2.7 Chiuso un conto, se ne apre un altro

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Sbadiglio, stiracchiandomi energicamente. Avevo deciso di prendere un po' di sole, finendo per addormentarmi sul lettino. Passo una mano sul viso e mi metto a sedere sorreggendomi sui gomiti.
Fisso Giacomo, steso sul lettino al mio fianco: era crollato anche lui, con ancora gli occhiali da sole addosso.
Sorrido e gli scatto una foto con il cellulare. Il suo compleanno si avvicinava e io avevo intenzione di fare un grandissimo album pieno di foto insieme e perché no, anche qualche collage di foto imbarazzanti. Passava la maggior parte del tempo fuori casa come me e trovavo l'idea dell'album fotografico stupenda: ogni volta che si sarebbe sentito solo, avrebbe potuto sfogliare l'album e sentirci sempre al suo fianco.

Controllo l'orario: le due e mezza del pomeriggio. Fisso il blocca schermo dello smartphone con malinconia. Avevo scelto come foto quella fatta da Michelle, la ragazza che Xavier e io avevamo incontrato al Louvre. Non avevo avuto il coraggio di sostituirla con un'altra, equivaleva a cancellare tutto quello che avevo vissuto e per quanto il mio rapporto con Xavier non fosse rose e fiori, non ero pronta a lasciar andare tutto, non volevo. Ero maledettamente felice lì con lui.
Sbuffo e metto via il cellulare, fissando l'acqua limpida della piscina. Faceva un caldo pazzesco e un bagno era proprio l'ideale. Sorrido, lasciando la mia postazione e prendendo una piccola rincorsa per buttarmi in acqua. Riemergo e sospiro rilassata. L'acqua era fresca e terribilmente piacevole, mi fa male pensare di non poter godere di questo clima e di questa valvola di sfogo, a Parigi. Approfitto della giornata soleggiata per nuotare un po' e non pensare alla mia situazione a dir poco disastrosa riguardo la mia amicizia con il moro. Ero quasi riuscita ad addormentarmi in piscina, mettendomi a stella, quando una vagonata d'acqua mi arriva dritta in faccia.
«Hey!»
Esclamo stropicciandomi gli occhi, infastidita. Giacomo ride, continuando a tirarmi l'acqua con le mani.
Sorrido beffarda. Voleva la guerra? Gliel'avrei data.
« Preparati a perdere.»
Ammicco. Mi guarda e mi fa una linguaccia, prima di colpirmi con altra acqua dritta in faccia. Sbuffo, iniziando a tirargliela sempre con più forza a tenacia che purtroppo servono a poco, visto che grazie a lui avrò bevuto più di metà piscina.
« Basta! Mi arrendo!»
Dico, affannata e appoggiando una mano sulla sua spalla per sorreggermi.
Giacomo sorride, togliendomi i capelli bagnati dal viso. Sarebbero stati pieni di nodi, sicuro.
« Allora, hai pensato a cosa fare con Xavier?»
Domanda, trascinandoci fino al bordo della piscina.

« Non so ancora come fare. Se da una parte so di avere ragione, dall'altra mi sento un po' in colpa per avergli tirato uno schiaffo, involontariamente.»
Giacomo mi fissa, confuso.
« Come hai fatto a tirargli uno schiaffo involontariamente?»
« Non volevo fargli male, è stato un gesto istintivo di auto difesa, sai quanto io odi essere toccata durante una discussione, specialmente se mi sento ferita e voglio stare sola.»
Annuisce, tirandosi a sedere sul bordo piscina.
« Ho parlato con Federica ieri sera.»
Mormora, disegnando con il dito bagnato delle figure geometriche sulla pietra del bordo.
« E?»
Sospira.
« Ha messo Tommaso alle strette e ha confessato tutto. Lui non è tornato su i suoi passi e mi ha chiesto di vederci oggi pomeriggio per parlarmene meglio.»
Sorrido, raggiungendolo a bordo piscina.
« E tu hai intenzione di parlarle per quanto riguarda te?»
Si morde il labbro inferiore, prima di sbuffare e portare gli occhi al cielo.
« Non penso sia il momento giusto. In questo momento ha bisogno di un amico, non di un ragazzo che ci provi con lei. Quando sarà il momento giusto gliene parlerò.»
Sospiro e mi alzo, strizzando i miei capelli lunghi ed irrimediabilmente pieni di nodi. Mi sarei fatta un bello shampoo.
« Capisco, ma non aspettare troppo, non c'è mai un momento giusto per queste cose, credo.»
Mi sorride, alzandosi per prendere un asciugamano e passarmelo.
« Va bene, lo terrò a mente. Ora visto che ho vinto-»
Sorride sghembo riferendosi con un cenno della testa alla battaglia avvenuta poco prima in piscina.
«- mi aiuti a portare fuori Athos e Bucks.»
Rido, era impossibile portarli fuori insieme. Uno voleva sempre andare da una parte e l'altro dall'altra.
« Affare fatto. Faccio la doccia e porto fuori Athos.»
Una passeggiata mi avrebbe fatto solo che bene.
Passeggio per i sentieri del parco, ammirando gli alberi di pesco in fiore. Era bellissimo passeggiare per quel parco in primavera, era pieno di differenti specie di alberi e vederli fiorire era sempre una bellissima visione. Colori e profumi si fondevano insieme per donare sensazioni ed emozioni uniche. Trovavo davvero rilassante poterci fare una passeggiata tutti i giorni. Avevo soprannominato il parco "allegro" perché era impossibile essere arrabbiati in un posto simile.
Cammino lungo il sentiero dei peschi, guardando Athos scodinzolare felice, impaziente di arrivare alla fine della strada, davanti alla fontanella delle sirene dove solitamente lo porto per giocare con una pallina da tennis.

« Giulia? Sei tu?»
Mi giro, confusa. E avrei preferito non averlo fatto. Fisso Riccardo, in piedi dall'altra parte del sentiero. Era in pantaloncini e canotta, è affannato. Si stava allenando. Incredibile come anche solo vederlo riesca a farmi saltare i nervi. È irritante.
« Per te non esisto.»
Proclamo, girandomi e continuando a camminare soddisfatta. Non gli avrei permesso di rovinare il mio ritrovato buonumore.
« Aspetta!»
Lo sento correre. Aumento il passo, calpestando la ghiaia con un po' di irruenza. Dio, anche qui doveva rovinarmi la giornata.
« Aspetta, per favore.»
Dice, affaticato per poi posare una mano sulla mia spalla, scoperta da un top bianco. Scrollo la sua mano grande e calda da dosso alla spalla e lo fisso per niente convinta. Sento Athos emettere un piccolo ringhio. Sentiva le mie emozioni, non a caso ero più legata a lui che a Bucks, nonostante mi ubbidisse ugualmente.
« Cosa vuoi?»
Chiedo atona, tenendo ben stretto il guinzaglio del mio amico a quattro zampe.
« Parlarti. Sul serio stavolta, in modo civile.»
Mormora facendo un passo indietro. Lancio un'occhiata all'orologio da polso. Le quattro. Se veramente bastava parlargli per mettere fine a quella tortura, lo avrei fatto.
« Dipende. Se dopo non sarò più costretta a vederti, va bene.»
Annuisce, indicandomi con un cenno del capo una panchina sotto a un pesco enorme.
Quanto romanticismo.
Ghigno scuotendo la testa, indicando due panchine parallele dall'altra parte del parco. Non mi sarei seduta vicino a lui.
Annuisce rassegnato, sedendosi sulla panchina opposta alla mia.
Athos si accuccia, non perdendosi neanche un movimento di Riccardo.
« Inizio con il chiederti scusa per il mio comportamento da bambino, a Parigi. Sarebbe dovuta andare diversamente.»
Annuisco, invitandolo a continuare. Sospira, fissando il terreno pieno di petali rosa.
« Non volevo attaccarti, ma ho fatto esattamente l'opposto e non volevo. Volevo sfruttare l'opportunità dell'Erasmus per cercarti e chiarire, ma ho fatto esattamente il contrario.»
Sbuffo una risata, alzando gli occhi al cielo.
« Ti aspetti che ti perdoni e che torni con te?»
Sputo acida, mi guarda e scuote la testa in segno di negazione.
« No, assolutamente. Ho avuto un comportamento irrispettoso e me ne pento amaramente, è stato stupido. Ero venuto per scusarmi ma ho fatto esattamente il contrario. Sono abbastanza maturo per ammettere i miei errori.»
Ravvivo la mia chioma scura e mi inumidisco le labbra.
« Okay, va bene e dimmi un po', come mai la voglia di tradirmi? Sei daltonico ed hai scambiato Elena per me?»
Ribatto sarcastica, trucidandolo con lo sguardo. Elena era il mio esatto opposto. Deglutisce e mi fissa, afflitto. Non mi impietosisce neanche un po'.
« No. Io, sentivo la tua mancanza, davvero ma ti sentivo anche distante da me. Si era rotto qualcosa ed Elena era sempre con me, era gentile, simpatica ed aveva un qualcosa di simile a te. Era presente ecco. Lei c'era sempre e ha iniziato a piacermi come mi piacevi tu. »
Mi alzo di scatto in piedi, furiosa.
« Sei tu che mi ignoravi, Riccardo. Ti chiamavo tutti i giorni, pensi che io non sentissi la tua mancanza? Ti rendi conto che mi hai tradita senza ritegno, vero?»
Sibilo, puntandogli un dito contro.
Annuisce, con sguardo colpevole. Torno a sedermi.
« Dopo che ci hai scoperti, ci siamo lasciati perché non me la sentivo di continuare. Mi sentivo svuotato, avevo realizzato cos'avevo realmente fatto e quindi non volevo nessuno vicino. Per essere davvero a posto con me stesso avrei dovuto chiederti scusa.»
Confessa, guardandomi intensamente negli occhi.
« Mi convincevo sempre più della mia idea notando i comportamenti di Elena. È completamente impazzita quando le ho spiegato perché non potevamo stare insieme.»
Si alza e mi fissa.
« È stata tutta colpa mia. Per non averti parlato e per averti tradita. Ho adottato dei comportamenti da perfetto imbecille e mi dispiace per averti fatta sentire presa in giro e calpestata. So con certezza di averti amata davvero, Giulia, sei una persona meravigliosa e non ti meritavi nulla di tutto ciò. Mi dispiace davvero.»
Mormora afflitto.
Sospiro. Non avevo mai visto Riccardo così triste . Era sincero ma questo non cambiava i fatti.
Mi alzo, tenendo saldamente il guinzaglio di Athos. Si era calmato.
« Posso accettare le tue scuse, Riccardo, ma preferirei che non ci fosse alcun tipo di rapporto tra noi. Ti auguro tanta felicità.»
Proclamo, alzando una mano in segno di saluto, annuisce sorridendo lievemente.
« Addio, Giulia.»
Mormora prima che io possa girarmi e tornare a casa.

Era stato decisamente strano rivederlo ma, da una parte era stato anche giusto. Ero riuscita a chiudere una volta per tutte con il mio passato.

Ora toccava al mio potenziale futuro.

Buonasera e Buona Pasqua a tutti 🐣❤️ anche se leggermente in ritardo!
Come state?🌻
Allora, qui abbiamo un incontro decisamente inaspettato, che ne pensate di Riccardo? Che impressione vi ha dato?
Vi è piaciuta la canzone? Se sì potrei metterne altre dello stesso artista, è uno dei miei cantanti russi preferiti!
Un bacione ❤️

Parigi, amori e bugie. Where stories live. Discover now