18: Crisi di coscienza

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Puntuale come un orologio svizzero. E' il caso di dirlo! Alle tredici in punto è davanti al museo. 

Si avvicina con passo lento, non so perché ma mi da l'impressione di un leone che tende l'agguato all'indifesa gazzella. 

E la gazzella sono io!

<Dove andiamo a mangiare?> mi chiede in modo lento pesando ogni parola emessa. 

<Qui di fronte. Il cibo è ottimo> 

Cerco di mantenere la calma anche se ho le gambe molli. 

<Hank mi ha detto di ordinare un Michigan pasty. L'aspetto è invitante>

Mi giro di scatto, forse un po' troppo, visto che mi ritrovo ad un palmo dalla sua faccia. Il suo amico gli ha riferito per filo e per segno anche la nostra conversazione oltre a ciò che ho mangiato quel giorno al ristorante?

<E' un piatto molto saporito e Joe lo prepara in maniera eccezionale>

Distolgo lo sguardo dal suo viso. Data la vicinanza riesco a vedere un lieve accenno di barba sul volto meravigliosamente abbronzato. 

Entriamo nel locale e ci sediamo. Mary arriva in due minuti e mi rivolge un mezzo sorrisetto della serie "ti sei adescata il tizio di prima, brava sister".

Prendo il menu per evitare di lanciarle delle occhiatacce omicide che non passerebbero di certo inosservate ad un occhio attento come quello di Logan. 

<A me non serve, Mary. Prendo un Michigan e dei brownies al cioccolato> 

Mary si volta verso Logan. La sua fermezza ed autorità l'hanno colpita a quanto pare. 

Capisco che ha voluto ordinare le portate che avevo preso io con il suo amico avvocato. 

Gli ha spifferato davvero tutto in ogni minimo dettaglio. Peggio di un registratore di cassa quello spione di Sullivan. La rabbia inizia a crescere e sento le mie viscere contorcersi.  

<Tu cosa prendi, Grace?> mi sento dire da un Logan curioso ed attento alla mia mimica facciale.

Vorrei dirgli nulla visto che ho lo stomaco in subbuglio, ma faccio finta di niente e leggo il menu. 

<Tacchino alla piastra ed insalata> 

La penna di Mary si blocca all'improvviso. Penserà che mi senta male, mai ordinato un piatto del genere.

Io vivo di dolci e lei lo sa. Quando mi dimentico di ordinarli per la fretta di ritornare al lavoro lei mi manda un pacchettino con dentro una fetta di crostata.

<Dieci minuti e vi porto tutto> si allontana velocemente da noi.  

Cade un silenzio che si potrebbe affettare con un coltello. Devo decidermi a chiedergli il motivo della sua visita altrimenti tra due minuti avrò il cuore in fibrillazione. 

<Mister Jordan posso chiederle il perché di questo nostro incontro?> 

Lo dico tutto d'un fiato con la salivazione a zero. 

<Mi piace. Diretta al punto e schietta. Comunque ci stavamo dando del tu>

Cerco di controbattere che in realtà è lui quello che è passato dal lei al tu, non io. 

Mi fermo dal ribadire il concetto visto che davanti ho Mary con i vassoi in mano. 

<Buon appetito> 

Ci lascia i piatti. Io guardo il mio con desolazione e quello di Logan con invidia.

Invidia per non averlo ordinato, ovviamente!

Dietro le sbarreWhere stories live. Discover now