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È domenica mattina, niente gara questa settimana.
Sono solita togliere la vibrazione quando dormo, ma probabilmente ieri sera ero troppo stanca e mi sono dimenticata.
Per questo mi maledico quando sento una vibrazione insistente che non mi lascia più dormire. Rispondo senza guardare chi è e l'orario.
"Ehi buongiorno"
"Mh chi sei?" Borbotto.
"... Sono io, Lando!"
"Ehi ciao"
"Ascolta so che sono solo le 6 di mattina da te, ma tra circa 5 ore potrei essere a casa tua. Cosa ne dici? Tuo papà sarebbe contento di avermi?"
"In che senso sono le 6?"
"Eh è mattina presto"
"Tu sei pazzo Norris"
"Sì, di te"
Qualcosa si apre nel mio stomaco.
"Comunque va bene, vieni non credo ci siano problemi"
"A dopo"
Gli mando un bacio, anche se non so cosa si sentirà per telefono.

Vado in camera di mio padre e inizio a chiamarlo per dargli la lieta notizia.
Non la prende benissimo, ma credo perché sono le 6.30 di mattina, ora di pranzo sarà contentissimo.
Oh no il pranzo.
La cucina non è il miglior talento di mio padre, da quando si è separato da mamma ci arrangiamo.
Per fortuna i miei cercano di essere i migliori genitori per me e succede che mia madre ci lascia qualcosa di pronto in freezer, il nostro unico compito è ricordarci di scongelarlo.
Quindi approfitto del ragù per fare delle lasagne.
Buffo che io voglia cimentarmi oggi per la prima volta a farle, probabilmente il mio fidanzato penserà che sto tentando di avvelenarlo.

Papà nel frattempo dà una sistemata alla casa, non vorremo essere scortesi. Non sappiamo se nascondere le collezioni di caschi e modellini che abbiamo in salotto, sono motivo di vanto o cose da pazzi agli occhi di un pilota?

Si avvicina l'ora di pranzo e io ormai sono solo una scoppiata che continua a spostare oggetti nella speranza di placare la mia agitazione.
"Sono all'aeroporto di Linate, se mi dai l'indirizzo ti raggiungo"
Glielo scrivo. È buffo in realtà, perché nessuno dei due sa dove abiti l'altro nonostante abbiamo passato più giorni insieme.

Dopo circa una quarantina di minuti sento suonare il campanello: un uomo incappucciato e con lo sguardo abbassato è al cancello di casa mia, peccato che si tradisca non appena alzi gli occhi appena apro la porta di casa: le sue iridi azzurre le saprei riconoscere ovunque.
Gli vado incontro cercando di contenermi il più possibile, non vorrei che i vicini sentissero schiamazzi e non voglio far vedere a mio padre quanto diventi impacciata con lui al mio fianco.

"Buongiorno Mr. Riccardo" accenna con un accento buffissimo mentre allunga la mano.
"Ciao Lando" risponde mio padre, forse più emozionato di lui.

Eccomi qui: gli uomini che al momento hanno più importanza nella mia vita che si incontrano. La Ludovica che non verrà mai vista pienamente adulta e la Ludovica insicura ma che è piena di sentimenti da donare. Entrambi conoscono la Ludovica fan della Formula 1. Due mondi che collidono.

Per rompere il ghiaccio chiedo come sia andato il viaggio e poi un argomento tira l'altro, per il momento scorre tutto per il meglio, anche se c'è un po' di imbarazzo.
Ci spostiamo in cucina, ho il terrore che la mia opera culinaria sia solo un esperimento fallito, ma a giudicare dalle facce delle mie cavie è mangiabile.

"Quindi ora sei il suo fidanzato" dice mio padre mentre imbocca un pezzo di lasagna.
Un silenzio pervade la cucina e il mio sospiro sembra una bomba sganciata nel bel mezzo della stanza.
"Sì così sembrerebbe. Io e Ludi ci siamo legati tanto in questo periodo ed entrambi sembriamo provare qualcosa"
Gli allungo la mia mano sotto il tavolo per prendere la sua e farci forza in questa conversazione che non pensavo sarebbe arrivata così presto.
"E come avete intenzione di procedere? Nel senso, una volta vieni tu e una volta viene lei? Dovrà rinunciare ai suoi studi?"
"Vedremo volta per volta, in base agli impegni di entrambi. Faremo il possibile per essere felici."
"Sappi che se la vedo a rinunciare troppo a cose per lei importanti non la prenderei bene"
"PAPÀ. Basta."
"Ludi tranquilla"
"Ludovica, stiamo solo parlando"
"Sì ma io sono qui e non sono un oggetto di scambio. Capisco che ci teniate entrambi a me, ma sono in grado di decidere"
"Hai ragione, scusami" mi dice guardandomi negli occhi Lando.
"Va bene. Sono contento che siate una coppia, però devo farvi delle raccomandazioni: la relazione comportano impegno e responsabilità. Siate sempre sinceri tra di voi e ditevi tutto, anche quello che non va, solo così può migliorare. Lando tu mi sembri un ragazzo a posto, però sappi che se spezzarai il cuore alla mia bambina io ti spezzerò gambe e braccia.
E poi un'ultima cosa: per un po' non voglio diventare nonno. Siete grandi, Lando saprà sicuramente come funziona e proteggetevi."
"Ok questo è troppo" intervengo.
"Signor Riccardo penso che nessuno di noi al momento abbia nei piani un figlio o un nipote e saremo responsabili". È rosso dall'imbarazzo, penso che entrambi vorremmo sprofondare.

Sono arrabbiatissima con mio papà, non è mai stato così invadente e adulto. Di solito scherza, fa battute, anzi sono quasi gelosa che mi rubi gli amici e oggi ha quest'aria autoritaria che mi dà fastidio.
Sparecchiamo e Lando mi dà una mano a lavare le pentole.
Mentre torniamo verso il salotto esclama "Bei caschi! Ma signor Riccardo, qui ne manca uno importante" e gli fa l'occhiolino.
"Quando vincerai un'altra gara allora ci sarà posto anche per il tuo".

Mio papà oggi ha deciso di mettere fine alla mia relazione oppure mi odia talmente tanto in segreto che sta facendo di tutto per seccarmi.
Chiacchieriamo ancora un po' e in realtà il resto della conversazione va bene, non so cosa gli sia preso in quel momento.

"Papà ora andiamo a fare un giro"
"Ci vediamo stasera?"
"Credo"
E usciamo dalla porta.
Prendo la mia macchina e guido io. Non vorrei che venissimo notati. Ci dirigiamo verso una pasticceria dispersa in un bosco della Brianza: ad attenderci ci sono Samu, Anna e Luca. Ho fatto una sorpresa ad entrambe le parti e renderli felici rende felice anche me.

"Quanto tempo Inglesino" esclama Samuele.
"Ci sei quasi mancato" continua Luca.
"Io non sarò scortese, ti abbraccio e basta" accenna Anna. La mia amica Anna.
Non posso fare a meno di tirarle qualche occhiata per vedere se riesce a comunicarmi se ci sono novità, ma lei evita saggiamente il mio sguardo.

Che bello essere di nuovo insieme, questi sono stati i tre mesi più intensi della mia vita, ma se non fosse per loro non sarebbero mai accaduti e non li cambierei per nulla al mondo.

A piccoli passiWhere stories live. Discover now