5.

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Dalla discussione dell'altra notte, io e Nunzio non abbiamo più parlato. I contatti tra noi sono stati minimi e nessuno dei due ha mai fatto un passo verso l'altro.
Ho raccontato tutto a Serena che, di risposta, mi ha abbracciata e consigliato di continuare il mio percorso qui dentro facendo come se lui in realtà non ci fosse.

« È giusto che tuteli la tua persona e la tua salute mentale. Non stare accanto a chi ti fa soffrire e non ti permette di dare il massimo. » mi ha detto ed ha ragione. Forse non c'ho provato abbastanza a stare lontana da Nunzio ed è il momento che io mi impegni veramente. « E poi, lo hai visto come ti squadra Luca? Datti delle possibilità, buttati e vivi. Non restare ancorata al passato. » conclude con un sorriso sghembo sulla faccia.

Mi volto verso Luca che sorprendo a guardarmi. Mi rivolge un sorriso imbarazzato e poi agita la mano per salutarmi.
Non l'ho mai visto in modo diverso da un amico, anche se non ho mai visto nessuno in modo diverso, se non Nunzio.

« Vai! » sussurra Serena dandomi una leggera spinta per incitarmi ad avvicinarmi al figlio d'arte.

Le lancio un'occhiata e poi mi dirigo al bancone della cucina dove il ragazzo è impegnato a chiacchierare con Albe.
« Che raccontate? » domando prendendo il cappello dalla testa di Luca per portarlo sulla mia.
Alberto passa gli occhi da me a lui per un paio di secondi e poi parla. « Niente di che, siamo solo contenti aver tutti preso la maglia del serale. Ora comincia la salita. »

« Già... Anche io sono un po' agitata. Anzi, dire che lo sono un po' è riduttivo. Sono molto agitata, in realtà. Le ultime prove in sala non sono andate benissimo e, a dirla tutta, non mi sento molto pronta per questo serale. » mi mordo il labbro appena le mie preoccupazioni riaffiorano.

« Oh sentimi, – ed ecco l'accento napoletano di Luca venire fuori – tu sei la ballerina più forte che ci sia qui dentro. Tutto ciò che fai ti viene benissimo. Ti ho vista spaziare in tanti stili e fidati che sei bellissima da guardare. Non riesco mai a toglierti gli occhi di dosso. E poi emozioni, emozioni tanto. » poggia le sue mani sulle mie braccia esili e mi guarda fisso in viso.

Schiudo leggermente le labbra, quasi sorpresa dalle sue parole e dalla minima distanza che ci separa. È bello sapere che pensa questo di me, mi fa sentire bene.
« Grazie, grazie davvero. Non pensavo che arrivasse tutto ciò alle persone. Per cui... Grazie. » concludo accennando un sorriso.

« E poi – aggiunge spostando una sua mano sotto il mio mento – questo cappello ti sta davvero bene. Dovresti tenerlo. »

Sento le guance andare a fuoco e lui dev'essersene accorto perché si lascia sfuggire una risata divertita per poi baciarmi la fronte.
Albe si schiarisce la voce ed io mi ricompongo immediatamente seguita da Luca che finge di sistemarsi i capelli.
« Si, d'accordo. Io ora credo di aver lezione e... MI RACCOMANDO, NON VOGLIO SCOPRIRMI ZIO AL RITORNO. » grida indossando il giubbotto e uscendo.

« Che personaggio! » commento. Ed è così, Alberto è una delle persone che più mi fa ridere qui dentro; è capace di svoltarmi la giornata solo dicendomi "ciao" con il suo essere sempre frizzante e positivo.

« È uno dei miei migliori amici, ma credo che si veda. Gli voglio davvero bene, è una ventata di aria fresca. Con lui non puoi essere triste. » afferma. Poi si fa serio, lasciandomi perplessa.

« Ho fatto qualcosa che non dovevo? Ti sei rabbuiato di botto. » incrocio le braccia al petto guardandolo con attenzione.

« No, no. Tu non c'entri nulla. O meglio, c'entri ma - » sospira « Albe è fatto così. La battuta che ha fatto prima... Voleva essere simpatico. Spero tu non te la sia presa, insomma, non vorrei che capissi qualcosa che - »

« Va tutto bene, Luca. Non sono arrabbiata. Perché avrei dovuto? » lo rassicuro.

« Ti va di venire a fumare? Chiacchieriamo un po'. » mi porge il braccio ed io lo afferro seguendolo fuori.

Mi siedo sulla panchina mentre lui resta in piedi, davanti a me.
« Guarda che fa freddo, se non ti copri rischi di prenderti una freddura. » mi fa notare poiché non indosso il giubbotto in questo momento.

« Tranquillo. Sto bene. Se mai dovessi sentirmi infreddolita prenderò la giacca. »

Luca fa un paio di tiri dall'IQOS poi si mette a fissare un punto indefinito oltre la mia figura.
« Che cos'è successo ieri, tra te e Nunzio? E ti prego, non dirmi che non è capitato niente perché avevi la faccia di una che aveva appena perso il gatto. »

Avrei dovuto immaginarlo. È normale che prima o poi qualcuno faccia domande. Solo che non so se sono pronta a raccontarlo, a parlarne ancora.
Mi passo una mano tra i capelli neri e mi mordo l'interno della guancia. Avere un parere da uomo potrebbe aiutarmi, forse. Dovrei imparare ad aprirmi, senza starci troppo a pensare.

« Allora? » incalza. « Ascolta Val – e lì il mio cuore salta, una sola persona mi chiamava così –, sei strana da qualche giorno. E per qualche giorno intendo da quando è rientrato Nunzio. Ti ha fatto o detto qualcosa? No perché se è così io vado e gli spacco la faccia. »

« Io e lui ci conoscevamo già. » rispondo semplicemente e vedo l'espressione di Luca tramutare. Non so bene se sia scioccato o se non ci creda, ma resta zitto in attesa che io continui. « Stavamo insieme. »

« Cosa? Tu e lui? Una coppia? »

« Si. Io e lui una coppia. Perché? Cosa c'è di strano? » domando infastidita. Non ho capito il motivo di questa sua uscita.

« Nel senso che mi fa strano pensarvi in quel modo, tutto qui. » sembra quasi scusarsi e mi si stringe il cuore perché non ha motivo per farlo. La colpa è mia.

« No, scusami. È che quando si parla di me e di Nunzio sono instabile. » mi stringo nelle spalle e getto la testa indietro. Sbuffo mentre l'aria pungente di Marzo mi colpisce il viso.
« Ecco - »

« Guarda che se non te la senti non devi raccontarmi tutto. Mi sono preoccupato per te perché ieri sera eri devastata. Vorrei solo che tu sapessi che io ci sono e che non è un bene tenersi tutto dentro. » Luca viene a sedersi accanto a me e mi porge la sua heets ormai quasi finita, che porto alle labbra immediatamente lasciando poi fuoriuscire il fumo dalla bocca.

Ha ragione, non posso tenermi tutto dentro. Finirò per esplodere a furia di seppellire il ricordo di quello che è capitato senza andare avanti.

« L'ho visto baciare un'altra ragazza. » trattengo il respiro per qualche istante « Di questo parlavamo ieri. Il problema è che mi distrugge stare vicino a lui e il solo guardarlo mi fa ricordare tutto quello che ho passato. Vorrei solo poter riuscire a dimenticarlo. »

« Mi dispiace, Val. Non ho idea di come abbia potuto farsi sfuggire una ragazza come te. Io non lo farei mai. » mi dice con la voce quasi ridotta ad un sussurro.

Gli afferro la mano e gliela stringo, rivolgendogli un sorriso riconoscente.
« Non ero abbastanza evidentemente. Eppure non ho mai fatto nulla che potesse spingerlo a fare ciò che ha fatto. Sono una persona sbagliata. È questo. Io non vado bene. »
Questo è quello che accade quando i nervi prendono il sopravvento: comincio a parlare ininterrottamente.

« Valentina. Non dirlo neppure per scherzo. Tu sei una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto. Sei dolce, premurosa, fai stare bene le persone. Io sto bene quando tu mi sei accanto. »

« Luca non devi dirmelo solo per consolarmi. »

Lui si avvicina ancora di più e afferra il mio viso tra le sue mani.
« Tu sei perfetta così. E se me lo permetti vorrei dimostrartelo. »
I nostri nasi sfiorano e i nostri respiri si confondono. Stiamo per baciarci.

« È il vostro turno per le pulizie. » io sussulto quando sento la porta spalancarsi e la voce di Nunzio arrivare alle mie orecchie.
Luca resta immobile, poi si gratta la nuca e si alza, guardando il ragazzo sull'uscio prima di sorpassarlo ed entrare.

I miei occhi e quelli di Nunzio sembrano fissarsi per un tempo indefinito. Non so leggere la sua espressione. Sembra... deluso. Ma non può permettersi di esserlo.

Non faccio in tempo ad alzarmi che lui fa marcia indietro e rientra in casetta, lasciandomi fuori a ripensare a quello che è appena accaduto.

a un passo da te | nunzio stancampiano. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora