nella tua voce durante questa telefonata è pari ad io quando mangio una carota." scherzò su Alex. "Ed io odio le carote." concluse.

"Peccato, ti ci vedevo nelle vesti di un coniglio." dissi scompigliandogli i capelli e dirigendomi sopra verso la mia camera. Mi cambiai velocemente infilando al volo una giacca e scendendo al piano di sotto.

"Dove stai andando?" mi chiese ancora sdraiato sul divano.

"Da Victoria!" urlai chiudendomi la porta alle spalle. Lo sentii urlare un 'buona fortuna' e mi incamminai verso la casa della mia migliore amica. Se potessi ancora definirla in questo modo...

Non ci impiegai molto dato che distava da casa mia solo una mezz'oretta, e di aspettare quel dannato autobus alla fermata non mi andava proprio.
Bussai alla porticina rossa della villa e mi aprì la bionda con un enorme sorriso in volto catapultandosi tra le mie braccia.
Non ricambiai l'abbraccio e mio malgrado Victoria si accorse di questo mio comportamento strano nei suoi confronti.

"Non ci vediamo da più di 5 giorni e mi accogli in questo modo?" fece il broncio incrociando le braccia al petto.

"Dobbiamo parlare." volevo chiudere la faccenda il prima possibile e sperai in tutti modi che avesse una motivazione valida. Non volevo sentirmi tradita nuovamente da un'altra persona, nonostante la prima non avesse fatto nulla di male.

"Riguardo a cosa?" domandò confusa.

"Alex e Lea." incrociai le braccia al petto e lei sbarrò gli occhi per la sorpresa. "Perché mi hai mentito?" andai subito al punto.

"Ora non ti mentirò." disse convinta sapendo già a cosa mi riferissi. Avevo sperato con tutto il mio cuore che negasse alla mia domanda.
"Lo spero dato che lo hai già fatto." la provocai e lei mi guardò male.

"Ho sempre amato Alex da non so quanto tempo." spalancai la bocca incredula. Avrei pensato a qualsiasi cosa, ma questo... "Sono amica di Carter da parecchio tempo, quindi mi capitava di ronzare intorno a suo fratello. E ci sarei pure riuscita a conquistarlo se non fosse stato per te!" mi indicò. "Sei arrivato tu e hai rovinato tutto. Ti mentirei se ti dicessi che la nostra amicizia è sempre stata sincera perché non è vero. Con te in quella casa avevo più punti a mio favore per entrare nelle grazie di tuo fratello. Ma lui si era dannatamente fissato con te. Hai tutto ciò che avrei voluto io!" alzò le mani all'aria alzando il tono della voce. "Non solo sei andata ad abitare in quella casa, adesso ti ritrovi anche tra le braccia della persona che io amo!"

"Tu non me l'hai mai detto, non puoi darmi colpe che non ho!" stavo cominciando a perdere la pazienza. "Mi hai sempre fatto pensare che ti piacesse Thomas, come avrei mai potuto credere che invece fossi innamorata di Alex?"

"Pure i pali del nostro istituto ci sarebbero potuti arrivare. Ma tu sei così.. così ingenua!"

"Mi dispiace che sia andata a finire così." ammisi.

"Oh non iniziare con queste frasi fatte, perché per te andrà a finire anche peggio." mi minacciò.

"Cosa vorresti fare Victoria? Sentiamo!"

"Io?" indicò se stessa. "Proprio nulla. Sarà Alex ad accorgersi con che razza di persona ha a che fare." e successe tutto in un attimo. La mia mano si mosse da sola schiaffeggiando la guancia di Victoria la quale dovette portarsi la propria mano sul volto a causa del dolore.

"Mi fai solamente schifo." sputai acida. "Mi pento di ogni momento passato con te. Mi hai solo usata per arrivare a lui. È stata tutta una fottutisima menzogna!" mi allontanai da quella cosa più rotta di prima. Le lacrime scendevano da sole sulle mie guance rosse per la rabbia.

Mi ha sempre solo usata per arrivare ad Alex. Se prima mi sentivo tradita da Alex adesso mi sentivo tradita da Victoria e forse stavo anche peggio di prima.

Mi accasciai a terra lasciando che i singhiozzi mi invasero. Il telefono continuava a squillare insistentemente ma non ci diedi molto peso.
Alla quarta chiamata decisi di rispondere. "Pronto?" sussurrai con voce rotta.

"Piccola dove sei finita? Ti vengo a prendere, dimmi solo dove sei."

Mi guardai intorno. "Non lo so."

"Dimmi un qualsiasi punto di riferimento."

"C'è un parco, piccoli bar e la pubblicità degli assorbenti." dissi guardandomi intorno e lo sentii ridacchiare. Trattenni anch'io un sorriso asciugandomi le lacrime.

"Hai fatto del tuo meglio. Arrivo." concluse chiudendo la chiamata.

Mi sedetti sugli scalini di un'abitazione aspettando l'arrivo del mio ragazzo. Parcheggiò la sua auto davanti a me accendendo i fari per farmi notare del suo arrivo.
Mi precipitai dentro la sua macchina.

"Stai bene?" fu la prima cosa che mi chiese.

"Domanda di riserva?" provai io.

"Vieni qui." aprì le braccia e non me lo feci ripetere due volte.
Menomale che ci sei tu con me Alexander Parker.


SPAZIO AUTRICE:
eccomi scusate ma oggi sono stata molto impegnata!
Cosa ne pensate di quel che ha detto Victoria? Ve lo aspettavate?
-Reb

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora