Con te mi sento bene

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Stropicciai gli occhi e misi a fuoco il luogo dove mi trovavo. Mi alzai in punta di piedi per non fare rumore. Era ancora buio e sicuramente stavano dormendo quasi tutti. Mi affacciai alla finestra e un enorme lampione illuminava la montagna piena di neve.

Mi avvicinai al comodino e presi il mio telefono per vedere che ore fossero. Le 4.55. Buono e io non avevo nemmeno sonno avendo dormito tutto il tempo in macchina.
Scesi al piano di sotto e mi preparai una tazza di cioccolata calda. Mi sedetti per terra di fronte al camino avvolgendo il mio corpo in una coperta.
Avvicinai la tazza alle labbra e mi ritrassi subito a contatto con la cioccolata bollente. Sentii ridacchiare alle mie spalle e mi girai per vedere chi fosse.
"Come mai sveglio?" bevvi un sorso di cioccolata e poi appoggiai la tazza sul tavolino alle mie spalle.

"Incubi. Succede tutte le notti, non preoccuparti." si sedette accanto a me mantenendo sempre un contatto visivo. Mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e appoggiai la testa sulla sua spalla. "Tu invece?"

"Mh?" chiusi gli occhi. "Come mai sveglia?"
"Non riuscivo a dormire." risposi e sentii il suo braccio appoggiarsi sulle mie spalle.

"Direi." ridacchiò. "Non hai fatto altro che dormire per tutto il viaggio."

"Ero stanca!" mi giustificai. "Io ho guidato e tu hai dormito. C'è una bella differenza, no?" cominciò a giocherellare con i miei capelli.

"Credo di tornare a letto." mi alzai stringendomi sempre di più nella mia coperta. "Vieni a dormire con me, bambina?"
Cosa? Ho sentito bene?
"Vuoi venire con me o no?" mi ripeté non avendo risposta porgendomi una mano.
La guardai titubante. Alla fine decisi di seguirlo e insieme ci dirigemmo in camera sua.
Lasciai cadere la coperta ai miei piedi. Alex mi lanciò una sua felpa in faccia e gli feci il dito medio. "Metti questa."

"Perché?" domandai confusa. "Stai tremando piccola." mi fece notare ma io mi soffermai principalmente su quel "piccola". Si infilò sotto le coperte continuando ad osservarmi. "Non vieni?"
Ero rimasta impalata davanti alla porta tutto il tempo. Annuii e mi avvicinai al letto. Mi infilai anch'io sotto le coperte e mi sdraiai su un fianco dandogli le spalle. Lasciai che le mie palpebre si chiudessero e l'ultimo ricordo di quella serata fu il petto di Alex appoggiato alla mia schiena e il suo braccio che mi teneva stretta a lui.


Aprii lentamente gli occhi accecata dalla luce del sole proveniente dalla finestra. Mi resi conto solo dopo alcuni minuti che la superficie su cui era appoggiata la mia testa non era più tanto morbida. La alzai leggermente e notai che ero appoggiata al petto di Alex accoccolata tra le sue braccia.
"Finalmente sveglia." sussurrò e mi misi a sedere incontrando i suoi bellissimi occhi azzurri.

"Eri sveglio?" domandai portandomi poi una mano davanti alla bocca per lo sbadiglio.

"Eri così serena e tranquilla. Non volevo svegliarti." accennò un sorriso mentre si alzava da letto.
"Che ore sono?" domandai. "Le 10." rispose guardando la schermata del suo cellulare.
E se gli altri fossero già svegli? Ci vedrebbero arrivare insieme e penserebbero male, soprattutto i nostri genitori.

"So cosa stai pensando, e non preoccuparti. In questa casa hai una camera tutta per te quindi tua sorella non farà domande. Ci siamo incontrati in corridoio, sta' tranquilla." disse appoggiando le sue mani sulle mie spalle. Sospirai di sollievo sperando che nessuno facesse domande. Mi sfilai la sua felpa e la lanciai sul letto.
Uscii dalla camera e scesi le scale in legno seguita dal mio fratellastro.

"Buongiorno." annunciai ai pochi svegli che trovai in salotto. C'erano i bambini e Carter.

"Buongiorno." sussurrò quest'ultimo con voce roca versandosi una tazza di latte. "Anche per te?" mi domandò e annuii.

"E al fratellone non ci pensi?" si intromise Alex spuntando da dietro le mie spalle.

"Il fratellone è grande e vaccinato." ridacchiai io sedendomi su uno sgabello e appoggiando i gomiti sul ripiano in cucina.

"Ehi!" mi puntò un dito contro. "Sei la prima a ricordarmi di essere solo due anni più piccola di me e poi mi dai del grande?" alzò un sopracciglio.

"Bevi il latte e sta' zitto." lo ammonii. Carter mi passò la mia tazza di latte caldo e cominciai ad immergere i biscotti al cacao che avevamo comprato in autogrill il giorno prima.

"Buongiorno ragazzi." la voce roca di mio padre  fece capolinea nella stanza silenziosa e si unì a noi per fare colazione. "Appena avete finito preparatevi, andiamo a sciare." annunciò tagliandosi una fetta di ciambellone che aveva preparato la sera precedente sua moglie. "Le sveglierò io Abigail e Lola." aggiunse e sparimmo tutti quanti al piano di sopra.
Sciare? Io non ero capace a pattinare figuratevi a sciare.

Aprii la valigia e tirai fuori un maglione rosso e un pantalone nero. Andai in bagno a lavarmi e mi vestii. Raggiunsi gli altri al piano di sotto e c'erano già tutti. "Eccola." mi indicò Joshua e rivolsero tutti lo sguardo verso di me.

"Bene possiamo andare." annunciò mio padre mentre mi infilavo la giacca, i guanti, la sciarpa e il cappello di lana.

"Sembri un pinguino per come ti muovi." ridacchiò Carter mantenendomi aperta la porta di casa. Lo fulminai con lo sguardo e lui alzò le mani in segno di resa.
Fui affiancata poi da Alex che stava giocherellando con i fili che fuoruscivano dalla sua sciarpa. "Non sai sciare vero?" mi sussurrò all'orecchio e io annuii. "Immaginavo. Ti insegnerò io."

"Immaginavo." lo imitai mentre seguivamo il resto della nostra famiglia verso un'altra struttura e vidi parecchie persone sciare.
Beati loro che ne erano capaci. Ci sarà da ridere.

Entrammo nella struttura e ognuno di noi prese un paio di scii. Io decisi di non prenderli. Avrei imparato nei prossimi giorni. Non ci tenevo a rompermi una gamba il primo giorno. "Per sciare dovresti prendere gli scii. Pensavo che almeno questo lo sapessi." disse Alex al mio fianco.

"Non mi va di imparare oggi. Mi insegnerai nei prossimi giorni." gli dissi e lui annuì. "Va bene. Ma almeno un giro sullo slittino insieme a me, me lo concedi?" mi chiese e io annuii battendo le mani entusiasta. Lo slittino mi era sempre piaciuto, lo trovavo divertente.

Salimmo in cima alla montagna e mentre il resto della famiglia era impegnata con gli scii io e Alex ci dedicammo allo slittino. Risi guardando Carter che cercava di insegnare a mia sorella come sciare. Era impedita e ridicola. Se ne accorse ben presto regalandomi il suo dito medio.

"Bene. Vuoi stare davanti o dietro?" mi chiese e senza pensarci un attimo risposi. "Davanti!"

"Va bene." si mise a ridere e mi indicò lo slittino incitandomi a sedermi. Obbedii e lui si sedette dietro di me cingendomi la vita con le mani. Spinse lo slittino con i piedi e ben presto scivolammo giù per la montagna dove rieccheggiavano le mie risate unite alle sue. Quando terminammo la nostra discesa mi sdraiai sulla neve. Alex mi lanciò una palla di neve in faccia e arricciai il naso per il freddo mentre le mia guance diventato sempre più rosee. "Stronzo!" mi alzai immediatamente conminciando a colpirlo con varie palline e iniziando così una guerra di neve. Alla fine ci buttammo a terra tutti e due e mi girai notando Alex guardarmi sorridendo.
Non so cosa stia succedendo tra di noi Alexander Parker ma tutto questo mi fa sentire bene.


SPAZIO AUTRICE:
tra Alex e Harper le cose si stanno facendo sempre più serie. Chissà se succederà qualcosa in queste vacanze oppure no.
Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto!
-Reb

Amore proibitoWhere stories live. Discover now