20

2.3K 72 3
                                    

Mi sveglio perché sento un leggero fastidio ai piedi. Cerco di aprire gli occhi e appena riesco a mettere a fuoco li sgrano per bene: è Lando che mi sta facendo il solletico. Gli tiro un calcio.
"Ehi straniera!"
"Ma quale straniera, mollamiiii mi dai fastidio"
"Eh come sei esagerata"
Prendo un cuscino e glielo tiro addosso.
"Ahhh adesso passi alle armi eh?" Mi dice mentre ne prende uno anche lui.

Inizia una lotta di cuscini che ci avrebbe invidiato qualsiasi bambino. Usiamo il divano e i mobili per difenderci, ormai è questione di vita o di morte.
A un certo punto rimango incastrata nell'angolo del divano: è arrivata la mia fine.
Io sono stesa sul sofà e lui arriva a bloccarmi, così mi ritrovo la testa tra le sue braccia. È sopra di me, non ho vie di scampo, vorrei scivolare giù ma ci sono le sue gambe.
Rido istericamente supplicandolo di lasciarmi vincere.
"Non puoi, sono io il campione" controbatte.
Il suo volto si avvicina vertiginosamente al mio, sento le farfalle nello stomaco e un brivido in tutto il corpo.
Le nostre labbra si sfiorano, ma sentiamo la porta aprirsi e Norris si tira su di colpo. È Max che è tornato con la colazione.
Mi copro il viso, penso di essere bordeaux per l'imbarazzo.

Cosa cazzo stava per succedere. Avessimo avuto qualche secondo in più e sarebbe successo l'impensabile. E adesso? Cosa significa? No, no, no. Ludo riconnettiti. Non è ancora successo niente e sei già in paranoia?

Con nonchalance mi alzo e mi dirigo verso il tavolo. L'ora seguente passa come se niente fosse successo e penso che nessuno dei due abbia capito se l'amico abbia visto o intuito qualcosa.

"Ragazzi, è stato un onore stare qui, ma devo andare in ufficio a sistemare gli ultimi dettagli per il prossimo progetto di Quadrant"
Dopo la sua uscita cala un silenzio tombale.
"Ehm, credo andrò a darmi una sistemata" provo a spezzare la quiete.
"Oggi cosa vuoi fare?"
"Non lo so, sei tu quello ha i progetti qui"
"Sei tu l'ospite. Vorrei poterti portare a Londra ma non credo sia una buona idea dopo la vittoria di ieri"
"Ahh qua siamo umili eh"
"Smettila di prendermi in giro" e torna a farmi il solletico.
"Io faccio quello che voglio"
"Non credo proprio" e cerco di combatterlo ad armi pari.
Lui rimane seduto su uno di quegli sgabelli da bar, ma mi prende per i fianchi per farmi prurito.

Ci ritroviamo di nuovo l'uno con la fronte attaccata a quella dell'altra. Le nostre mani si fermano senza che ce ne accorgiamo, le mie si portano al suo petto, lui invece le stringe ai miei fianchi.
Rimaniamo così per dei secondi che sembrano infiniti a fissarci.
Dentro il mio stomaco si apre una voragine e le paure iniziano a divorarmi. A un certo punto è come se mi svegliassi: gli stampo un bacio sulla guancia e corro in bagno. Penso non abbia neanche avuto il tempo di realizzare.

Ludo: "Anna, emergenza 🚨"
Anna: "cosa vuoi sfigata?"
Ludo: "Ci siamo quasi baciati, ma presa dal panico poi gliel'ho dato sulla guancia e ora sono chiusa in bagno"
Anna: "Sei una cretina. Esci, chiedigli scusa, digli che soffri di una brutta malattia chiamata stupidità e lo baci"
Ludo: "Mi sa che la malattia ce l'hai tu"
Anna: "guarda che lo scrivo a Lu e Samu"
Ludo: "non ci provare sai"
Anna: "E allora muoviti😈"

LANDO'S POV

Lando: "Max credo di aver fatto una cazzata"
Max: "Avete dato fuoco alla cucina?"
Lando: "Vorrei darmi fuoco io"
Max: "??"
Lando: "Ci siamo quasi baciati e poi è scappata in bagno"
Max: "Le fai così schifo che è dovuta andare in bagno?"
Lando: "non è il momento di scherzare"
Max: "chiedile se sta bene, senza insistere. Magari è spaventata, alla fine ti conosce a malapena e si è ritrovata coinvolta in tutto ciò"

Fine pov

Sento bussare alla porta.
"Ludi stai bene? Posso portarti qualcosa?"
Prendo un respiro profondo, mi tiro un pizzicotto sulle braccia e apro la porta.

In realtà una sistemata me la sono data veramente, solo che ci ho messo il doppio del mio tempo normale.

"Sto bene, grazie" accenno un sorriso e lo abbraccio.

Mi accarezza il viso, così decido di staccarmi, lo prendo per mano, proprio come ho fatto ieri per portarlo davanti ai microfoni, e ci sediamo sul divano.
"Credo di doverti delle scuse" inizio. "Non so cosa mi sia preso, solo che mi sono sentita invasa da un'ondata di emozioni e non ho saputo gestirle. Vedi, alla fine questa non puoi dire che non sia una situazione strana e mi viene il dubbio che possa essere qualcosa che non ha senso e che sia solo un trasporto emotivo del momento. Mi impanico all'idea che tu possa vedermi fragile. Io ho i miei obiettivi, voglio continuare a studiare, avere un lavoro e non voglio rinunciare a tutto questo, ci ho messo 22 anni per capirlo".

Il suo tono si fa serio: "Ludi, mi sento esattamente come te. Sto realizzando il mio sogno e non voglio che niente si metta in mezzo. Però da quando ci sei tu mi sento un po' più sereno. Fa strano pensarlo, perché sei praticamente un colpo di fulmine, non voglio affrettare niente, però ecco... Io in questo momento... Sento che..." La sua mano si appoggia sulla mia guancia e mi trascina vicino al suo viso. Le nostre labbra di sfiorano piano, ma questa volta non si fermano. Ci baciamo.
Dolcemente inizia a darmi piccoli bacini a stampo, poi piano si trasformano in un bacio passionale. Le mie mani scivolano sul suo collo, ci stringiamo. La sua bocca si stacca dalla mia, i nostri sguardi si incrociano. Appoggio il mio mento sulla spalla e ci stringiamo forte, sento il suo cuore battere velocemente.

Dopotutto siamo solo due ragazzi che rincorrono i loro sogni e che si sono trovati a farsi compagnia in un posto che li fa appartenere a due mondi diversi anche se sono così simili.

A piccoli passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora