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"sì Luca, arrivo".
L'ingegnere si accorge della situazione e mi squadra.
"Tutto ok? Hai bisogno?" mi rivolge la parola tirando un'occhiataccia al pilota numero 4.
"Tranquillo, un minuto. E recupera mio padre se riesci".

Cerco di staccare il mio polso dalle sue dita, anche se vorrei cadere tra le sue braccia.
"Puoi lasciarmi andare? Per favore" lo scongiuro.
"5 minuti, poi te ne potrai andare per sempre".
Quelle due ultime parole mi colpiscono dirette al cuore.
"Va bene" mollo il colpo.

Mi porta nel suo stanzino e noto che la nostra foto è ancora lì, appesa al muro. Mi viene il magone.

"Capisco che tu mi dica che è difficile, che sei stanca di prendere aerei, che l'idea di lasciare casa ti mette ansia, ma non accetto che mi si dica che non ci sia posto per te nella mia vita."
"Lando a Jeddah è già buono se ci siamo salutati. Hai dedicato la tua vittoria a Jon. Non voglio fare la fidanzata pazza e gelosa, ma mi permetti di rimanerci male? Ho preso dei biglietti all'ultimo per raggiungerti, mi ero appena laureata e tu hai pensato a Jon." Un lacrima riga il mio volto e cerco di asciugarmela in fretta.
"Hai ragione, ma Jon quella settimana ha fatto un lavoro immenso con me e per me e ho voluto ringraziarlo."
"Beh certo. Comunque non è stato quello il problema e a quanto pare non lo hai ancora capito".
"Possiamo non litigare?"
"Io non volevo neanche parlare perché sapevo che sarebbe finita così."
"Allora ti chiedo solo un'ultima cosa e in base a come mi risponderai potremo salutarci per sempre o per adesso"
Faccio una smorfia: "dimmi, tanto ormai..."
"Possiamo almeno rimanere amici? Mi manca sentirti, mi manchi tutti i giorni. Non dico di chiamarci e raccontarci tutte le nostre vite, ma almeno aggiornarci ogni tanto. Sapere come stai e condividere qualcosa di divertente".
"Ma non hai paura che questo renda più difficile fare finire la nostra storia?"
"Ma è questo quello che vuoi Ludi?"
"Il cuore mi dice di no, ma la testa mi dice di sì. Non voglio farmi del male e sentirti non mi farebbe andare avanti, capisci?" Dico tutto in un fiato.

Il groppo in gola sta per scoppiare, così decido di correre via. Sono quasi da Anna quando Bert ricompare davanti a me.
Lo abbraccio e gli do un bacio sulla guancia: "grazie, ci sentiamo".

E poi mi getto tra le braccia della bionda: "andiamo via, per favore." Sussurro.
I ragazzi mi coprono e ci dirigiamo subito verso la macchina. Non diamo nell'occhio e scappiamo da questo circuito con uno spirito agrodolce.

"Cos'è successo?" Mi mormora papà dandomi una carezza sulla testa mentre saliamo in macchina.
"Mi ha chiesto di rimanere amici, di sentirci, di aggiornarci."
"E?" Continua.
"Come posso papi? Vuol dire non dimenticarlo, rimarremo incastrati in una situazione che ci farebbe solo male"
"Io giuro che se prova un'altra volta a parlarti..." Interviene Luca.
"Lu ma capiscilo! La tua metà ti pianta non perché non ti ama più, ma perché avete pressioni esterne, è chiaro che impazzisci." Risponde Samu.
"Sì ma se tu mi ami e ti chiedo un favore lo rispetti! Non insisti, soprattutto se mi vedi soffrire" ribatte Anna.
"Ragazzi! Avete ragione entrambi, ma le cose sono complicate. Ludovica e Lando sono testardi e l'amore è irrazionale. Ora la ferita è ancora troppo fresca, magari troveranno un compromesso." È il mitico Riki a prendere parola.
"Ora vi metto su del sano rock'n'roll e vi fate una cultura musicale" continua ironico.
Gli metto una mano sulla spalla, come per ringraziarlo. Ho il papà più speciale del mondo.

Lando's pov

SONO UNO STUPIDO.

Mi sono seduto sul lettino, consapevole di aver sprecato la mia occasione.
Perché non mi ascolta? Perché non mi vuole parlare?

"Lando?" Una voce dice dall'altra parte della porta.
"Vieni" rispondo.
"Cosa hai combinato?" Mi chiede.
"Bert non lo so, volevo parlare, chiederle almeno di rimanere amici... Tu lo sapevi?"
"L'ho vista prima della gara, per caso. Non te l'ho detto proprio per evitare questo"
"Boh fanculo. Vediamo di andare bene in gara da qui alla fine dell'anno. Ormai mi rimane solo quello."
"Guarda che appena vi metterete la testa a posto tornerete insieme, fidati di me".

Io e il biondo usciamo dallo stanzino e il Cabron mi si avvicina.
"Come è andata?"
"Potrei aver fatto più danni di quanti ce ne fossero già. Un disastro."
"Mi spiace. Magari la faremo ragionare, fidati del tuo Carlos".
"Ormai... Meglio concentrarmi sul mondiale".
Mi dà una pacca sulla spalla e ognuno torna dalla sua squadra, almeno qui cerco di rendermi utile.

Tornato in hotel, apro Instagram e c'è una foto di Ludovica. L'ultima è stata con me...

Guardiamo delle macchine che girano in tondo dal 1999🤷🏻‍♀️

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Guardiamo delle macchine che girano in tondo dal 1999🤷🏻‍♀️

Che bella che era da piccola e suo padre non è invecchiato di una virgola.

Vorrei tornare indietro e non dirle niente.
Ma non mi pento di nulla, non voglio cancellare questa storia dalle mie memorie, sarei ipocrita.

Ormai lei ha preso la sua decisione. Non ci sentiremo più, l'amore della mia vita mi è scivolato dalle dite.

Stupido, stupido me.

Spazio autrice:
Ciao raga, so che questa parte di litigi può essere noiosa, ma è utile per ciò che verrà dopo.
Tra l'altro godetevi questo capitoli quotidiani, prima che io rientri al lavoro e la sessione invernale prenda il controllo su di me😢 però continuerò a pubblicare

A piccoli passiWhere stories live. Discover now