8: Il Grand Jury

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Sono trascorsi cinque mesi dal mio primo ed ultimo incontro con l'avvocato difensore. Sullivan non si è più presentato. Comincio a mollare. I miei nervi vacillano.

Le giornate ormai sono scandite dai lenti ed inesorabili ritmi stabiliti dal direttore Logan Jordan.

Colazione, ora d'aria in cortile con non più di tre persone a fianco, rientro in cella, pranzo, pomeriggio in cella, cena e rientro in cella. 

Cerco di sfruttare la mia ora in cortile prendendo un poco di sole. I caldi raggi non riescono a riscaldare la mia anima che è gelata come un igloo al polo.

Sono nella mia nuova e, penso duratura, camera del Detention Center. Cerco di occupare la mente leggendo uno dei libri presi dalla biblioteca. L'unica stanza decente di tutto il complesso.

Peccato che i libri siano alquanto datati. Amo i gialli ma, da quando sono rimasta coinvolta in un omicidio, odio perfino sentirli nominare.

Sto leggendo Viaggio al centro della terra di Verne. Almeno il professor Lidenbrock è riuscito a fuggire dalle viscere della terra. Io, invece, resterò per sempre intrappolata all'interno di questa gabbia d'acciaio.

<Detenuta Lewis, in piedi. Visite in parlatorio>

King Kong con la sua massima dolcezza mi richiama all'attenzione. Poso il libro sulla scrivania in acciaio e mi avvicino alle sbarre. La porta si apre ed esco. Il cuore galoppa come un cavallo impazzito. Spero sia il mio avvocato. Mi auguro mi porti notizie positive.

<Salve Grace> 

Le lacrime cominciano a scendere non appena vedo il mio difensore venirmi incontro. 

<Mi spiace non averle dato mie notizie prima. Sono stato molto occupato a seguire il suo caso. La prossima settimana ci sarà l'udienza di fronte il Giurì, se riusciamo a dimostrare la sua innocenza eviteremo il processo e, soprattutto altri mesi di trafile burocratiche>

Mi siedo, non vorrei svenire, perdere i sensi e sbattere la testa come la volta scorsa.

<Cominciavo a disperare, ero certa che avessero già deciso la mia sorte e buttato la chiave>

Mi sorride e cerca di calmarmi.

<Lo so questo posto è terribile, però mi creda ho fatto tutto il possibile per anticipare i tempi. Diciamo che il Gran Giurì ha anticipato la data pur di non sentire ancora la mia voce al telefono. Sono stato il suo peggior incubo in questi ultime mesi>

Rido e mi lascio andare. Sento la tensione scemare ed i muscoli distendersi.

<Grace, so che è una detenuta modello. Le ripeto di tenere duro. Sette giorni passano presto>

Prende la borsa e si alza pronto per uscire e porre fine al colloquio.

Gli blocco la mano, ho bisogno di risposte, di sapere cosa ha in mano, le sue carte.

<Ci sono possibilità? E' riuscito a trovare il colpevole?>

Mi osserva intensamente, il suo volto è irradiato da un caldo sorriso. Scuote la testa.

<Grace, non le dirò quali sono gli elementi in mio possesso. Glielo ripeto, sono abituato a vincere e lei non sarà di certo la mia prima sconfitta>.

Esce e mi lascia così con un palmo di naso. La procura in cui lavoravano l'avvocato Hank ed il direttore Logan se li cercava con il lanternino i suoi cavalli di razza? 

Resto spiazzata dall'ostinazione del mio avvocato. Ho sbagliato metro di giudizio. I due amici a quanto pare sono molto più simili di quanto io potessi pensare.

Dietro le sbarreWhere stories live. Discover now