Due.

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Settembre.
Leggete il capitolo precedente e rileggete questo, perché alcune cose sono cambiate!

Terminata la lezione di danza, raggiungo insieme ad Alice casa di nonna Beatrice, in provincia di Roma. Mi siedo fuori in veranda, osservando il cielo limpido e controllando Rex e Nana. Dopo la morte di nonno Paolo, avvenuta a causa del covid, nonna aveva bisogno di un po' di compagnia. Due anni fa, quindi, mamma ha deciso di occupare i suoi giorni facendole trovare in giardino quelle due bestioline. Aveva fatto, poi, scegliere i nomi a me e ad Alice, che all'epoca non faceva altro che pronunciare il mio soprannome "Nana" solo per infastidirmi. Fu così che venne attribuito quel nome ad uno dei due, mentre "Rex" venne scelto proprio dalla sottoscritta.

La risata contagiosa di mia sorella attira la mia attenzione. La piccoletta si rilassa sul dondolo, osservando i due cagnolini e richiamandoli di tanto in tanto, per evitare che si facciano male. Raggiunge successivamente il giardino, iniziando a giocare con loro e a coccolarli. Nana le lascia dei piccoli morsetti sulle mani, per giocare, mentre Rex abbaia per difendere Alice - anche se lei sgrida lui per il tono da "cattivo" che stava usando. Sorrido quando Rex abbassa le orecchie e avvicina il muso al viso di Alice, per chiederle scusa.

Nonna prende posto davanti a me, porgendomi un bicchiere di the al limone freddo, il mio preferito. Mise a tavola anche un pacchetto di patatine, da sempre uno degli snack a cui non sapeva resistere. Ne prese, infatti, subito una, portandola alla bocca e scrutandomi attentamente. Sorseggio il the, continuando a tenere lo sguardo su Alice.

"Che c'è, Ari? Che succede?"
Mi domanda lei, attirando la mia attenzione. Incastro i miei occhi verdi, quelli uguali ai suoi, in quelli di mia nonna. Mamma dice sempre che, quando mi guarda negli occhi, è come guardare quelli della nonna.

"Niente di che. Un po' di pensieri che mi invadono la testa e che non riesco a cacciare"
Ho gli occhi spenti e tristi, da mesi ormai, e lei se n'è sempre accorta ma non ha mai insistito, ha sempre aspettato che parlassi io. Ma non questa volta, mi conosce e capisce con un solo sguardo, quindi è chiaro che già sappia tutto. Mi tende la mano, che afferro velocemente, e lascio che me l'accarezzi.

"Vuoi raccontarli a me questi pensieri? Magari riusciamo a mandarli via insieme"
Chiede, anche se sa già anche lei che certi pensieri non se ne vanno. Scuoto, infatti, la testa, dicendole che non mi andava molto di parlare in quei mesi.

"Va bene, non fa nulla amore di nonna. Ma dimmi, viene a cena anche Gianmarco oggi?"
Domanda ancora lei. Quando pronuncia quel nome i miei occhi saettano nuovamente su Alice, così felice e spensierata. La verità è che Gianmarco non avrebbe più mangiato a casa di nonna...

"Non stiamo più insieme da giugno, in realtà..."
Non avevo mai avuto il coraggio di dirlo a nessuno, lasciavo solo che si capisse senza il bisogno di pronunciare quelle parole. Sono passati tre mesi, forse anche qualche settimana in più, eppure faceva ancora tanto male, fin troppo.

Sento gli occhi pizzicare al solo ricordo del suo volto. Bevo un sorso di the per buttare il nodo che mi si è formato alla gola e cerco di non far vedere le mie emozioni alla nonna, ma so che sto fallendo già in partenza. Stringe più forte la mia mano, costringendomi a guardarla. Mi fa capire con il solo sguardo che già sapeva tutto.

"Non ti sei fatta vedere per tutta estate, Arianna. E quando venivi qua non riuscivamo mai a parlare, da quanto poco restavi. Non ci ho messo molto a capirlo, ma non volevo invadere la tua privacy"
Ammette nonna, con tono e sguardo comprensivo. Asciugo una lacrima che cade lungo la mia guancia e reprimo le altre mille che volevano fare la stessa cosa.

"Mi sono chiusa in sala, a ballare. È l'unica cosa che mi fa stare bene, che mi fa pensare a lui senza farmi soffrire. Sto migliorando tanto, o almeno così dice Biagio, e mi sfogo. Mi dispiace, so di essermi chiusa e che ancora adesso faccio fatica ad aprirmi, ma è difficile da superare"

"Amore, stai parlando con una persona che fa ancora fatica ha superare la morte di nonno, e sono passati due anni! Le rotture sono sempre difficili da superare, ma liberare la mente ti aiuterà sicuramente. Ma non chiuderti in sala, esci, divertiti. Chiuderti in saletta, a lungo andare, potrà anche farti male"
Mi consiglia lei.

"Vale e Noe hanno provato più volte a farmi uscire, ed ogni volta incrociavo il suo sguardo. Non credo sia molto funzionale"
Ammetto, ridendo per non piangere.

"Evidentemente è il destino che vi vuole insieme. O solo il nonno, che da lassù fa magie: gli è sempre piaciuto Gianmarco! In realtà, è sempre piaciuto a tutti: bello, bravo e simpatico. Secondo me, le cose si aggiusteranno!"

"Nonna, è stato piuttosto chiaro quando ci siamo lasciati. Non illuderti, per favore, che fa ancora più male se no. Le cose sono andate così, devo solo andare avanti e pensare a me"

"Nonna, Ari! Venite, dai. Sto giocando da sola da tutto il pomeriggio"
Si lamenta Alice, attirando la nostra attenzione. Ridacchiamo a quelle sue parole, raggiungendola subito dopo e giocando insieme a lei.

Gianmarco è stato importante per tutti noi, entrando completamente nella mia vita due anni fa. Una relazione di due anni è difficile da dimenticare, soprattutto per quanto ci siamo amati. Abbiamo condiviso tanto, fantasticando molto sul futuro negli ultimi mesi e non mi aspettavo di certo che tutto sfumasse nel giro di poche ore. Una parte di me l'avrebbe amato per sempre, l'altra prova rabbia nei suoi confronti e avrei tanto voluto mostrargli solo quella parte di me.

S P A Z I O A U T R I C E
Volevo precisare che i capitoli che avete già letto non verranno totalmente eliminati o stravolti, semplicemente cercherò di migliorarli. Credo che la storia si sia sviluppata troppo velocemente, mentre adesso vorrei svilupparla meglio.

Spero comunque che continuiate a leggerla e, se vi va, sul mio profilo trovare una storia su NDG. Fatevi sapere cosa ne pensate e a presto!

Smettila di aspettarmi | Gianmarco PetrelliWhere stories live. Discover now