10: Turbamenti

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Mi dirigo verso l'ufficio di Logan. Mi ha fatto chiamare per firmare i documenti che Hank gli ha trasmesso dalla procura. 

Mentre percorro il lungo corridoio, ripenso a Jo, Meg ed Iris. Sono felici per la sentenza del giudice Donaldson. Il mio cuore invece è triste. Io sarò rilasciata, ma Iris deve scontare altri otto mesi, Jo un anno e Meg ,  seppure innocente come me, due. 

Non è giusto scontare una condanna per un reato che non si è commesso.

Ho detto loro che faremo una grande festa non appena saranno tutte e tre fuori. Presenterò le mie pazze e svitate amiche. Sono certa che andranno subito d'accordo. 

Vic e Luna mi hanno scritto decine di lettere, mi sono state vicine in questo modo. 

Non hanno ottenuto il permesso per le visite. Erano autorizzati i miei genitori i quali si sono guardati bene dal venire a salutare la loro ribelle e folle figlia. Zia Meg invece mi ha scritto una lettera commovente. 

Lei è certa della mia innocenza, non ha mai avuto alcun dubbio. Attende solo la data della mia scarcerazione per prendersi qualche giorno da dedicare alla sua adorata nipotina. Le ho detto che qui c'è una ragazza che si chiama come lei. Vorrebbe conoscerla, anzi ha già iniziato a pianificare una cena nel miglior ristorante di Phoenix. Lei è fatta così, per questo l'adoro!

Busso alla porta, giro la maniglia ed entro non appena Logan mi dà il permesso.

Strano, non ci sono agenti presenti nella stanza. E' vero che non sono un serial killer, ma pensavo di non trovare il direttore da solo nel suo ufficio. Perfino King Kong mi sarebbe stata d'aiuto in questo momento.

Logan è rivolto con le spalle alla finestra. I calzoni neri lo fasciano alla perfezione modellando il suo fisico muscoloso e snello. Ha allentato la cravatta nera che spicca sulla camicia bianca immacolata. Il contrasto tra il candore della camicia ed il colorito della sua carnagione abbronzata mi lasciano senza parole.

Mi fa cenno di sedermi. Sulla sua scrivania, sparsi, i documenti spediti dal mio avvocato.

<Li legga attentamente prima di firmarli>

Il suo tono autoritario mi infastidisce. Non sono una bimbetta dell'asilo, ma una donna di venticinque anni. 

Scorro le prime righe con le mie generalità. Lui le ha lette prima di me. Molto bene, mi dico mentalmente, così ora sa tutto di me. Qua dentro manca solo la sequenza genetica del mio DNA poi hanno scritto tutto. 

Mi soffermo un paio di minuti su due righe. Ci sono termini troppo tecnici. Volgo lo sguardo a Logan. Si aspettava che lo facessi! Ha un sorriso più enigmatico di quello della Gioconda.

Credo che stia gongolando. Il direttore e la povera detenuta. Se solo potessi gli urlerei contro tutto quello che penso di lui, ovviamente mi trattengo. Tiro fuori il sorriso più falso della mia vita e chioso un <mi scusi direttore, ma qui in basso c'è scritto>

Non mi fa terminare la frase. Quando attua questo sistema mi fa ribollire il sangue.

<Quale passaggio non riesce a comprendere, Grace?> mi risponde con una calma sconcertante. 

<Qui in basso nella prima pagina, direttore>

Si avvicina a me. Sussulto. Ora il suo viso è davvero troppo vicino al mio, posso persino inspirare il dolce profumo del suo dopobarba. 

<Questa sigla, non capisco a cosa si riferisca> chiedo per cercare di sottrarmi al suo diabolico influsso e distrarre la mia mente da pensieri poco casti.

<Hank vorrebbe intentare una causa contro lo stato del Nevada per la sua ingiusta detenzione>

Ripenso all'udienza. Il mio avvocato aveva informato il giudice Donaldson di una richiesta di risarcimento danni contro i detective Stevenson e Martens.

<Non mi interessa, direttore>

Lo vedo guardarmi in modo strano, come se fosse caduto un velo e mi vedesse per la prima volta. 

E' sconcertato? Il dispotico Logan Jordan è...turbato? 

Allora è un essere umano e prova anche lui delle emozioni. Incredibile.

<Ha diritto al risarcimento, perché non farlo> 

La sua voce è più vellutata, quasi accarezzevole, non rigida ed inflessibile come al solito.

Mi sta chiedendo perché non voglio fare un'altro processo? Diamine, non voglio tornare più in un'aula di tribunale neppure trascinata in catene o con un plotone di esecuzione alle spalle!

Tento di rispondergli con tutta la calma che mi resta in corpo. Pochissima, in verità.

<Direttore Jordan, danneggiare i detective non mi renderà più libera o più felice>

Si scosta da me in un secondo, quasi gli avessi trasmesso una scarica elettrica. 

<Finiremo domani>

Alza la cornetta e chiama King Kong per farmi accompagnare in cella. 

Questo uomo deve essere bipolare. Il suo umore cambia di continuo. 

Mi alzo dalla sedia e seguo la secondina in gonnella. 

Esco salutandolo con un "a domani direttore" che, mi sembra, lo destabilizzi ancora di più. 

Spero di non essermi giocata la libertà. Sono ad un passo dalla scarcerazione e vanificare tutto proprio ora non me lo posso permettere. 

Giuro a me stessa che domani sarò ancora più attenta con le parole. 

Uscita da qui non lo rivedrò mai più quindi meglio andarci con i piedi felpati.

Devo ammettere che l'aver formulato questo pensiero mi ha rattristato. 

Non ho provato la stessa sensazione quando ho lasciato casa e fidanzato per trasferirmi in una nuova città ed un nuovo contesto.

Logan Jordan si è insinuato nella mia mente. E' inutile mentire a me stessa. Lo ha fatto il mio primo giorno al Detention Center, quando ha incatenato i suoi occhi ai miei, in infermeria mentre  mi scrutava attentamente, in tribunale ed ora, nel suo ufficio, turbandomi con la sua vicinanza. 

Vic e Luna mi aiuteranno a dimenticare anche questo perché loro mi vogliono bene.

Piccola incrinatura nella corazza di Logan🤔 Cosa avrà detto mai la nostra Grace per scalfire il marmo nel cuore del direttore del Detention Center?


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