Che ci fai qui?

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Perdonatemi davvero per la mia assenza, ma ieri sono stata super impegnata, capitemi per favore. Ma ecco a voi il capitolo. Domani ne pubblico due.
Comunque leggete sotto lo spazio autrice, ho una cosa da chiedervi.

"Mhh." cercai di mettermi a sedere ma qualcosa di pesante mi bloccava. "Alex?" lo scossi leggermente ottenendo solo versi incomprensibili. "Alex!" urlai.

Balzò di colpo sul letto. "Ma sei impazzita?" ridacchiai scompigliandogli i capelli più di quanto già non lo fossero.

"Che ore sono?" domandai cercando ovunque il mio cellulare.

"Tu mi hai svegliato per questo?" alzò un sopracciglio buttandosi di peso sopra di me e cominciando a farmi il solletico.
"Lasciami andare!" urlai tra una risata e l'altra.
Mi stampò una serie di baci sulla bocca prima di accasciarsi sul letto accanto a me.

Tastai la mia mano sul letto trovando finalmente un cellulare. Accessi la schermata e notai che non era il mio ma quello di Alex. 10.47. Ma il mio sguardo più che sull'orario si soffermò sullo sfondo della sua schermata. C'era una mia foto in cui stavo dormendo.
"E questa quando me l'avresti fatta?" gli mostrai il suo telefono.

Si stropicciò gli occhi afferrandolo con un sorriso. "In macchina. Stavamo andando in montagna."

"Sono orribile!" mi coprii la faccia con un cuscino.

"Io invece trovo che tu sia adorabile." fece il giro del letto venendomi ad abbracciare da dietro. "E comunque non è l'unica foto che io ti abbia fatto."

"Quali sarebbero le altre?" mi staccai da lui girandomi per guardarlo negli occhi.

"Allora, ce n'è una mentre mangi, una mentre studi, un'altra mentre dormi e infine un video dove canti una delle canzoni in radio nella mia macchina." le elencò usando le dita della sua mano destra. "Ah no!" si portò una mano sulla fronte. "Ne ho anche una mentre ti infili il casco."

Arrossii involontariamente affondando la faccia nel cuscino. "Non me ne sono mai accorta."

"Sono il mio piccolo tesoro segreto." sorrise fiero di sé.
Alzai gli occhi al cielo rubandogli una felpa dall'armadio per poi correre verso il bagno.
"Quella è mia!" lo sentii urlare dalla stanza ma lo ignorai recuperando prima un jeans dal mio armadio per poi rinchiudermi nel bagno.

Mi sciacquai il viso e lavai i denti. Recuperai il beauty case e mi truccai un po' per migliorare il mio aspetto. Pettinai i capelli e mi infilai infine i vestiti. Un jeans nero e una felpa bianca gentilmente offerta (rubata) dall'armadio del mio ragazzo.
Mi affacciai in camera sua ma la trovai vuota. Quindi scesi al piano di sotto e lo osservai infilarsi la giacca di pelle e gli occhiali da sole.

"Dove vai?" domandai raccogliendo i capelli in una coda.

"Rachel vuole le caramelle." mi spiegò indicando la bimba riccioluta sul divano.

"E alla tua bambina non ci pensi?" feci gli occhi dolci.
Sospirò. "Vieni qui." aprì le braccia e mi ci fiondai dentro. Mi afferrò poi la mano per condurmi in garage insieme a lui.
"Puoi ancora tirarti indietro."

"Perché mai?" chiesi confusa.

"Perché useremo questa." rispose indicando la sua moto. Sbuffai e annuii afferrando il casco che mi stava porgendo Alex. Salì sulla sella e lo imitai circondandogli la vita con le braccia.
"La prima volta non volevi toccarmi." mi ricordò ridacchiando.

"Posso continuare a farlo." ritrassi le braccia con un sorriso compiaciuto sul volto.
Me le riprese e se le rimise intorno ai fianchi. "Stanno meglio qui." alzai gli occhi al cielo e finalmente partì sfrecciando per le vie di San Diego.

Dopo circa una mezz'oretta accostò sul ciglio di una strada scendendo dalla moto e sfilandosi il casco. Lo osservai in ogni suo movimento. Qualsiasi cosa facesse restava sempre bellissimo.
"Così mi sciupi bambina." mi schioccò le dita di fronte al mio viso imbambolato.
Gli tirai un piccolo schiaffo sul petto ma come sempre precedette la mia mossa afferrandomi la mano e intrecciandola alla sua. Ci incamminammo verso il piccolo negozietto davanti ai miei occhi. Un enorme insegna mostrava il suo nome: "Sweets and Candies".

Alex spinse la piccola porticina in vetro facendo suonare il campanellino all'interno. Un paio di rintocchi riecheggiarono nel negozio silenzioso svegliando la signora anziana accasciata sulla poltrona alle spalle del bancone.
Borbottò qualcosa di incomprensibile portandosi gli occhiali davanti agli occhi. "Alexander!" esclamò appena ci vide avvicinandosi al ragazzo al mio fianco.

Lo strinse in un abbraccio e gli tirò le guanciotte. Alex assunse un'espressione di dolore sul viso. In fondo chi ha mai amato i pizzicotti sulle guance?
"Signora Baker!" esclamò appena sciolsero l'abbraccio.

"Ancora con tutte queste formalità? Giovanotto puoi chiamarmi Clarissa!" disse accarezzandosi il braccio con una mano. "E questa bella ragazza chi è?" domandò aggiustandosi i piccoli occhiali grigi che rendevano i suoi bellissimi occhi verdi ancora più grandi.

"Sono Harper." le porsi la mano ma Clarissa mi strinse in un caloroso abbraccio inaspettato. Ricambiai titubante. Quella signora doveva essere molto affettuosa. "Sei la sua ragazza?" domandò curiosa.

"Si è la mia ragazza." Alex aprì bocca prima di me cingendomi la vita con un braccio. Amavo questi piccoli gesti, soprattutto in pubblico. Era come se volesse far sapere al mondo che ero solo sua.

"Cosa ci fai qui giovanotto? È da molto che non ci vediamo."

"Vengo da parte di mia sorella."

"Non da tuo fratello?" si portò gli occhiali sopra la nuca.
Scosse la testa. "Non più."

"Cosa posso darti ragazzo mio?" domandò la vecchia poggiando la schiena al bancone. "Qualche caramella gommosa alla fragola, Rachel ne va matta." poi rivolse lo sguardo verso di me. "Le vuoi anche tu?" annuii con un gran sorriso in volto. Amavo le caramelle.
"Guardati intorno e prendi quelle che vuoi." mi lasciò un bacio tra i capelli e cominciai a osservare ogni singola caramella di quel negozio.

Afferrai un sacchetto e il mio sguardo cadde subito su delle caramelle a forma di unicorno. Mi precipitai verso quelle ricordandomi di mio padre e ne infilai alcune nel sacchetto. Ritornai da Alex tutta sorridente. Tirò fuori il portafoglio dalla tasca dei jeans ma Clarissa lo bloccò con un cenno della mano.
"Non c'è bisogno, offro io." lui le sorrise ringraziandola.

"Ci vediamo presto Clarissa." la salutammo agitando le mani in aria prima di varcare la porta del negozietto.
"Ora ho due bimbe da rendere felici." mi tirò a sé con un braccio mentre tutta felice tiravo fuori una caramella dal sacchetto. La infilai in bocca godendomi del suo sapore.

"Perché gli unicorni?" ridacchiò.

Gli feci la linguaccia. "Sono adorabili."

Tornammo a casa in una mezz'oretta davanti al cortile della villa. Ci avviammo mano nella mano all'entrata quando Alex si bloccò di colpo notando una figura femminile davanti la porta. La ragazza appena ci vide si alzò di colpo regalandoci un suo sorriso.

"Che cazzo ci fai qui?" Alex spezzò il nostro silenzio stringendomi più forte la mano. Come se avesse timore, paura di rivedere quella ragazza...



SPAZIO AUTRICE:
vi volevo chiedere, come vi immaginate i personaggi? Vorrei creare un cast ma questo sarà compito vostro!
-Reb

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora