17: Sogno o son desta?

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Sono trascorsi diciotto mesi dalla mia scarcerazione. Sono successe tante cose da allora e, per fortuna, tutte positive.  Zia Meg ha viaggiato molto, ha visitato tutti gli stati d'America, ma il mese scorso ha deciso di fermarsi qui in pianta stabile ed ha comprato un piccolo appartamento in città. Sono molto contenta per lei e per me. Ha creduto nella mia innocenza e mi ha difesa.

Oggi è un giorno impegnativo, Vic si sposa ed io e Luna saremo le sue testimoni. Sono emozionatissima. Luna passerà a prendermi nel pomeriggio e mi aiuterà negli acquisti. Ho adocchiato un abito molto carino per la cerimonia che potrebbe andarmi bene.
 

<Vuoi un caffè prima di cominciare il giro?> 

Jack mi arriva alle spalle con una tazza fumante. Annuisco grata. Stamattina non ho sentito la sveglia e per non fare tardi a lavoro non ho fatto colazione. Nell'armadietto dovrei avere un paio di merendine, almeno lo spero.   

<Grazie mille> gli dico cominciando a sorseggiare il mio adorato caffè nero. 

<Non abbiamo scolaresche oggi, ma due gruppi di visitatori. Solo adulti, Grace, niente bimbi>

Mi dispiace, adoro i ragazzini in gita. Mi preparo per accogliere il primo gruppo. Attendo sulla porta l'arrivo dei turisti e sorrido alle persone che arrivano per visitare il museo. 

<Sono Grace, vi accompagnerò in questo tour alla scoperta dei nativi indiani> 

Osservo con calma le persone davanti a me. Sono quasi tutte coppie di mezz'età. La volta scorsa un nonnino mi ha riempito di domande rendendo il giro molto divertente. 

In fondo vedo arrivare un uomo molto più giovane della media dei turisti che ho davanti. 

Toglie gli occhiali da sole ed il mio cuore smette di battere. Si può sopravvivere senza battito cardiaco? I vampiri ci riescono benissimo, peccato che io non sia una creatura soprannaturale, ma un'umana. 

Mi passa accanto ed alza lo sguardo verso di me, abbasso gli occhi istintivamente, lo so non sono al Detention e non sono una detenuta ma lui riesce a farmi quell'effetto anche fuori di lì. 

Il suo profumo forte mi inebria. Cerco di riprendermi, ho venti persone da gestire e non posso lasciarle all'ingresso.

<All'interno del nostro museo potrete osservare una collezione di oltre quarantamila oggetti appartenuti ai nativi indiani, in modo particolare monili, abiti e ceramiche Navajo. Prego, seguitemi> 

Provo a rientrare nel mio profilo professionale anche se con molta fatica. 

Per tutte le due ore spiego e rispondo alle varie domande dei turisti cercando di non gettare l'occhio a Logan. 

Compito arduo visto che durante tutto il tour mi è rimasto praticamente attaccato alle costole. 

Se penso che alla fine di questa visita dovrò ricominciare con il secondo gruppo, mi vengono i brividi. Se potessi, dopo questi turisti, me ne andrei a casa e mi getterei sul letto a dormire. 

Sento le forze cadere in picchiata e sono solo all'inizio della giornata che, ciliegina sulla torta, finirà anche tardi visto che dovrò andare a comprarmi il vestito per le nozze!

<Il nostro tour è terminato. Spero vi siate divertiti ed abbiate apprezzato le nostre collezioni. Sono il retaggio delle generazioni che ci hanno preceduto e che ci hanno lasciato il loro vasto patrimonio culturale. Se  vorrete tornare una seconda volta..ci troverete sempre qui>

Sorrido mentre sento l'applauso che i turisti mi hanno rivolto. Sono felice. 

Il gruppo esce lentamente. Ho quindici minuti di pausa prima che arrivi il secondo. Voglio passare al bar e prendere una tisana. Sento i muscoli rigidi per lo sforzo che ho sostenuto.

Logan se ne è andato via con loro. Respiro pesantemente, mi sembra di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo della visita guidata!

<Ann se non ti spiace vado un secondo al bar di fronte> 

Si avvicina e mi osserva attentamente.

<Tutto bene, piccolina? Sei pallida, se non ti senti, il secondo gruppo lo gestiamo noi>

Sempre premurosi nei miei riguardi, li amo! 

<Sto bene, il fatto è che ho saltato la colazione ed ho bevuto solo il caffè di Jack. Ho i crampi, prendo uno snack veloce e torno> 

Mento spudoratamente, ma non voglio farli allarmare. Se dicessi che c'era Logan in mezzo ai visitatori si preoccuperebbero. Lui è andato via placidamente perciò fine della storia. 

<Mary mi porti una fetta di cheesecake?>

Ho bisogno di qualcosa di buono e dolce da mettere sotto i denti. 

<Lo stesso per me>

Mi blocco all'istante  e mi volto di scatto verso la persona che ho alla mia destra. 

Logan!

Mary porta incurante i due piattini e li deposita davanti a noi con il conto.

Logan apre il portafogli per pagare.

<Pago anche per la signorina Lewis>

Mary strabuzza gli occhi. Non so se per la sorpresa o perché attratta dallo sconosciuto di fronte a lei. 

Prende i soldi e si allontana, lasciandoci soli al bancone. La ucciderei se potessi, ma d'altro canto lei non sa nulla della mia prigionia e meno che mai sa chi è l'uomo seduto accanto a me. 

<Non doveva disturbarsi, per il conto, intendo>

La butto lì, dico la prima cosa che mi viene in mente tanto per prendere del tempo per formulare qualche ipotesi e, soprattutto, scappare dandomela a gambe levate.

<E' stato un piacere, Grace>

Marca il mio nome in modo sensuale. Sentirlo pronunciare dalle sue labbra con voce roca provoca una scossa elettrica. 

Mi volto per andare via. Voglio tornare al museo. Questa giornata si sta trasformando in un incubo.

<Devo parlarle. Potremmo vederci alla fine del suo turno?>

Mi fissa con le sue iridi incandescenti. Provo a scuotere la testa per dirgli di no, ma oggi la mia testa e la mia lingua devono essere scollegate visto che emetto un debole "sì"

Scatto all'istante come riprendendomi da uno stato di trance. Ho detto di si? Ho accettato il suo invito? Devo essere impazzita ed ho bisogno di uno psichiatra, ma di uno bravo davvero!

Sorride ed intravedo una fossetta sulla guancia sinistra. E' sexy da morire, questo non posso negarlo. I jeans aderenti gli fasciano le splendide gambe muscolose e la camicia bianca sbottonata mostra un torace scolpito. Niente male!

<A che ora posso passare a prenderti?>

Gli rispondo che alle tredici ho la pausa pranzo e, se vuole, può venire al museo. 

<Alle tredici allora> 

Continua a mangiare la sua fetta torta tranquillamente. La mia è rimasta intatta nel piattino. La fame è passata in un attimo. 

Esco velocemente dal bar diretta al lavoro. Nella fretta non mi sono accorta nemmeno che Logan è passato dal lei al tu senza neppure chiedermi se fossi d'accordo o meno. 

Sarà venuto per portarmi la sua denuncia di persona così da vedere la mia reazione e gongolare della mia paura? 

Scaccio immediatamente il pensiero, vado all'ingresso ed accolgo il secondo gruppo con il sorriso stampato sulla faccia, ma con il cuore in gola. 


Dopo un anno e mezzo Logan e Grace si ritrovano. Cosa vorrà dire il bel tenebroso alla nostra Grace?




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