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Il volo dura circa 3 ore. Per la prima parte del viaggio iniziamo a conoscerci meglio: il quartetto magico racconta delle esperienze al liceo e all'università, le marachelle combinate da bambini e Lando ride tantissimo, è davvero divertito dai nostri comportamenti.

Piano piano però crollano tutti: prima Samuele, stanco dalle 4 ore di guida precedenti, poi Luca, Johnny, Bert, Anna che nel frattempo ha cercato un dialogo col meccanico e infine anche Charlotte.
Il jet si riempie di un silenzio imbarazzante: qualsiasi parola potrebbe essere fatale e io non so mai di cosa parlare.

"Quindi studi psicologia eh?"
"Si beh, si fa per dire"
"La mente domina il corpo, se non è a posto lei non vai da nessuna parte".
Lo fisso negli occhi. Finalmente sento qualcuno sulla mia lunghezza d'onda, qualcuno che pensa alla salute mentale come la penso io.
Chiacchieriamo ancora un po', io gli svelo qualche trucco del mestiere e lui qualche trucco del campione, ma alla fine arriva un secondo silenzio che si rivela decisivo: la testa di Norris scivola sul poggia testa, per poi pian piano arrivare alla mia spalla. Si è addormentato.

Ne approfitto e metto su una cuffia, l'altro braccio non lo muovo per paura di svegliarlo.
Parte una delle mie canzoni preferite dell'ultimo anno e mezzo e i versi mi colpiscono proprio in mezzo al petto: "Don't play with my heart
I'm tryna be smart, but
I can't control this"
Un brivido mi sale lungo il corpo. È un segnale dell'universo?

Il tempo di realizzare che Lando tira su la testa e grattandosi un occhio mi sussurra un "ehi". Gli chiedo scusa per averlo svegliato, ma lui mi rasserena dicendo che si sarebbe svegliato comunque.
Infatti non fa in tempo a finire la frase che la dolcissima hostess di prima annuncia al microfono: "Gentili signori, ci stiamo preparando per la fase di atterraggio. Rimanete seduti, allacciate le cinture di sicurezza e per qualsiasi cosa io sono qui".
Senza accorgermene gli stringo la mano: l'aereo non è il mio mezzo di trasporto preferito e percepisco delle turbolenze. Danno pioggia per questo weekend e le nuvole sono già presenti.

"Ehi signorina, io ci lavoro con queste mani"
"Scusami tantissimo, non me ne sono accorta, perdonami non ci ho fatto caso"
"Ti prendo in giro!"

Charlotte mi guarda male e richiama l'attenzione del pilota, descrivendogli quale sarà il programma della sua giornata. Solo un dettaglio sfugge a tutti noi: il quartetto magico non è compreso.

Dopo essere atterrati prendiamo le valigie, le carichiamo sul taxi e andiamo in albergo: siamo segnati come membri McLaren e per l'occasione dovremo indossare cappellino e felpa, offerti gentilmente dai due meccanici che ne hanno portate alcune in più.

"Se mi vedesse mio padre... Penserebbe che sono una traditrice"
"Oh Ludo è a fin di bene, è per potersi godere il gran premio dalla postazione migliore"
"Hai ragione" e sorrido ad Anna.

Entriamo in hotel, le camere sono due: una per le ragazze e una per i ragazzi. Sul nostro piano ci sono altri ingegneri, mentre il pilota con il suo team di fiducia dorme al piano superiore.

"Passo a prendervi alle 18, andiamo a cena e mi raccontate ancora dei vostri giochi da bambini"

"Ci vediamo dopo campione!" strilla Samuele.
Lando gli fa cenno con la mano, poi si rigira e mi fa l'occhiolino.

"Non vorrei fare un commento da Sleepover Club" si intromette Luca "ma qualcuno ha ricevuto un occhiolino dopo che si è fatta il viaggio al suo fianco e un uccellino mi ha anche detto che hanno dormito insieme"
"No allora, mettiamo in chiaro le cose: lui si è addormentato e poi la testa è caduta, io sono rimasta sveglia e ho avuto la fortuna di poter osservare lo Stretto dei Dardanelli"  ribatto.
"Smettila di fare la nerd e datti una svegliata. Stasera mettiti una gonna e un po' di mascara o qualunque cosa si usa sugli occhi e vedi che succede"
"Luca, non succederà niente. Smettiamola con questa storia. Ha trovato degli amici che considera normali e che lo fanno sentire un ragazzino, ha solo bisogno della nostra quotidianità e staccare dal pensiero che il suo lavoro è potenzialmente molto rischioso"
"Dai, fatti la doccia e profumati, ci vediamo alle 17.30 in camera vostra per pensare qualcosa" replica lo studente di ingegneria.

Anna prende le chiavi ed entriamo in camera, ma percepisce il panico che sta invadendo il mio corpo.
"Fai la doccia prima tu, così ti rilassi e ti vesti con calma" mi mormora mentre mi dà una carezza sulla testa.

Non sono mai stata così agitata: la mega bugia ai miei, l'aereo, l'appuntamento di gruppo e le parole di Luca sono troppo per il mio cervello.

"La mente domina il corpo" ma questa sera vorrei tanto che i neuroni staccassero e che il mio agglomerato di cellule si comportasse normalmente, senza figuracce o emettendo suoni di dubbio gusto.

L'acqua è calda, entro e canto a squarciagola la mia performer preferita: Taylor Swift.

A piccoli passiWhere stories live. Discover now