1. La più significativa differenza tra gli esseri umani

4.2K 140 68
                                    

Attitudini

Basta osservare, anche distrattamente, il comportamento, le idee, i valori, le percezioni e soprattutto le attitudini delle persone che si incontrano ogni giorno per accorgersi che esistono delle differenze di base, fra gli esseri umani. A un occhio poco attento e a un giudizio poco approfondito, può sembrare che queste differenze dipendano dal genere sessuale, dalla cultura di appartenenza, dall'età, dall'educazione, dal periodo storico in cui si è cresciuti, dall'ambiente socio-economico, dall'etnia ecc. Se da un lato è innegabile che tutti questi aspetti influenzino, e non di poco, il comportamento e alcune delle attitudini che ci caratterizzano, dall'altro non si può nemmeno negare l'esistenza di una componente innata che costituisce la base su cui tutto il resto poggia.

Per intenderci, la mente umana non è una "tabula rasa", alla nascita, come sosteneva il filosofo John Locke nel XVI secolo. Ognuno di noi, fin dai primi giorni dell'infanzia, sembra avere alcune predisposizioni più o meno precise, certe attitudini più o meno differenziate, che influenzano, in una certa misura, il nostro modo di comportarci. Ci sono neonati più allegri e sorridenti e altri più imbronciati e taciturni, c'è chi inizia a balbettare già molto presto e chi incomincia a parlare tardi ma con chiarezza, c'è chi all'inizio gattona e chi parte già in piedi, ci sono bambini più vivaci e rumorosi e altri più calmi e silenziosi, c'è chi è fifone e chi è incauto, chi è spontaneo e chi è riflessivo.

La prima differenza

Sebbene l'educazione, tanto quella scolastica, quanto e soprattutto quella genitoriale, possa influenzare notevolmente il nostro modo di comportarci, anche a distanza di anni, fin nell'età adulta, certe attitudini sembrano essere di origine biologica, del tutto spontanee e inconsce. Tra queste, quella che si manifesta per prima nei bambini è senza dubbio la tendenza, più o meno pronunciata, all'introversione, oppure all'estroversione.

Tanto si scrive e tanto si dice, in merito a questo tema, il più delle volte senza sapere bene di cosa si sta parlando. Con l'avvento di internet e dei social, sono persino stati creati dei gruppi, dei blog e delle chat dedicati soprattutto agli introversi e non è un caso. Se da un lato, infatti, dobbiamo smentire l'idea o la percezione secondo cui gli estroversi siano più numerosi (i due gruppi sono praticamente alla pari, numericamente), d'altro canto lo stile di comunicazione occidentale è improntato sul modello estroverso, motivo per cui gli introversi partono con un ovvio svantaggio fin dalla nascita.

Svalutazione dell'introversione ...

Ed è anche il motivo per cui, probabilmente, c'è molta ignoranza in merito all'introversione, spesso da parte degli stessi introversi. Poiché lo stile di comunicazione estroverso è il prediletto, infatti, gli introversi tendono a saltare all'occhio soprattutto per le loro difficoltà nell'adattarsi a questo stile, venendo spesso descritti semplicemente come persone timide, riservate, taciturne, solitarie, distanti, fredde, indifferenti, passive, insicure e pensierose.

Tutte caratteristiche che, insomma, sono considerate debolezze, dal punto di vista estroverso. L'errore più grosso di quasi tutti gli introversi sta o nel cercare di adeguarsi goffamente allo stile estroverso, o, peggio ancora, nel reclamare questi presunti difetti come pregi, senza rendersi conto della realtà ben più profonda, preziosa e complessa che queste banali etichette nascondono.

... ma anche svalutazione dell'estroversione

D'altro canto, è anche vero che gli introversi tendono ad accusare gli estroversi, spesso ingiustamente, di essere superficiali, falsi, pressanti, invadenti, frivoli e conformisti. Il fraintendimento, dunque, non è a senso unico, nonostante gli introversi abbiano uno svantaggio in più.

Tipi Psicologici, una guida un po' insolitaWhere stories live. Discover now