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Non è stata una buona idea bere qualche bicchiere ieri sera. Ora ho mal di testa e devo essere presentabile fino a fine serata.

Mi lavo la faccia e mi trucco leggermente, per fortuna non devo pensare a cosa indossare: infilo un paio di jeans e la maglietta sarà quella del merch che verrà lanciato oggi.
Non mi ricordo esattamente come sia finita la serata, so solo che ero molto stanca e che blateravo un po'.
Lando è un po' silenzioso, ma non ci faccio troppo caso: è una giornata importante e deve focalizzarsi sulla presentazione.

È Bert che ci porta in macchina fino al Palazzo dei Principi, dove ad attenderci non ci sono solo giornalisti, ma anche Charlotte, Zak Brown e Daniel Ricciardo. I tre mi riservano un sorriso e la donna accenna anche un "come stai?", non me lo sarei mai aspettata.

Io rimango in disparte, è il loro momento e servo solo come figura di supporto.
Alle 10 in punto ci rechiamo nella Sala del Trono, in cui ad attenderci ci sono gli addetti stampa.
Dopo l'introduzione del CEO della McLaren la parola passa ai due piloti: sono entusiasti di questa collezione e mostrano un capo per volta.
Susseguono poi gli interventi dei giornalisti: domande sui materiali usati, sulle eventuali collaborazioni e su una possibile carriera da modelli.

Io rimango mimetizzata tra quei pochi membri del team presenti, cercando di illudere me e gli altri presenti di sapere perché sono qui.
Finita la presentazione ufficiale è ora di spostarsi verso il casinò, dove ci sarà una piccola sfilata che andrà in diretta sui canali sportivi.
Mentre ci dirigiamo verso l'uscita della sala, l'inglesino mi prende sottobraccio e mi bisbiglia: "Allora? Come sono andato?"
"Non male direi, però si vede che sei agitato perché non riesci a tenere fermi i piedi e giochi molto con le tue dita, ma ricordati: è la mente che domina il corpo"
"Continua il tuo essere brutalmente onesta" mi risponde.
Non capisco del tutto questa sua frase, ci siamo sempre detti tutto, ma questa volta non comprendo a cosa si riferisca.

Dopo la breve sfilata, in cui hanno partecipato modelli di ogni taglia e fisicità, ci dirigiamo verso il ristorante che ci ospiterà per il pranzo.

Prima di entrare lo tiro per il braccio, quasi strattonandolo, perché ho bisogno di chiedergli a cosa si riferisse quando mi ha detto quelle parole al Palazzo, poiché mi hanno tormentata per tutta la durata della passerella.
"Vuoi dirmi che non ti ricordi?"
"No Lando, altrimenti non te lo avrei chiesto"
"Allora diciamo che il vino potrebbe averti aiutata ad aprirti un po' con me, ma allo stesso tempo pare abbia avuto un effetto collaterale sulla tua memoria"
Oh no
"Allora mi aiuterai tu a rammentare" ribatto con un'espressione buffa nella speranza di farlo ridere.
"Sì, ma ora non è il momento".
Mi prende per mano e saliamo le scale.
"Lando!" Lo chiamano i fotografi.
Ci giriamo contemporaneamente con aria sorpresa e veniamo immortalarti così: uno vicino all'altra, con un sorriso accennato, occhi confusi e le dita delle mani intrecciate.

A tavola rimango timida, ma Daniel e Charlotte cercano di mettermi a mio agio intrattenendo una conversazione per conoscerci meglio.
Finito il pranzo usciamo per dirigerci nella nuova location, ma i giornalisti ci assalgono.
"Lando chi è la ragazza con te?"
"Lando cosa ci dici del nuovo membro della McLaren? Pare abbiate un rapporto intimo"
"Norris la ragazza mora che ti segue da qualche tempo ormai, lo ha un nome?"

Se i primi editorialisti cerchiamo di ignorarli, andando avanti diventa sempre più difficile.
Lando si ferma di colpo, mi guarda e con il labiale mi dice "ti faccio fare un salto", non ho il tempo di realizzare che mi trovo sotto il suo braccio, con le sue dita conficcate nella schiena, probabilmente per l'ansia.
"Lei è Ludovica ed è la mia ragazza".

Daniel, Charlotte, Bert, Johnny e Zac si girano a guardarci. La dichiarazione ha spiazzato chiunque e io mi pietrifico.
A rallentatore volto la mia testa per incrociare il suo sguardo con il mio e mentre la stampa si congratula.
Mi stringe la mano e camminiamo verso il van.

"Scusami Norris, cosa è appena successo?" Gli domando, nella speranza di aver immaginato tutto.
"Ieri sera non mi hai lasciato parlare e mentre cercavamo di dormire non facevi altro che dire quanto ti spaventi fare i grandi passi e che l'unico modo per sopravvivere a questi sia avere qualcuno che ti tiene la mano"
Rimango senza parole. Daniel cerca di spezzare la tensione: "Quindi non potrò più fare battute sul tuo essere un piccolo ragazzino finito per sbaglio su un'auto ora che tutto è ufficiale".
Il van rimane in silenzio e il pilota numero 3 si accorge di essere completamente fuori luogo.
Charlotte: "non è stata una brutta dichiarazione, avrei solo voluto saperlo per potermi organizzare in caso di attacchi dalla stampa"
"Anche io" commento.
"Cosa cambia adesso che ho usato la parolina magica?"
"Niente" risponde Bert. Non capisco perché tutti si sentano coinvolti in questa storia.
"Lo so che ha ragione Bert, però avrei voluto saperlo per prima io e aver possibilità di discuterne"
"Non è una cosa che si decide a tavolino" ribatte. "E poi è da ieri che cerco di dirtelo e in qualche modo lo volevi anche tu. Ti prego, non arrabbiarti. Non possiamo già farci vedere in crisi" ride.
"Non sono arrabbiata, ho solo paura" e appoggio la testa sul suo petto.

Sul mezzo scoppia un piccolo applauso seguito da una collettiva risata. Questa situazione paradossale ci ha mandati fuori di testa.

A piccoli passiWhere stories live. Discover now