16.

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NUNZIO

Saranno una decina di minuti che faccio avanti e indietro per il salotto. Carola a momenti dovrebbe tornare da lezione ed io ho deciso che proverò a parlargli. Non c'è stato un vero modo per chiarirci, lei era presa da una crisi di pianto la prima volta che ho tentato di farlo, ma vorrei che lei mi ascoltasse questa volta.

Sento dei passi provenire nella mia direzione e quando sollevo la testa mi accorgo che è proprio la persona che cerco. Quando lei si accorge di me mi guarda per un po', poi tenta di sorpassarmi, ma io non glielo permetto bloccandola dal polso.

« Lasciami. » asserisce fredda, tenendo gli occhi rivolti al pavimento.

Faccio come mi dice, ma lei con mia grande sorpresa non si muove da lì. La sento tirare su con il naso e mi maledico mentalmente per l'orrenda persona che sono stato nei suoi confronti. Ma devo almeno cercare di farmi ascoltare, devo scusarmi.

« Cos'è che vuoi, Nunzio? » percepisco la stanchezza nelle sue parole. È stanca di questa situazione, l'ho ferita troppo. Non si è ancora voltata verso di me, ma mi farò bastare questo se aiuterà a farci parlare.

« Sono venuto a scusarmi con te per la merda che sono stato. » dico sospirando « Non voglio uscire da qui sapendo che il nostro rapporto non può essere risanato. Ci tengo a te, tanto, anche se non è sembrato perché sono un coglione. »

« Ogni azione ha una conseguenza. » ribatte la ballerina « Non puoi aspettarti niente di buono se prendi per il culo le persone. » riduce la voce ad un sussurro « In ogni caso, queste cose me le hai già dette e non vedo perché debba cambiare lo stato delle cose ora. »

« Ti chiedo scusa. So di aver fatto un'enorme cazzata. La persona che sei la merita qualcuno che sappia accarezzarti il cuore. Io non sono stato in grado di controllarlo, ti ho ferita perché non ho cominciato a capirci più niente e ci sei andata tu di mezzo. Non è stato intenzionale, non lo farei mai di proposito. » sento gli occhi pizzicarmi, questa conversazione si è rivelata più difficile del previsto « Non pretendo che tu mi perdoni, perché non sono nella posizione dopo ciò che ho fatto, ma sentivo la necessità di dirti che ti voglio bene e che sei una bella persona, e che se vuoi odiarmi hai tutto il diritto di farlo. »

Carola non dice una parola, ma si tuffa nelle mie braccia ed è così piccola e fragile in questo momento che se la stringessi di poco potrei romperla. Sento le sue lacrime bagnarmi la camicia nera mentre le accarezzo la testa.
Piano piano il grande peso che avevo nel petto comincia a sgretolarsi.

« Ci sto provando, anzi c'ho provato ad odiarti ma non ci sono mai riuscita. » comincia con voce rotta dal pianto « Non lo so se quello che provavo per te fosse effettivamente amore, ma sono sicura che era qualcosa di forte. Prima mi sono sentita distrutta, poi una stupida perché non potevo obbligarti ad amarmi. Infondo ho sempre saputo che il posto di Valentina non lo avrebbe preso mai nessuno, ma io non volevo prendere il suo posto. Volevo solo farti capire che c'era anche qualcun altro che ti avrebbe potuto dare quella passione, quella chimica che avevi con lei. »

« Mi dispiace così tanto, Carola. Davvero. Sono uno stupido. » e mi ci sento davvero. Averla fatta sentire uno straccio era l'ultima cosa che volevo.

« Non possiamo farci niente e forse io ho sbagliato a reagire in quel modo brusco contro Valentina, ma non c'ho visto più dalla rabbia e dalla delusione. Dovrei scusarmi anch'io con lei. » dice appena si stacca da me.

a un passo da te | nunzio stancampiano. Όπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα