1: Phoenix

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Lo so, sembrerà strano, ma adoro la mia città. La definisco mia sebbene non vi sia nata. Phoenix è soprannominata la città del sole. Qui il freddo è un pallido ricordo. Le estati sono lunghe e caldissime. A volte la temperatura supera i quaranta gradi e, per una lucertola come me, questo clima caldo e secco è perfetto. 

Ho trovato un impiego presso l'Hard Museum uno dei più popolari di Phoenix. E' dedicato alla cultura e ai riti dei nativi americani. L'edificio è strapieno di statue sacre, armi e monili dei nativi d'America. Sono un'appassionata di arte pertanto questo è per me il miglior lavoro del mondo. 

Quando tre anni fa mi arrivò a casa la lettera di assunzione quasi non credevo a quanto c'era scritto. Avevo fatto un colloquio terribile, ero certa che avrebbero cancellato la mia scheda dal loro database, ma probabilmente qualcosa della mia catastrofica personalità aveva fatto breccia nel cuore dei proprietari del museo. Ho perfino una stanza tutta mia con tanto di targhetta personalizzata: Grace Lewis, reception service operator. Sono addetta all'accoglienza del pubblico. Amo le scolaresche in visita. Vedere i visi meravigliati e felici dei bambini di fronte agli oggetti antichi mi piace da morire. 

Si potrebbe definire una vita perfetta. In parte lo è. Amo la mia città, il mio lavoro e le mie due pazze, squinternate e schizoidi amiche di scorribanda. Si dice che gli opposti si attraggano. Mai detto fu più vero. Io sono il loro alter ego. Una sorta di Grillo Parlante che, ovviamente, si guardano bene dall'ascoltare. 

Sono molto timida qualche volta insicura, perciò tendo ad isolarmi. Devo ammettere però che, da quando le conosco e frequento, ho fatto passi da gigante. Sono meno taciturna e asociale e questo si riflette anche sul mio lavoro. La loro allegria è contagiosa. Mi trascinano a feste, cocktail, party ed eventi di ogni genere. 

Il mese scorso mi hanno portata al Rodeo di Tempe. Ballerini vestiti da camerieri piroettavano in mezzo alla sala.  Le donne sventolavano i loro fazzoletti o battevano convulsamente le mani per applaudire i fascinosi ragazzi a torso nudo. Credo di aver rappresentato sul mio viso tutti i colori dell'arcobaleno. Sono passata da rossa a violacea in meno di mezzo secondo. Durante il viaggio di ritorno mi hanno bersagliata di frecciatine. Vic e Luna, neanche a dirlo, se la sono spassata. I loro occhi erano in visibilio. Un paio di ballerini se li sono spogliati con gli occhi, anche se non c'era tanto da togliere visto che a metà serata erano quasi tutti in boxer.


<Baby preparati, sabato abbiamo in mente di andare a Las Vegas...toda fiesta>

Mi giro attonita alternando lo sguardo da una all'altra. Scruto Vic, la rossa, che ballonzola in mezzo alla strada felice come un bambino con in mano un cucchiaio ed un barattolo enorme di Nutella. Poso lo sguardo su Luna, che oggi ha i capelli color viola, la quale con un sorriso a trentadue denti continua a dire una sfilza di "si parte, si parte".

<Scherzate vero? Las Vegas è distante da qui. Ci vogliono nove ore tra andata e ritorno. Lunedì per stare sul posto di lavoro mi servirà una mano di vernice, non il trucco>

Scoppiano a ridere come se avessi appena detto una barzelletta. 

<Grace, mia nonna è molto più giovane di te>

Scuoto la testa facendo finta di essermi offesa per il paragone di Vic. In realtà non riuscirei a tenerle il muso per più di due secondi. Le sue facce buffe mi fanno morire.

<Grace, ha ragione Vic. Siamo giovani e belle. Dobbiamo solo pensare a divertirci ora. Più avanti penseremo al matrimonio ed ai figli>

Mi spiazzano con i loro ragionamenti, ma non posso dar loro torto. Ho venticinque anni. Lavoro duramente tutta la settimana. Non sono fidanzata o, perlomeno non lo sono più. 

Uno dei motivi per cui ho deciso di lasciare la mia piccola cittadina è stato anche questo. Tutti sanno tutto di tutti. Ho deciso di troncare la relazione con il mio fidanzato e, subito dopo, sono diventata la pecora nera sia per i miei genitori che per gli abitanti del luogo. Figurarsi lasciare il figlio dello sceriffo è quanto di peggio potessi fare! Le liti con mia madre erano all'ordine del giorno. 

<Come hai potuto? Un buon partito come quel ragazzo quando ti ricapiterà più? Te lo dico io, tu hai ripreso da tua zia. Quella hippy che con la chitarra per tracolla gira per tutti gli States>

Sentirsi ripetere questa cantilena ogni giorno farebbe perdere la pazienza anche al Dalai Lama!

<Zia Meg? Cioè tua sorella Meg?> lo sottolineo con quel poco di calma che mi rimane in corpo.

Potrei esplodere come un vulcano da un momento all'altro. Sono al limite della sopportazione. Conta fino a dieci Grace! Me lo impongo. Qualcuno ha detto che è un ottimo metodo.  

Vedo mia madre diventare blu dalla rabbia. Lei e sua sorella non si sono mai prese. 

A me zia Meg è sempre piaciuta. E' uno spirito libero. Da piccola mi inviava i suoi video. Sognavo affacciata alla finestra della mia camera vedendo i paesaggi mozzafiato che lei visitava. Mi ripetevo che un giorno me ne sarei andata anche io. Senza ripensamenti, tristezza o angoscia. L' Heard Museum è stata la mia ancora di salvezza. Sono viva grazie a quel museo!

<Marte chiama Terra. Grace stai bene?>

Le mie amiche sono preoccupate, mi ero persa nei ricordi tristi della mia famiglia.

Annuisco e senza proferire parola domando loro a che ora mi passeranno a prendere a casa. 

Me le trovo letteralmente avvinghiate. La scena non passa di certo inosservata. Un anziano signore con il cappello stile cowboy scuote la testa come a dire "i giovani di oggi sono folli "

E sia ... Ho deciso di lasciarmi andare. Las Vegas sto arrivando!

Vorrà dire che lunedì fard e correttore dovranno fare miracoli per non farmi sembrare uno zombie. 

Premetto che questa storia è un po' complicata per me. Ho deciso (mia prima volta😱) di scriverla dal punto di vista della protagonista Grace (...e non come voce narrante) e trattare un tema  totalmente nuovo. Un giallo/thriller.  Oddio sarà l'effetto "resta a casa per l'emergenza coronavirus" ....Ragazzi/e se comincio a parlare strani di omini verdi  che gironzolano per casa mia o di navicelle spaziali nei cieli di Roma...vi prego chiamate i soccorsi🤣 Scherzi a parte aiutini e vostri consigli sono stra-stra-accettati 🙏


Dietro le sbarreWhere stories live. Discover now