Capitolo 40

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-5 per l'epilogo

Paris's pov

Non ho mai odiato Clyde tanto quanto ieri sera. Un conto è odiarlo perché mi ha mentito su di lui, un'altra cosa è la paura viscerale che si è creata quando zia Abbie si è resa conto che non sarebbe tornato e gli poteva essere successo qualcosa. Sono arrabbiata, ma non voglio che gli succeda qualcosa.

Liam mi prende per mano mentre cerca con lo sguardo Bethany e Darren. Con il fatto che Erik è stato arrestato siamo meno in pericolo, così ne abbiamo approfittato per vederci con i nostri migliori amici. Siamo in un centro commerciale dove ci sono tante persone, così è anche meno probabile che qualcuno di noti. Resteremo comunque a casa degli zii di Clyde finché non ci sarà il processo di papà, tra qualche giorno. Al pensiero mi fa male il petto per l'ansia. L'unico lato positivo è che dopo torneranno Amanda e Adrian e, anche se la mia matrigna potrebbe lasciare mio padre, ci ha rassicurato e detto più volte prima di partire che continueremo a stare con lei. Ovviamente se vogliamo, e credo sia scontata la mia risposta.

Le mie preoccupazioni si dissolvono nel momento in cui vedo Bethany correre la mia direzione e quasi cadiamo a terra quando mi stringe tra le sue braccia. Non abbiamo mai passato così tanto tempo separate e mi sento terribilmente in colpa per esserne la causa. «Mi sei mancata da morire, Paris.» Beth mi lascia anche un bacio sulla guancia e poi va a salutare in modo disgustosamente romantico mio fratello. Anche Darren mi abbraccia e per un attimo penso di chiedergli scusa per averlo trascurato.

«Non ci pensare neanche, Parigina.» È inquietante come mi legga nel pensiero. «Avevi tutto il diritto di voler rimanere sola, probabilmente avremmo reagito tutti come te.» Bethany si interessa al discorso ed annuisce, d'accordo con Darren.

Accenno un sorriso e cambiamo velocemente argomento. Credo che Liam abbia detto loro di non parlarne proprio per non farmi venire i sensi di colpa e sono quasi certa che abbia anche detto di non nominare Clyde. Fa strano il pensiero che probabilmente loro ancora devo abituarsi al suo vero nome. Il pensiero mi deve anche aver rattristito, perché Beth mi mette una mano sulla spalla. «Hey, non ci pensare, okay?»

Darren invece borbotta qualcosa sul fatto che farà fuori Clyde, a quanto pare si è dimenticato la regola di Liam, che infatti lo fulmina con lo sguardo. Io cerco di ridere alle minacce sciocche di Darren. «Ti aiuto, se vuoi.»

Bethany corruga la fronte. «Liam ha detto che l'hai perdonato, però.» Mi trattengo dal fare una smorfia. Mio fratello allora non ha capito proprio niente, anche se non gliene faccio una colpa: evitiamo l'argomento come se ne dipendesse la nostra vita.

«Io non l'ho perdonato.» Spiego, facendo spallucce. Per perdonarlo dovrei tornare a fidarmi di lui ed è una cosa che non riesco proprio più a fare. «Non lo odio, ma non lo amo neanche più come prima. Sono incavolata nera, in realtà, ma stare con lui e viverci per il momento è l'opzione più sicura per me e Liam. Non sarebbe sano stare lì con il broncio tutto il tempo o lanciargli frecciatine ogni due per tre. Se per evitare di essere uccisa devo nascondere la rabbia per un po', lo faccio, non credete?»

Mio fratello continua a non esserne convinto. Non ho voglia di sentire cosa ne pensano loro, in realtà principalmente perché sono confusa. Non so più che fare, come comportarmi. Sono arrabbiata e sono anche stanca di esserlo. Vorrei lasciare andare l'ira e tornare a fidarmi di tutti, ma c'è qualcosa che mi blocca. «Vi prego, cambiamo argomento.» Ho la voce ridotta in sussurro. Anche se certe volte sembro dimenticarmene, spesso mi torna da piangere quando ripenso a cosa sta succedendo alla mia vita in questo momento. Dubito che mi passerà per un po', è una cicatrice troppo grande perché la possa dimenticare in pochi mesi.

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